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Povero Scanzi “inorridito” dal coro di Meloni sotto il palco: “È una cafonata. Una depravazione del berlusconismo” (video)

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Povero Scanzi “inorridito” dal coro di Meloni sotto il palco: “È una cafonata. Una depravazione del berlusconismo” (video)

Politica - di Alessandra Parisi - 18 Novembre 2025 alle 13:31

Tutti ossessionati dal ballo improvvisato sotto palco a Napoli dalla premier Meloni con goliardico coro “chi non salta è comunista”. Gravissimo per le sinistre, decisamente a corto di argomenti. Non è serio, non è da premier, è uno scandalo. Deve essere scattato il riflesso pavloviano sul comunismo buono. E poco importa se la cronaca nazionale e internazionale è piena di leader politici che si sono lasciati andare a qualche passo di danza: da Barack Obama fino a Elly Schlein sorpresa a ballare scatenata su un carro del Gay Pride.

Gruber e Scanzi ossessionati dal coro di Meloni “chi non salta è comunista”

A fare da grancassa al processo contro la premier come sempre Lilli Gruber che dal suo salotto di Otto e mezzo lancia l’assist ad Andrea Scanzi per fare gol. Che ne pensa il giornalista del Fatto Quotidiano – chiede candida la conduttrice – della Meloni che “zampettava sul palco” (notare il verbo scelto)? Il prode Scanzi, che più antimeloniano non si potrebbe, non si lascia pregare. E si lancia in un attacco condito di insulti che vanno dalla cafonaggine alla depravazione. Giorgia Meloni si sarebbe resa protagonista di una cafonata gigantesca, peggio delle cose “orride e cafoni” di Berlusconi. Perché – udite udite -” il melonismo è una depravazione del berlusconismo”.

“Il melonismo è una depravazione del berlusconismo”

Ecco il sottile ragionamento dello Scanzi, esteta scandalizzato. “Io avverto la stessa sensazione che avevo ai tempi di Berlusconi. Siamo un Paese che è molto polarizzato. Se ve lo ricordate, quando Berlusconi faceva determinate cose cafone, grevi, orride, le barzellette, le battutacce a Michelle Obama noi ci scandalizzavamo. Ma il suo elettorato lo trovava simpatico, guitto, buffo. Mutatis mutandis, siamo di fronte alla stessa cosa poiché Meloni, Tajani, Lupi e Salvini sono tutti figli e nipodi di Berlusconi, siamo ancora dentro al berlusconismo, il melonismo è una depravazione del berlusconismo e non ha nulla di nuovo”. Scanzi si infila nell’elegante filone inaugurato con l’appellativo di “pesciarola” rivolto alla premier per le sue origini popolari.

“Uno dei punti più bassi nella storia recente”

Poi l’osservazione “da un punto di vista etico ed estetico”. Scanzi non bada a spese: Quello che si è visto su quel palco è stato uno dei punti più bassi nella storia recente, una cafonata gigantesca”. Poi giocando sull’ironia si dice preoccupato per la saluta del ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Quando ha iniziato a zompettare sul palco ho pensato che gli sarebbero partite 18 ernie. Quindi spero che stia bene dopo quei convulsi che ha fatto sul palco”. Una grande pagina di giornalismo televisivo, un ottimo servizio ai telespettatori, l’esegesi del balletto goliardico trasformata negli studi di Otto e mezzo, in una priorità nel dibattito pubblico.

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di Alessandra Parisi - 18 Novembre 2025