Azienda di immigrati fantasma
Migranti e business dell’accoglienza, a Modena spunta “la fabbrica del sogno” delle risorse: permessi a caro prezzo, ma non per lavorare (video)
Come ti aggiro il Decreto flussi, un'inchiesta di "Fuori dal coro" rivela in tv un presunto mercato nero in Emilia dove extra-comunitari pagano fino a 15.000 euro per finti permessi di lavoro per accedere in Italia e poi sparire, svelando le falle del sistema di accoglienza
Migranti, come ti aggiro il decreto flussi per alimentare il business dell’accoglienza: una fabbrica del sogno delle risorse a Modena fornisce permessi per entrare senza lavorare. L’inchiesta fa rumore. Scalpore. E suscita indignazione. E quella proposta ieri nel programma televisivo Fuori dal Coro, condotto da Mario Giordano su Rete4, secondo cui migliaia di clandestini entrerebbero in Italia comprando finti permessi di lavoro, quando in realtà non vengono qui per lavorare. Anzi: secondo i dati raccolti e proposti in tv ieri sera, molti pagherebbero per comprare il nulla osta che funga da viatico all’ingresso sul nostro territorio nazionale… E nel mirino dell’indagine entra in particolare un’azienda di Modena. Ma procediamo con ordine…
L’inchiesta di Fuori dal Coro ha sollevato il velo su un presunto sistema di mercato nero dei permessi di lavoro che sfrutterebbe il Decreto Flussi per l’ingresso in Italia di cittadini stranieri, in particolare pachistani. Migranti che, investendo una cifra variabile – che secondo l’inchiesta televisiva ripresa anche da La Verità in edicola oggi, oscillerebbe tra i 1500 e i 15.000 euro – riuscirebbero ad ottenere un nulla osta al lavoro, trasformando l’ingresso regolare in un vero e proprio business dell’accoglienza.
Migranti, il business dell’accoglienza con obiettivo “ingresso”, non il lavoro
Il fulcro dell’indagine in onda ieri e rilanciata oggi, centrerebbe il mirino su un’azienda di Modena, che opererebbe come “facilitatrice” per l’ingresso di lavoratori stranieri. Come anticipato poco sopra, però, i migranti intervistati in segreto avrebbero sostenuto di pagare somme che vanno da 1.500 a 15.000 euro per ottenere il permesso di lavoro, con l’esplicita ammissione che in molti casi l’obiettivo non è comunque l’impiego. Bensì l’accesso in Italia e il soggiorno sul territorio d’accoglienza. Non solo. Per il “servizio” garantito, le aziende coinvolte – dunque in questo caso l’intermediaria modenese – intascherebbero 2.000 o 3.000 euro per ogni nulla osta rilasciato.
La fabbrica dei permessi per migranti, nel mirino un’azienda modenese
Secondo quanto ricostruito dall’inchiesta in oggetto, allora, la criticità maggiore si manifesta subito dopo l’arrivo in Italia, con l’azienda “sponsor” che scompare misteriosamente e il migrante che, pur avendo ottenuto un permesso di lavoro formale, non si presenta per le verifiche. L’Ufficio Immigrazione di Modena, messo sotto pressione dall’indagine, ammette l’esistenza di un vuoto normativo e di controllo: se lo straniero non si presenta per le procedure di identificazione e verifica del rapporto di lavoro, le pratiche vengono semplicemente archiviate.
Importerebbe extra-comunitari che pagano per un permesso, ma non per un’occupazione
Allo stato dei fatti, dunque, chi entra nel Paese con il pretesto di lavorare può facilmente “sparire,” diventando un immigrato “fantasma”. Una situazione analoga – e a cui non a caso viene accostata nel servizio di Libero citato in apertura – a un allarme simile lanciato recentemente nel Regno Unito, dove l’assenza di tracciabilità di centinaia di migliaia di persone è fonte di preoccupazione per la sicurezza pubblica.
Migranti, il sistema di accoglienza e la propaganda della sinistra sulle risorse fa acqua…
Del resto, alla fine della fiera è innegabile che le potenziali ricadute di questo sistema investano soprattutto problematiche legate alla sicurezza. L’ingresso incontrollato di persone che non hanno un reale vincolo lavorativo o una prospettiva di integrazione, e che si ritrovano a essere dei “fantasmi” sul territorio, privi di identità riconosciuta e spesso di prospettive stabili, non per niente – come ci ricorda drammaticamente la cronaca – è spesso legato a episodi di aggressioni e violenze commesse da irregolari. Con buona di quella sinistra pro-accoglienza coatta di “risorse” che – a dispetto di dati e polemiche innegabili, e finanche di quest’ultima inchiesta – continua a predicare umanesimo e buonismo imprescindibili…