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Alessia Pifferi

La sentenza

Lasciò morire la figlia di stenti, niente ergastolo in appello per Alessia Pifferi: 24 anni di carcere

Riconosciute le attenuanti generiche e l'assenza di futili motivi. La bambina di 18 mesi fu lasciata sola a casa senza assistenza e morì nel giro di pochi giorni

Cronaca - di Paolo Desideri - 5 Novembre 2025 alle 20:03

Cancellato l’ergastolo in appello per Alessia Pifferi, la donna che lasciò morire di stenti la figlioletta di 18 mesi. La Corte d’assise d’appello di Milano ha riformulato la sentenza, riconoscendo le attenuanti alla donna e condannandola a 24 anni di carcere. Per conoscere bene la decisione dei giudici bisognerà attendere le motivazioni.

I fatti

Alessia Pifferi è accusata dell’omicidio aggravato della figlia Diana, di soli 18 mesi, lasciata morire di stenti nella sua culletta. Un abbandono, dal 14 al 20 luglio del 2022, per il quale le sono contestate le aggravanti dei motivi futili e il legame parentale con la vittima. Ma oggi la corte di secondo grado ha riconosciuto equivalenti le attenuanti, arrivando a cancellare l’ergastolo inflittole in primo grado ed eliminando i futili motivi.

Le perizie: “capace di intendere”

Le perizie psichiatriche effettuate sulla donna avevano evidenziato la piena capacità di intendere e volere nonostante la presenza di un quoziente intellettivo molto basso. E alcuni psicologi e psichiatri, accusati di aver tentato di favorirla in sede testistica, sono finiti sotto processo.

La Procura ricorrerà in Cassazione

E’ pressoché certo che la Procura ricorrerà in Cassazione. La corte ha deciso sulla base dell’assenza dei futili motivi e delle aggravanti, condizioni che rendono possibile una condanna diversa dal carcere a vita. Tecnicamente la difesa potrebbe chiedere alla Suprema Corte di poter svolgere un appello bis, qualora si confermasse l’assenza di futili motivi, per poter celebrare il rito abbreviato che consentirebbe alla donna un ulteriore sconto di pena.

La rabbia dei parenti di Alessia

La sentenza ha anche eliminato la condanna alla misura di sicurezza della libertà vigilata al termine della pena e ha mantenuto a carico di Pifferi la condanna a rifondere le spese a madre e sorella, costitute parti civili con l’avvocato Emanuele De Mitri. Proprio la sorella di Alessia ha parlato di “sentenza ingiusta e incomprensibile”, ribadendo la piena colpevolezza della congiunta.

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di Paolo Desideri - 5 Novembre 2025