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Sciopero Cgil del 12 dicembre, Meloni gela Landini con ironia

Solito venerdì landiniano

Nuovo sciopero Cgil il 12 dicembre, Meloni gela Landini: «In quale giorno cadrà?» (guarda caso)…

La ragion di Stato (sindacale) del venerdì torna a irrompere con l'annuncio del caos per città e cittadini per un ennesimo giorno di astensione dal lavoro. All'ultimo annuncio del sindacato rosso e di Mr Cgil rispondono la premier con ironia sferzante sui social, e FdI che, dalla pagina Instagram di Atreju, dice la sua...

Politica - di Ginevra Sorrentino - 7 Novembre 2025 alle 14:38

Dopo la frase sul «weekend lungo», arriva un altro affondo di Giorgia Meloni contro la Cgil alle prese con l’annuncio di un nuovo sciopero generale indetto per il prossimo 12 dicembre. «Nuovo sciopero generale della Cgil contro il governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?», si domanda con un interrogativo retorico quanto ironicamente sferzante in un post su X la presidente del Consiglio a proposito della manifestazione prevista di venerdì…

Sciopero Cgil del 12 dicembre, l’ironia di Giorgia Meloni: «In quale giorno cadrà?»

Non c’è due senza tre. Anzi, a giudicare dai bellicosi annunci e dalle folte prenotazioni sul calendario del caos metropolitano che la Cgil ha intenzione di scatenare di qui alle prossime settimane, in questo caso andrebbe detto: eccoci alle prese con l’ennesimo (ma certo non l’ultimo) capitolo della saga sindacale infinita. Maurizio Landini ha proclamato un nuovo sciopero generale – solo il prossimo in agenda – per il 12 dicembre. Il copione è noto, gli attori anche. E il risultato atteso è la solita paralisi a giorni alterni del Paese, condita dall’immancabile dose di retorica vetero-rivendicazionista «contro la manovra ingiusta e sbagliata».

L’annuncio (vetero) solenne di “Mr Cgil” e l’ironia sferzante della premier

L’annuncio di “Mr Cgil” arriva dal Mandela Forum di Firenze, durante l’evento “Democrazia al lavoro”. I toni sono quelli (immancabilmente retorici) di sempre: una Legge di Bilancio che «premia i più ricchi e non i più poveri», e che «incentiva le disuguaglianze» e prevede «crescita praticamente zero». Si recita a soggetto, sembra, ma il copione è fisso… E tanto per infarcire e speziare un po’ di più la solita minestra che domina il menù contestatario sindacale, il segretario Landini rincara la dose: l’emergenza è il salario, e questa manovra non lo aumenta. Dunque, tutti in piazza il 12 dicembre per «dimostrare che c’è la maggioranza di questo Paese» che chiede di cambiare rotta.

La ragion di Stato (sindacale) del venerdì

Forse, però, per la Cgil sarebbe meglio cambiare musica… Non solo. Memore della passata messa in mora (e del “tana libera tutti” smagato in poche parole e molti significati già le scorse settimane in occasione dello sciopero del 3 ottobre scorso) il sindacato però fa e dice di tutto per rigettare l’accusa del “riposo anticipato”. Spostando il dibattito dal piano etico a quello dell’efficacia: il venerdì è scelto per massimizzare l’impatto sociale e mediatico della protesta, fa sapere Landini. Chiarendo che il sindacato di cui è a capo punta sul “moltiplicatore di visibilità”.

Cadendo la data scelta nel giorno che precede il weekend, infatti, con il picco massimo di spostamenti per lavoro, studio e turismo, il venerdì garantisce che i disagi siano più percepiti. E che la notizia ottenga una risonanza superiore sui media. E alla fine della fiera, avete capito bene: la scelta del giorno settimanale in calendario per lo sciopero è operata per creare più fastidio possibile ai cittadini…

Il venerdì di sciopero, una spina nel fianco

Fin qui, dunque, la stanca cronaca della propaganda sindacale e la riproposizione dei soliti stilemi e stratagemmi. Il punto di rottura, però, che trasforma la protesta in un gustoso scambio di battute politiche, arriva come anticipato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, con l’ironia tagliente che spesso connota la sua interlocuzione con la sinistra – sindacale o parlamentare, poco cambia – va dritta al sodo. La premier, infatti, non tergiversa prima di replicare con un post su X a Landini e compagnia cantante con una sferzata social che azzera slogan e ritornelli logori e impraticabili: «Nuovo sciopero generale della Cgil contro il governo annunciato dal segretario generale Landini. In quale giorno della settimana cadrà il 12 dicembre?»…

La chiave dell’affondo “meloniano” in punta di fioretto

La risposta, a fronte di una rapida verifica (il 12 dicembre 2025 cadrà di venerdì, guarda caso) conferma quella che è la chiave dell’affondo. Ossia: dopo il precedente “weekend lungo”, la scelta della Cgil di prediligere il venerdì come giorno di protesta non fa che rafforzare il sospetto (o la certezza?) che lo sciopero generale si sia trasformato, per una parte della base rossa sindacalizzata, più in un prolungamento del riposo settimanale che in una ferma rivendicazione di principio universale.

L’ironia di Meloni colpisce e affonda Landini

L’ironia di Giorgia Meloni, sarcasticamente quanto politicamente efficace, centra il bersaglio. Lungi dall’attaccare il diritto allo sciopero, infatti, la premier punge sulla sua modalità e la sua ripetitività di tempistiche scelte “ad hoc”. La Cgil grida al complotto contro la manovra “ingiusta”, citando a supporto Istat e Banca d’Italia. E il governo risponde con una risata che sottolinea la stanchezza di una protesta che, cadendo sistematicamente prima del fine settimana, sembra perdere credibilità agli occhi di chi lavora. E di chi, come l’esecutivo, deve gestire le casse statali.

L’assist del “venerdì landiniano” a FdI e Atreju

Se l’obiettivo di Landini è far sentire la voce della “maggioranza che tiene in piedi il Paese”, l’effetto ottenuto finora è quello di regalare al governo un assist imperdibile per trasformare la protesta in una boutade sul “venerdì landiniano” di lotta anti-governo. La Meloni lo sa bene, e con due righe sui social media, vince con una stoccata in punta di fioretto la battaglia della comunicazione.

Non solo. Un’ulteriore contro-risposta viene servita in queste ore anche da FdI che, su Instagram, con un messaggio che affianca l’ironia di Meloni alla concretezza politica, strizza l’occhio e annuncia: «Avviso alla Cgil: il calendario lo abbiamo “occupato” già noi». Con foto e didascalia eloquenti che recitano: «Per venire ad Atreju non serve uno sciopero o un weekend lungo: quest’anno hai 9 giorni per farlo». Insomma, Landini e il fronte sindacale colpiti e affondati da più angolazioni. La loro difesa squisitamente tattica e strategica, non regge all’embargo…

 

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