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Migranti, la Ong Mediterranea approda di default alla banchina di Porto Empedocle, ma il punto di sbarco assegnato e a Livorno

La solita manfrina

Migranti, spallata di Mediterranea: il porto assegnato è quello di Livorno, ma disobbedisce e attracca a Porto Empedocle

Ennesima tiritera delle Ong solerti a ingaggiare l'eterno braccio di ferro contro governo, Viminale, regole e disposizioni: la nave, con 92 migranti a bordo, contesta il porto sicuro assegnato in Toscana e, appellandosi alla Procura che intercede per i 31 minori, chiede lo sbarco a Porto Empedocle, in Sicilia. Ma insiste: per tutti. E alla fine attracca di default alla banchina siciliana

Cronaca - di Martino Della Costa - 4 Novembre 2025 alle 17:58

Siamo alle solite. Ossia, nuovamente alle prese con l’ennesimo (eterno?) braccio di ferro tra le Ong e il ministero dell’Interno sulla gestione degli sbarchi, che per l’occasione si arricchisce di un nuovo, prevedibile capitolo. Questa volta la protagonista è la nave Mediterranea Saving Humans, che dopo aver effettuato tre operazioni di soccorso tra la costa libica e Lampedusa, si è ritrovata con 92 persone a bordo (di cui 31 minori non accompagnati) davanti alle coste siciliane di Porto Empedocle.

Migranti, la Ong forza la mano: il porto assegnato è Livorno, ma Mediterranea entra a Porto Empedocle

In breve, alla fine, proprio poco fa, la nave dopo aver contestato il porto sicuro assegnato in Toscana e, appellandosi alla Procura che ha mediato per i 31 minori a bordo, ha chiesto con insistenza lo sbarco a Porto Empedocle, in Sicilia. Ma insistendo: per tutti.  E alla fine, senza attendere la risposta alle richieste inoltrate, la Ong ha carpito il via libera all’ingresso in porto, ed è entrata nell’approdo “scelto”.

Migranti, la solita tiritera delle Ong

Il nodo del contendere, dunque, ancora una volta diventa la designazione del porto sicuro (Pos) arrivata da parte delle autorità italiane. Che, come anticipato, e in ottemperanza di disposizioni sancite da norme e decreti, il ministero dell’Interno ha indicato nell’approdo di Livorno, in linea con la prassi governativa che mira a una redistribuzione degli sforzi logistici sugli scali marittimi del centro e nord Italia, per non sovraccaricare solo quelli siciliani e calabresi.

Peccato che il porto sicuro assegnato sia quello di Livorno

Ma è a questo punto che, in attesa di una risposta definitiva, la risposta di Mediterranea si è concretizzata nel solito atto di disobbedienza, frutto di un sostanziale rifiuto, e nell’entrata in porto decisa. Un no grazie volitivo, preceduto da una segnalazione urgente inviata alla Procura dei minorenni di Palermo, appellandosi alla condizione dei 31 minori non accompagnati a bordo. La strategia insomma, ormai ben collaudata, è sempre quella di utilizzare l’attenzione sui soggetti più vulnerabili per ottenere l’assegnazione di un porto più “comodo” in quanto più vicino e, pertanto, più conveniente.

Così, dopo che il comandante ha dichiarato lo «stato di necessità a tutela dell’incolumità, della salute e della sicurezza di tutte le persone a bordo», Mediterranea, la nave umanitaria dell’omonima Ong, è entrata di default nelle acque dell’approdo siciliano, attraccando alla banchina di Porto Empedocle, nell’Agrigentino. Tutto mentre da Roma ribadiscono di aver assegnato come porto di sbarco Livorno.

Il “no” della Ong allo sbarco toscano e l’intervento della Procura

Non solo. Secondo quanto riferito dalla stessa Ong, la Procura avrebbe effettivamente chiesto ai ministeri dell’Interno e dei Trasporti di disporre al più presto lo sbarco dei soli minori a Porto Empedocle. Non solo. Nella notte – prosegue Mediterranea Saving Humans – «dopo che anche la struttura istituzionale del Cirm competente per la salute in mare ha fatto analoga richiesta alle autorità», la Ong «ha chiesto che tutte le 92 persone soccorse possano sbarcare in sicurezza a Porto Empedocle».

Pertanto, forte di questi supporti, Mediterranea non solo non ha lasciato la presa, ma ha finanche raddoppiato. Ossia, non si è fermata alla richiesta circoscritta ai minori, come suggerito dagli addetti ai lavori appena menzionati. Ma ha rilanciato chiedendo che tutte le 92 persone soccorse possano sbarcare in sicurezza a Porto Empedocle.

Migranti, ennesima spallata delle Ong a norme e regole

Un atteggiamento oppositivo a cui il governo sembra intenzionato a rispondere con altrettanta fermezza: le autorità, infatti, pur sembrando inclini a disporre il trasbordo e lo sbarco dei soli minori in Sicilia, hanno a questo punto sollecitato la nave a proseguire immediatamente verso il porto assegnato di Livorno con le restanti 61 persone. E insomma, alla fine della fiera (e della querelle), ancora una volta si assiste al recalcitrare delle Ong sulle indicazioni dell’esecutivo e del Viminale.

Così che il continuo rifiuto dei porti assegnati – spesso definiti “troppo lontani” – e l’insistenza per sbarcare in quelli scelti dalle Ong (principalmente in Sicilia) non fa che alimentare il sospetto che l’obiettivo non sia solo il soccorso, ma anche la continua messa in discussione delle norme stabilite da governo e Viminale in materia di gestione di flussi e sbarchi. Un copione che si ripete, e ogni volta con la stessa sceneggiatura, e che ha sempre lo stesso finale: ostacolare una gestione ordinata e programmata dell’accoglienza.

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di Martino Della Costa - 4 Novembre 2025