Standing ovation
Meloni dalla Puglia avverte la sinistra: «Non abbiamo paura di nessuno, solo gli italiani possono mandarci a casa»
La premier chiude il comizio dei leader del centrodestra a sostegno del candidato governatore Luigi Lobuono: «Puntiamo a vincere questa sfida, non esistono risultati già scritti»
«Puntiamo a vincere, perché non abbiamo paura di nessuno». Accolta da una standing ovation al Teatro Team di Bari, Giorgia Meloni ha chiuso il comizio dei leader del centrodestra a sostegno del candidato governatore della Puglia, Luigi Lobuono, ricordando che la regione «merita di più» delle politiche fallimentari della sinistra che l’ha governata negli ultimi 20 anni. «Ricordatevi – ha detto la premier – che non ci sono risultati già scritti in partenza, non ci sono destini già scritti. Ci sono il lavoro, la determinazione, la buona fede, la passione, che si mettono in qualsiasi battaglia».
Meloni: «Puntiamo a vincere, non abbiamo paura di nessuno»
C’è quello stesso impegno che ha portato il centrodestra prima e il governo poi a ribaltare poi tutti i pronostici negativi di chi immagina disastri. «Ricordo – ha detto la premier – quando dicevano che FdI non poteva raggiungere il 5% dei consensi. Nell’ultimo sondaggio era stimato al 31,4% dei consensi, il livello più alto di sempre dopo tre anni di governo, una cosa che non era mai accaduta da quando esistono i sondaggi. Ricordo quando dicevano che non saremmo mai arrivati al governo della Nazione e oggi stiamo governando questa Nazione. Ricordo quando dicevano che non saremmo durati più di sei mesi e oggi siamo il terzo governo più longevo della storia d’Italia». «Se noi fossimo stati davvero fallimentari, come dice la sinistra, in questi tre anni al governo, oggi non avremmo un consenso più alto di quello che ci ha portato al governo della nazione», ha sottolineato Meloni.
L’unità del centrodestra e il ricordo di Tatarella
«Siamo qui oggi dopo 30 anni ancora uniti, come ci avrebbe voluto un grande pugliese che si chiamava Pinuccio Tatarella: un uomo del popolo innamorato della sua terra, che sono certa oggi sorrida», ha proseguito Meloni, suscitando un’altra standing ovation da parte della platea. «Quella che vedete qui – ha aggiunto – non è un’alleanza innaturale tenuta insieme da una colla scadente, ma una comunità di persone, di idee e di visione, orgogliose di battersi insieme. Alla sinistra che sperava di trovarci divisi, diciamo che ogni volta che siamo chiamati a fare la nostra parte, noi siamo abituati a farci trovare pronti».
Lezioni dalla sinistra «anche no»
Meloni ha ricordato l’impegno del governo per il Sud e la Puglia, per la sanità, per il ceto medio, per le riforme, a partire dalla Giustizia. Su ogni punto ha elencato i risultati raggiunti e quelli che si stanno perseguendo, sfatando la propaganda della sinistra, dalla quale «non prendiamo lezioni». «La sinistra dice che aiutiamo i ricchi, perché chi guadagna 2.400 euro al mese per mantenere magari 3 figli è ricco e va mazzolato. Ci vuole coraggio per dire questa cosa e per parlare a noi di equità», ha commentato la premier, ricordando che «noi abbiamo chiesto un contributo alle banche, loro prendevano soldi dai lavoratori per darle alle banche…». «Lezioni da questa gente anche no», ha aggiunto Meloni, rispondendo anche all’accusa dell’opposizione di aver varato una “manovrina”: «Vale la pena di ricordare che avremmo potuto fare una manovrona se non avessimo 40 miliardi di euro di crediti del geniale superbonus di Conte».
«Gli intellettuali da salotto dicono che vinco perché ho bravi truccatori, a parte che mi trucco da sola…»
«Questa supponenza ha portato la sinistra ai margini della vita politica, la totale assenza di umiltà, di mettersi in discussione, che non li fa ascoltare mai e li fa solo parlare tra loro in una stanza», ha detto ancora la premier, ricordando anche che «qualche giorno fa c’era in tv un filosofo che diceva che io vinco perché quelli che si occupano del mio make-up sono bravissimi. In pratica, voi mi votate perché sono truccata bene. Ora, al netto del fatto che io mi trucco da sola e manco così bene, vi rendete conto di quanto sono superficiali le letture di questi intellettuali da salotto? Che in pratica ci dicono che gli italiani votano guardando le fotografie e non i contenuti. E questi sono i filosofi, figuratevi gli altri!».
L’avviso ai naviganti: «La Meloni la possono mandare a casa solo gli elettori»
Meloni ha avvertito che «non sempre le cose vanno come vorremmo». «Possiamo sempre migliorare, dobbiamo fare di più, dobbiamo fare meglio e voi non dovete mai smettere di spronarci e di ricordarci quello che non va bene: dovete essere con noi implacabili, pretenziosi. Perché questo fa un popolo nei confronti dei propri rappresentanti. Però stiamo dando tutto e lo stiamo facendo senza risparmiarci, senza sosta e senza interessi personali da difendere e per questo possiamo presentarci a testa alta in una sala come questa». «Andiamo avanti a testa alta, abbiamo messo gli italiani davanti a tutto» e solo gli italiani, ha avvertito parlando del referendum, possono decidere il destino del governo. «Mettetevi l’animo in pace, arriveremo a fine legislatura e chiederemo il giudizio degli elettori: la Meloni la possono mandare a casa solo gli elettori, una cosa alla quale la sinistra non è abituata: la democrazia».