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Gruppo interparlamentare Imec

L’Italia avanza

Nasce il gruppo interparlamentare Imec. Giordano: “Un passaggio strategico decisivo”. Formentini: “Siamo i primi”

«Un’iniziativa volta a rafforzare il ruolo del Mediterraneo nelle grandi rotte globali, proponendosi come alternativa competitiva alla Belt and Road e alle nuove rotte artiche. Attraverso una rete di connessioni potrà mettere in sicurezza la centralità economica del nostro mare»

Politica - di Alice Carrazza - 26 Novembre 2025 alle 10:38

La presentazione del gruppo interparlamentare dedicato all’India–Middle East–Europe Economic Corridor (Imec) segna un passaggio politico di sostanza, utile a comprendere quanto l’Italia aspiri a trasformarsi in snodo attivo—e non periferico—nel gioco di riconfigurazione delle rotte globali. Nella Sala stampa di Montecitorio, ieri, non c’è stata retorica di circostanza, ma una convergenza trasversale che ha dato forma al primo esperimento parlamentare europeo dedicato a questo corridoio infrastrutturale, commerciale e geopolitico.

«Imec è un passaggio strategico decisivo»

Antonio Giordano, deputato di Fratelli d’Italia e segretario generale di Ecr party, coordinatore del gruppo insieme al leghista Paolo Formentini, ha scolpito il perimetro politico dell’iniziativa: «L’Imec rappresenta un passaggio strategico decisivo per rafforzare il ruolo del Mediterraneo nelle grandi rotte globali, proponendosi come alternativa competitiva alla Belt and Road e alle nuove rotte artiche. Attraverso una rete di connessioni potrà mettere in sicurezza la centralità economica del nostro mare».

La sua lettura colloca senza esitazioni l’Italia nel quadrante di chi vuole mantenere il Mediterraneo come spazio vivo, irrinunciabile, non relegato ai margini dei movimenti commerciali indo-pacifici.

La sala, affollata di ambasciatori e rappresentanti diplomatici—da Cipro a Israele, dall’Egitto all’India, fino a Francia, Germania e Stati Uniti—è stata un indicatore eloquente dell’attenzione che questo progetto continua a generare nelle capitali del mondo. Giordano ha voluto ricordare anche il contributo dell’inviato speciale italiano per Imec, Francesco Talò, ringraziandolo per il videomessaggio proiettato durante l’evento.

Formentini: «Siamo arrivati primi. Trieste sarà l’hub europeo»

Accanto a lui, Paolo Formentini ha letto la forte partecipazione diplomatica come segno tangibile dell’interesse strategico: «Grande soddisfazione», ha affermato, auspicando che anche altri Parlamenti costituiscano intergruppi analoghi.

«Siamo arrivati primi perché in Italia c’è un grande entusiasmo: siamo convinti che Imec sia un progetto di interesse nazionale per il nostro Paese e che il porto di Trieste diventerà l’hub di Imec verso est e verso nord. L’adesione di deputati e senatori è stata elevatissima».

La scelta di Trieste come nodo naturale non è un dettaglio logistico ma una direzione geopolitica: l’Adriatico diventa interfaccia europea di un asse che diparte dall’India, attraversa il Medio Oriente e risale l’Europa settentrionale. Ma, come ricorda Giordano, il progetto investirà anche l’Africa e gli Stati Uniti, arrivando a interessare addirittura il Giappone.

Il valore della diplomazia parlamentare

In un sistema internazionale congestionato da rivalità e instabilità, la diplomazia parlamentare torna a essere uno strumento essenziale. Lo ha messo in chiaro l’azzurra Deborah Bergamini, presidente del Comitato Imec alla Camera, spiegando come il corridoio non sia riducibile a una dorsale di infrastrutture: è un’architettura che intreccia connettività, sicurezza e cooperazione multilaterale.

Il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata ha ampliato la prospettiva: «La nascita di questo intergruppo Imec è una ulteriore dimostrazione della efficacia e della centralità della diplomazia parlamentare», ha dichiarato, osservando come l’iniziativa si inserisca nella “confluenza dei due mari”, quella visione indo-mediterranea evocata vent’anni fa da Shinzo Abe e oggi divenuta terreno reale di connessioni, sostenuta dal Global Gateway europeo e agganciata alla dimensione del Piano Mattei. 

Dall’Italia a Nuova Delhi

A chiudere la discussione, la senatrice triestina Tatjana Rojc, che ha riportato l’attenzione sulla dimensione territoriale: il valore strategico di Trieste dipenderà dalla capacità di affrontare in modo efficace le sfide normative e infrastrutturali, fattori decisivi per la competitività dell’intero Adriatico.

L’ambasciatrice indiana Vani Rao ha poi sottolineato la sintonia strategica tra Nuova Delhi e l’Europa: connettività, sicurezza marittima e transizione energetica. Tre pilastri che l’India considera essenziali e che l’Unione europea ha inserito tra le priorità della cooperazione futura.

Lo sguardo dei partner: sicurezza, integrazione, prospettive

Le altre voci diplomatiche hanno composto un quadro di priorità diverse ma orientate nella stessa direzione: un progetto di ampio respiro. L’ambasciatore cipriota Yiorgos Christofides ha manifestato il forte interesse di Nicosia a inserirsi nella piattaforma Imec, proprio mentre il Paese si prepara alla presidenza del Consiglio Ue con una linea d’azione nettamente proiettata sul Mediterraneo. L’ambasciatore Bassam Rady ha riportato il focus sul nodo decisivo della sicurezza: nessun corridoio può reggere senza stabilità, e gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso restano un segnale di rischio.

L’ambasciatore israeliano Jonathan Peled ha letto Imec dentro la fase che si apre dopo la tregua a Gaza, richiamando il “Piano Trump” e la centralità della prosperità economica nei processi di stabilizzazione regionale. A completare la cornice, il ministro consigliere statunitense Stephen Anderson ha allargato la prospettiva fino all’Atlantico, collocando Imec all’interno di un’architettura di connettività che unisce Mediterraneo, Medio Oriente e spazio euroamericano.

«Un corridoio di relazioni culturali, tecnologiche, diplomatiche»

A commentare anche il deputato di Fratelli d’Italia Emanuele Loperfido: «Non è soltanto una rotta commerciale ma un vero corridoio di relazioni culturali, cooperazione tecnologica e collaborazione per l’innovazione».

Per Loperfido, la posizione del Friuli Venezia Giulia e del porto di Trieste può generare opportunità economiche e diplomatiche capaci di cambiare prospettiva al ruolo dell’Italia nord-orientale.

L’Italia prova a muoversi per prima

La presentazione dell’intergruppo Imec arriva in un momento in cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani è impegnato tra Arabia Saudita e India, dove il corridoio sarà uno dei capitoli centrali del dialogo. Il tempismo non è accessorio: Roma indica chiaramente la volontà di inserirsi tra i promotori più attivi di una piattaforma di connettività che ridisegna i rapporti tra Indo-Pacifico, Medio Oriente ed Europa.

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