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Patrimoniale, Schlein: Meloni la mette all’angolo, Conte la smarca a sinistra

Boomerang e stoccate

Patrimoniale, Schlein sempre più sola e accerchiata: la premier la mette all’angolo, Conte si smarca, il campo largo si sfilaccia

La segretaria Pd schiacciata dalla ferma contrarietà di Giorgia Meloni alla super tassa e dall'unità del centrodestra, mentre l'alleato M5S la scarica e si ritrova isolata sulla linea del fuoco (amico compreso). E dal Nazareno e dintorni il ritornello che risuona recita sempre più insistentemente: la sinistra? «La migliore avversaria di se stessa»... 

Politica - di Ginevra Sorrentino - 9 Novembre 2025 alle 10:18

Dal boomerang della Patrimoniale l’ultimo colpo di grazia a Elly Schlein, asfaltata da fermezza e compattezza del governo, e stoppata dalla replica (rassicurante) della premier Meloni. L’arena politica si infiamma in Italia per la riemersione del dibattito sulla patrimoniale, un sempreverde tirato fuori dal cilindro del Pd all’occorrenza ma che si sta rivelando un boomerang per la numero uno del Nazareno, che nel pedissequo tentativo di andare dietro a Mr Cgil Landini si ritrova sempre più isolata sulla linea del fuoco, compreso quello “amico”. Un terreno scivoloso, quello imboccato da Elly Schlein, costretta a una difesa d’ufficio, e bloccata dallo stop arrivato ieri da Giorgia Meloni che rassicurando i contribuenti e ribadendo linea e compattezza del governo di centrodestra sul punto, ha messo un punto fermo: «Con la destra al governo, la patrimoniale non vedrà mai la luce.”

Patrimoniale, Meloni spiana Schlein all’attacco e sempre più isolata

L’intervento risoluto della presidente del Consiglio è arrivato in risposta alle richieste di una tassa sui grandi patrimoni, sposate dalla Cgil di Maurizio Landini e rilanciate da alcune forze di sinistra anche sull’onda della vittoria a New York del nuovo idolo dei dem nostrani Mamdani, e, soprattutto, a bocca asciutta di affermazioni elettorali da un bel po’ e impantanati nella palude di un campo largo tutto da bonificare e far germogliare. Con la leadership della Schlein sempre più traballante, accerchiata dai moderati del Nazareno e insidiata dall’ami-nemica Silvia Salis. Le restano solo Bonelli e Fratoianni

La super tassa, il boomerang della segretaria Pd: le restano solo Bonelli e Fratoianni…

Meloni, con la sua netta rassicurazione, ha tracciato una linea invalicabile, mettendo in chiaro la visione economica del governo: nessuna ipotesi di penalizzare il risparmio e la proprietà degli italiani con misure che il centrodestra considera ideologiche e dannose. Come facilmente prevedibile, a fronte della fermezza della premier, Elly Schlein incassato il goal ha tentato un contrattacco in zona Cesarini, rifugiandosi in calcio d’angolo: e dopo le sconfessioni di Renzi e persino di colui che dovrebbe essere il suo alleato più vicino, ha aggirato la questione patrimoniale, deviando sull’attacco al governo incentrato su pressione fiscale e una presunta volontà della manovra di aiutare i più ricchi, anziché il ceto medio impoverito.

Conte si smarca, Renzi la critica, la Ruffino la affonda: «È la migliore avversaria di se stessa»

Già, perché il vero colpo di scena, che testimonia la crescente solitudine della Schlein, arriva proprio dall’alleato Conte; il leader del Movimento Cinquestelle pronto a smarcarsi alla bisogna – e platealmente pure –  asserendo tassativamente che, per quanto lo riguarda, «una patrimoniale non è all’ordine del giorno». Una bocciatura che, come sottolineato dalla deputata di Azione Daniela Ruffino, lascia di fatto il Pd e la Cgil a tu per tu con la logora rivendicazione dell’imposta, criticati persino dai loro potenziali alleati. «Conte boccia patrimoniale, Schlein rimane sola», ha commentato Ruffino, definendo la sinistra «la migliore avversaria di se stessa» sul terreno fiscale.

Campo largo a pezzi: da sciopero e patrimoniale il colpo di grazia

Così, mentre il fronte progressista torna a sfilacciarsi – stavolta sulla questione fiscale – il governo Meloni dimostra unità e coesione sia sulla manovra. Sia contro le proteste della Cgil, con il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani e, naturalmente, con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, a fare quadrato. E con Giorgetti in primo piano a replicare con nettezza alle critiche strumentali della sinistra: «Chi fa filosofia critica, chi sta sul campo agisce. So quello che devo fare». Un messaggio di pragmatismo contrapposto alle astrattezze ideologiche.

Giorgetti: «Chi fa filosofia critica, chi sta sul campo agisce. So quello che devo fare»

Ancor più duro Tajani che non ha usato inutili locuzioni perifrastiche nel chiarire la sua posizione – e le lacune della propaganda sindacal-dem –. Etichettando l’annunciato sciopero generale della Cgil indetto per venerdì 12 dicembre «uno sciopero politico» che rompe l’unità sindacale. Una chimera – quella dell’unitarietà della Triplice è sempre e più un lontano ricordo “vintage”–. «Gli altri firmano contratti, con aumenti salariali. La Cgil è sempre contro», ha rimarcato il vicepremier forzista, suggerendo che dietro le azioni di Landini possano esserci «mire politiche» per fare il “leader della sinistra».

Tajani: «Gli altri firmano contratti, con aumenti salariali. La Cgil è sempre contro»

E intanto oggi, a far compagnia a Elly Schlein sempre più sola, interviene Susanna Camusso che, in un’intervista a Repubblica, prova a rispolverare dalle teche della propaganda sindacale d’antan il diritto allo sciopero, con tanto di immancabile corollario sui distribuzione della ricchezza e lotta alle diseguaglianze sociale. E visto che c’è, quel pizzico di veleno anti-governativo che non guasta mai…

L’assist a Schlein e Landini (e un tentativo di salvataggio in corner) di Susanna Camusso

«La presidente del Consiglio ha atteggiamenti e toni che hanno come obiettivo di delegittimare il diritto di sciopero». «Questa destra dileggia i lavoratori ed è insofferente a qualunque critica, continua ad aggirare e svilire la Costituzione. È inaccettabile per loro che qualcuno possa non essere d’accordo con le loro politiche e quindi le metta in discussione, svilendo lo sciopero per cui il lavoratore, ricordiamoci, perde una giornata di lavoro», tuona dalle colonne di Repubblica la senatrice Pd ed ex segretaria generale della Cgil Susanna Camusso. Ma l’eco che arriva al Paese reale è quello di un disco rotto che si inceppa su stanchi ritornelli, che ormai risuonano sempre di meno…

 

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di Ginevra Sorrentino - 9 Novembre 2025