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I deputati di maggioranza Kelany, Matone e Costa hanno depositato in Cassazione le firme per il referendum sulla Giustizia

Per una giustizia giusta

Referendum, le firme depositate a tempo di record: i deputati di maggioranza battono tutti

Politica - di Redazione - 4 Novembre 2025 alle 18:22

I deputati di maggioranza hanno depositato le firme per il referendum confermativo della riforma della Giustizia. A renderlo noto sono stati i capigruppo alla Camera dei partiti della coalizione, con una nota congiunta.

«Oggi alle ore 14.30 presso la Corte di Cassazione i deputati delegati dai gruppi di maggioranza al deposito del quesito referendario hanno presentato per primi, ai sensi di quanto previsto dall’articolo 138 della Costituzione, le firme per la richiesta di referendum confermativo riguardo il ddl costituzionale n. 1353-B recante norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare», si legge nel comunicato di Galeazzo Bignami di FdI, Riccardo Molinari della Lega, Paolo Barelli di FI e Maurizio Lupi di Noi Moderati.

Depositate a tempo di record le firme per il referendum sulla Giustizia

Poco prima era stato Bignami ad annunciare il raggiungimento e il superamento delle firme necessarie. «La mia firma era l’80esima, ne abbiamo raccolte anche qualcuna in più. Andiamo subito a depositare la richiesta», ha detto ai giornalisti il capogruppo di FdI, lasciando la Giunta per le autorizzazioni della Camera dove è stato allestito il punto di raccolta delle firme dei deputati per la richiesta del referendum sulla giustizia. La busta è stata poi portata materialmente in Cassazione dai deputati Sara Kelany di FdI, Enrico Costa di FI e Simonetta Matone della Lega. Dunque, l’obiettivo è stato raggiunto e superato in meno di 24 ore.

Lo schema dei due testi per blindare il quesito

Secondo quanto emerso, il centrodestra ha scelto di depositare due testi diversi, a scanso di equivoci e anche a prova di legge. La raccolta di firma è stata dunque avviata sia alla Camera sia al Senato, secondo i termini prescritti dalla legge: un quinto di una Camera, pari a 80 deputati e 41 senatori. A Montecitorio l’obiettivo è stato raggiunto e superato in 24 ore. Al Senato, invece, la raccolta ha preso alle 17.30 di oggi.

Il punto, però, al di là del numero di firme si è rivelato il testo del referendum, quello che gli elettori troveranno stampato sulla scheda su cui barrare il sì o il no. Alla chiarezza del quesito è, infatti, in buona parte legato il successo della consultazione e anche l’efficacia della campagna referendaria. Allo steso tempo, però, vi sono regole e prassi da rispettare sulla formulazione più corretta da sottoporre agli elettori.

Il centrodestra, allora, ha optato per la doppia formulazione. Alla Camera il quesito referendario riproduce esattamente il testo della legge approvato in Parlamento. Una scelta perfettamente aderente alla prassi e alle disposizioni, dunque a prova di legge. Al Senato, invece, il testo da sottoscrivere e poi da depositare in Cassazione è leggermente modificato per renderlo più chiaro. Perché, come si fa notare nella stessa maggioranza, nel testo della legge non figura nemmeno la parola giustizia e questo potrebbe ingenerare dubbi e difficoltà negli elettori chiamati a esprimersi su un referendum confermativo di una riforma della giustizia.

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di Redazione - 4 Novembre 2025