Inseparabili anche nella morte
“Le Kessler avevano pianificato il suicidio assistito da anni”: il retroscena dalla Germania
Alice ed Ellen Kessler volevano morire insieme e avevano scelto di farlo con la “Deutsche Gesellschaft fuer humanes Sterben” (Dghs), la più grande e antica associazione tedesca che si occupa di suicidio assistito. La portavoce, Wega Wetzel, racconta in una intervista a Repubblica che «avevano fatto la domanda anni fa ed erano state seguite da un legale e da un medico perché dovevamo essere certi che la loro decisione fosse libera e responsabile».
Il suicidio assistito delle gemelle Kessler: ecco cosa è successo prima
Riguardo la procedura spiega: «Le gemelle Kessler hanno ricevuto prima la visita di un legale che doveva assicurarsi che la loro decisione fosse maturata da un tempo sufficiente, che non vedessero alternative, che fosse libera e che non avessero, per esempio, malattie psichiatriche. In un secondo momento è andato a trovarli un medico. Anche lui per sincerarsi che le due sorelle avessero maturato una ‘decisione libera e responsabile’, come richiesto dalla recente sentenza della Corte costituzionale che ha legalizzato il suicidio assistito. Poi queste due persone hanno continuato a seguire da vicino le gemelle per accertarsi che non avessero proprio più dubbi».
Presenti un medico e un legale al momento della morte
«Al momento della morte – ripercorre Wetzel – sia il legale sia il medico erano presenti. È il medico a preparare l’infusione, ma deve essere rigorosamente il paziente a girare la valvola perché le venga iniettata. Lì hanno chiesto alle gemelle per un’ultima volta se avessero ben chiaro cosa stessero per fare, se lo volessero davvero. E hanno fatto una prova tecnica con la soluzione salina. Soltanto dopo questa ennesima procedura, dopo essersi sincerati fino in fondo della loro ‘libera e responsabile decisione’, le Kessler hanno potuto iniettarsi la dose letale. La morte in questi casi avviene subito per arresto cardiaco. A quel punto, una volta accertata, viene chiamata la polizia».
Umberto Orsini, fidanzato di Ellen: inseparabili anche nella morte
«Alla fine se ne sono andate come volevano loro due e questo è l’unico sollievo di questa dolorosa notizia». Lo afferma in una intervista allo stesso quotidiano diretto Repubblica Umberto Orsini, attore e grande vecchio dello spettacolo italiano, ricordando il suo fidanzamento con Ellen: «Siamo stati felici insieme. Quindici, venti anni: una storia che poi è diventata una bella amicizia, fatta di stima, rispetto, affetto». Andarsene insieme «era il loro desiderio. L’avevano anche detto pubblicamente, a un giornale, che avrebbero voluto essere seppellite assieme. Quel che è certo è che sopravvivere una all’altra sarebbe stato terribile, lacerante, inaccettabile. Erano inseparabili», prosegue.
Sulla loro scelta Orsini risponde: «Vanno rispettate. Io le avevo sentite, come ogni anno, il 20 agosto per il compleanno. Dicevano solo di qualche problema al cuore, ma cose dell’età. Nessun allarme di questo tipo». «Venivano – racconta – da una famiglia devastata. Un padre tremendo, che non hanno mai amato e che vessava la madre. Quando sono diventate grandi è come se avessero fatto famiglia loro due. Insieme. Insieme hanno deciso di andare a lavorare. E il lavoro, l’indipendenza, il successo per loro è stato come una liberazione da quella minacciosa famiglia, un riscatto che valeva anche per la madre a cui volevano molto bene».