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La Lega l’ancia l’Osseervatorio nazionale per arginare l’islamizzazione crescente in Italia e dire no al velo a scuola

Una battaglia di civiltà

Islamizzazione crescente, la Lega lancia l’Osservatorio: una task force di sindaci e politici per sicurezza e integrazione. Si riparte dal no al velo a scuola

Il Carroccio presenta l'iniziativa che, tra parlamentari e primi cittadini, e tra monitoraggio e norme, punta ad arginare un fenomeno sempre più dilagante alimentato da un malinteso buonismo e che infierisce su libertà e dignità di donne e bambine

Politica - di Bianca Conte - 13 Novembre 2025 alle 08:53

Mentre il dibattito politico a sinistra si logora tra gli infiniti tatticismi, giochini interni e corsa al centro con riposizionamenti in corso, il governo affronta le sfide in agenda e cerca la quadra su giustizia e fisco con la Lega che torna a incalzare sui temi identitari più sensibili. L’ultimo segnale lanciato appena ieri con la presentazione di un pacchetto di proposte firmate dal Carroccio da parte dei sottosegretari all’Interno Nicola Molteni e quello alla Giustizia Andrea Ostellari, i capigruppo di Camera e Senato Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo e le europarlamentari Susanna Ceccardi, Anna Maria Cisint e Silvia Sardone.

«Presentiamo un pacchetto di norme, lo mettiamo a disposizione delle forze di maggioranza, poi il governo si indirizzerà verso un disegno di legge o un decreto legge» hanno sottolineato glie esponenti leghisti, ribadendo che l’emergenza sicurezza per il Carroccio è soprattutto quello dei fenomeni di islamizzazione. Perché, si evince dalle proposte, non si tratta più solo di immigrazione o decoro urbano, ma di una vera e propria sfida alla società e ai valori occidentali.

Islam, la Lega lancia l’Osservatorio nazionale: un’iniziativa tra monitoraggio e norme

Ed è in questo contesto, e con queste premesse, che si inserisce il lancio dell’Osservatorio nazionale da parte delle europarlamentari Ceccardi, Sardone e Cisint, che vedrà la partecipazione di ben 20 sindaci da tutta Italia. Un’iniziativa che raccoglie il malcontento e le segnalazioni dirette dai territori, puntando a tradurre la percezione diffusa di insicurezza e malcontento civile in un pacchetto di norme stringenti e non più rinviabili. E che forte di un organico che vede la partecipazione mista di parlamentari, consiglieri e primi cittadini da tutta Italia, si prefigge il compito di monitorare i fenomeni dell’islamizzazione nel nostro Paese.

Il cuore pulsante dell’iniziativa è la lotta contro i simboli più visibili di un’integrazione fallita o, peggio, respinta. E sul punto la vicesegretaria Silvia Sardone è stata lapidaria: «Serve più coraggio», ha spiegato la vicesegretaria della Lega. C’è già una proposta di legge in materia, ma l’Osservatorio con i sindaci ha lo scopo di produrre «un pacchetto di norme contro l’islamizzazione del nostro Paese. Alcune proposte ci sono già, come quella dell’onorevole Iezzi per il divieto del velo islamico e per per togliere il giustificato motivo, siamo contenti che su questo ci sia anche il consenso di FdI».

«Norme contro l’islamizzazione e basta velo nelle scuole»

Ma, incalza Sardone, «il velo va abolito anche nelle scuole perché le bambine devono avere tutte la stessa libertà e dignità. L’Austria socialdemocratica a settembre ha presentato una proposta per togliere il velo negli istituti scolastici pubblici e privati. In Danimarca, dove la premier è socialdemocratica, già c’è il divieto nei luoghi pubblici e si vuole estenderlo anche nelle scuole». Anche perché, ha sottolineato a sua volta l’europarlamentare Susanna Ceccardi, «i fenomeni legati all’islamizzazione sono sempre più aggressivi. Parliamo di mutilazioni genitali, matrimoni forzati. Reati che violano la libertà delle donne. Non è una battaglia solo di sicurezza, ma di civiltà».

Non solo sicurezza, una battaglia di civiltà

Insomma, non si tratta di un capriccio o di un’ostinazione bellicosa, ma dell’affermazione di un principio fondamentale di libertà e dignità per donne e bambine. E per proteggere soprattutto le minori da imposizioni culturali discriminatorie. Un punto, sottolineano i protagonisti dell’iniziativa, su cui l’Italia non può permettersi di rimanere indietro in nome di un malinteso buonismo. Ignorare questi segnali significherebbe abdicare alla cultura di chi accoglie, e lasciare che le pretese di alcune comunità minino uguaglianza e integrazione.

Pertanto, mettendo in rete sindaci, parlamentari e governo, la Lega intende costruire una una struttura normativa che, tra monitoraggio e interventi concreti, punti ad arginare l’avanzata progressiva di pratiche incompatibili con la nostra legislazione e il nostro spirito.

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di Bianca Conte - 13 Novembre 2025