Un esercito di riservisti
La Francia ripristina la leva militare dal 2026. Crosetto: “Proporrò un disegno di legge, serve una riflessione sulla difesa”
Dall’Eliseo arriva la riproposizione della leva militare su base volontaria. L’obiettivo è quello di formare un esercito di riservisti, che affianchi i militari di professione, per “far fronte alle crescenti minacce”. È stato il presidente Emmanuel Macron a svelare i dettagli del nuovo servizio militare volontario, della durata di dieci mesi. È rivolto ai giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni. Potranno prestare servizio sul territorio nazionale in tutti i corpi dell’esercito, compresa la gendarmeria e i vigili del fuoco militari. A partire dall’estate 2026, 3mila giovani saranno selezionati tra i candidati per prestare il servizio militare nazionale. Un primo nucleo che andrà allargandosi con l’obiettivo di raggiungere i 50mila giovani nel 2035.
Dalla Francia la leva militare su base volontaria dal 2026
“In caso di crisi grave”, il Parlamento potrà “autorizzare il ricorso, oltre che ai soli volontari, a coloro le cui competenze saranno state individuate durante la giornata della Difesa e della cittadinanza. Un “caso eccezionale”, ha precisato il presidente della Repubblica. Non tutti i volontari saranno arruolati nel servizio nazionale: le forze armate selezioneranno “tra loro i più motivati e quelli che meglio rispondono alle loro esigenze”. E ancora – ha spiegato Macron – i giovani del servizio nazionale “presteranno servizio unicamente sul territorio nazionale, perché si tratta di una mobilitazione per difenderci”.
I volontari verranno pagati 800 euro al mese
Dopo il periodo iniziale di un mese dedicato alla formazione effettueranno missioni all’interno di un’unità militare per nove mesi. I volontari verranno pagati 800 euro al mese al minimo. Avranno vitto e alloggio e riceveranno l’equipaggiamento necessario. Senza fornire date, Macron ha annunciato la costruzione di “alloggi e infrastrutture” per accoglierli. Il progetto sarà finanziato dall’aggiornamento della legge di programmazione militare 2026-2030, che prevede una spesa supplementare di oltre due miliardi per il servizio nazionale.
Crosetto: proporrò un disegno di legge in questa direzione
Non è un vezzo militarista ma una necessità di difesa. Anche in Italia il dibattito è aperto. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non esclude di proporre (prima in Consiglio ai ministri e poi in Parlamento) una bozza di disegno di legge che garantisca la difesa del Paese nei prossimi anni. “Non parlerà soltanto di numero di militari ma proprio di organizzazione e di regole”. Poi spiega: “Se la visione che noi abbiamo del futuro è una visione nella quale c’è minore sicurezza, una riflessione sul numero delle forze armate, sulla riserva che potremmo mettere in campo in caso di situazioni di crisi, va fatta”.
“I modelli costruiti 10-15 anni fa non tengono più”
Crosetto mette in discussione i modelli costruiti 10-15 anni fa”, di riduzione del numero di militari. “Noi abbiamo costruito negli anni scorsi modelli in Italia, in Germania, in Francia, che riducevano il numero dei militari. In questa nuova situazione tutte le nazioni europee stanno pensando di aumentare il numero delle forze armate. Ognuno ha un suo approccio diverso. Alcuni hanno addirittura ripristinato la leva. Anche noi in Italia dovremmo porci il tema di una riflessione che in qualche modo archivi le scelte fatte di riduzione dello strumento militare e in qualche modo porti a un suo aumento”.