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Femminicidio, il ddl è legge

Finalmente è legge

Ok alla Camera, il femminicidio diventa reato. Meloni: importante segnale di coesione

Approvata all'unanimità la legge che introduce il reato autonomo di femminicidio (Art. 577-bis C.P.), punibile con l'ergastolo per omicidi di donne motivati da odio, discriminazione di genere, mediante atti di dominio e possesso

Politica - di Redazione - 25 Novembre 2025 alle 20:58

La Camera ha approvato all’unanimità il disegno di legge Introduzione del delitto di femminicidio e altri interventi normativi per il contrasto alla violenza nei confronti delle donne e per la tutela delle vittime, già approvato dal Senato. I sì sono stati 237.

L’Aula della Camera ha approvato in via definitiva e all’unanimità il ddl che istituisce il reato di femminicidio. Il provvedimento ha già ottenuto il via libera in Senato e diventerà ora legge. Introduce nel Codice penale l’art. 577-bis, il delitto di femminicidio, e prevede l’ergastolo quando l’omicidio di una donna sia commesso per discriminazione di genere, odio o per reprimere la libertà della vittima. Sarà femminicidio anche l’omicidio commesso per il rifiuto della donna di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali.

Femminicidio: la Camera approva all’unanimità il ddl che diventa legge.

Dunque, la Camera approva all’unanimità il ddl sul femminicidio, che diventa legge e introduce nel codice penale un nuovo reato autonomo con l’ergastolo per gli omicidi di donne motivati da discriminazione, odio o dinamiche di dominio. Il provvedimento, che già quest’estate anche al Senato aveva incassato un via libera bipartisan, introduce nel codice penale il nuovo articolo 577-bis sul reato di femminicidio. L’intervento normativo punta a rafforzare il quadro degli strumenti di tutela contro la violenza di genere.

Meloni: «Soddisfatta, è un segnale di coesione»

E in un video, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non manca di far arrivare il suo messaggio di orgoglio per il risultato arrivato in porto e per la soddisfazione del suo conseguimento. «Sono molto soddisfatta dell’approvazione all’unanimità in Parlamento del disegno di legge del governo che introduce il reato di femminicidio. È un segnale importante di coesione della politica contro la barbarie della violenza contro le donne. Aggiungiamo uno strumento in più a quelli che avevamo già previsto: dal rafforzamento del Codice rosso. Al raddoppio delle risorse per i centri anti violenza e per le case rifugio. Sono passi concreti, che ovviamente non bastano. Dobbiamo continuare a fare ogni giorno di più per difendere la libertà e la dignità di ogni donna», rilancia e ribadisce nel suo messaggio il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Femminicidio: Nordio: primi in Europa a introdurre il reato. Il nostro un “segnale di fermezza”

Un ottimismo e una fiducia prospettica che anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio aveva concentrato a sua volta in un videomessaggio alla Fondazione Atena in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, sostenendo: «Per primi in Europa abbiamo introdotto il reato di femminicidio in quanto tale. Il femminicidio è un reato di omicidio qualificato dal fatto che si uccide una donna in quanto donna. Cioè in quanto soggetto debole», aveva rimarcato il Guardasigilli nel suo contenuto multimediale. Concludendo: «Introducendo questo reato a sé stante, punito con l’ergastolo, abbiamo dato un segnale di grande fermezza nella lotta contro le violenze di genere».

Odio, discriminazione, possesso: ecco il nuovo reato

Ergastolo per chi uccide una donna per discriminazione, odio e prevaricazione, ovvero con atti di controllo, possesso, dominio verso la vittima in quanto donna. Inoltre il reato si determina anche quando l’omicidio è commesso per il rifiuto della vittima di instaurare o mantenere un rapporto affettivo o come atto di limitazione delle sue libertà individuali. Lo prevede la nuova legge approvata in via definitiva dalla Camera che introduce nell’ordinamento il reato di femminicidio.

Il testo interviene sulla concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei condannati per il nuovo delitto e per altri reati legati alla violenza di genere, subordinandola alla valutazione giudiziale positiva dei risultati dell’osservazione scientifica della personalità del detenuto o internato, condotta per almeno un anno. Inoltre è previsto l’obbligo di dare immediata comunicazione alla persona offesa dei provvedimenti applicativi di misure alternative alla detenzione e di altri benefici che comportano l’uscita del condannato dall’istituto penitenziario.

Analoga comunicazione è prescritta nei confronti dei prossimi congiunti della persona offesa deceduta per femminicidio o di omicidio aggravato. Prevista poi una riduzione della durata massima dei permessi premio concessi ai minori di età condannati per il reato di femminicidio.

Nel dettaglio della legge: più piena tutela agli orfani di femminicidio

Non solo. La legge estende l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato anche in deroga ai limiti di reddito per le persone offese dai reati di tentato omicidio aggravato e di tentato femminicidio. E prevede modifiche alla normativa vigente per assicurare una più piena tutela agli orfani di femminicidio. Previsto inoltre che le vittime di violenza che hanno compiuto quattordici anni possano accedere ai centri antiviolenza senza la necessaria preventiva autorizzazione dei genitori o degli esercenti la responsabilità genitoriale per ricevere informazioni e orientamento.

Per prevenire e contrastare aggressioni di tipo sessuale viene contemplata la promozione di campagne di sensibilizzazione e di iniziative formative e didattiche sulla pericolosità dell’utilizzo di sostanze stupefacenti, psicotrope o comunque atte ad alterare la coscienza, istituendo anche presso il ministero della Salute un tavolo tecnico permanente per prevenire e contrastare il fenomeno della violenza sessuale attraverso l’uso di sostanze stupefacenti.

Vengono poi potenziate le iniziative formative, per i magistrati e in ambito sanitario, in materia di violenza contro le donne e violenza domestica. Infine ogni anno il ministero della Giustizia presenterà una relazione al Parlamento sullo stato di applicazione della nuova legge. (Nella foto in altro, un frame tratto dalla diretta web della Camera dei Deputati che mostra il momento dell’approvazione all’unanimità del ddl femminicidio che, in questo modo, diventa legge).

 

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