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La verità tradita

Il peccato originale della Bbc: il “Trumpgate” è solo la punta dell’iceberg, tutto iniziò con l’inganno a Lady D

L'emittente britannica affronta l’ennesima crisi, ma le radici del crollo affondano nel 1995, quando l’intervista alla principessa Diana fu ottenuta con falsi e menzogne poi coperte dai vertici

Esteri - di Alice Carrazza - 15 Novembre 2025 alle 13:05

Al centro della crisi etica che oggi travolge la Bbc non c’è il caso Trump, né l’ennesimo montaggio manipolato, né le dimissioni dei vertici. Tutto questo è conseguenza, non causa. L’epicentro vero resta quello del 1995, quando la Bbc permise e poi occultò l’inganno ai danni della principessa Diana. Un atto che non fu solo una violazione delle regole del giornalismo: fu un tradimento umano, morale e istituzionale.

Il peccato originale: quando la Bbc tradì Lady D

Quella trappola, orchestrata da Martin Bashir con l’uso di documenti falsificati e pressioni psicologiche indebite, diede origine a un terremoto destinato a scuotere la reputazione del servizio pubblico britannico per generazioni. È lì che affonda le radici la débâcle attuale. È lì che nasce il peccato originale che continua a gettare ombre lunghe fino al presente. A raccontarlo, non a caso, è nuovamente il The Telegraph, lo stesso a scatenare l’ultimo terremoto.

L’intervista che non sarebbe mai dovuta avvenire

Presentata come un colpo giornalistico senza precedenti, l’intervista di “Panorama” rivelò al mondo le fragilità di Diana, la sua lotta solitaria, il peso soffocante della vita a corte. Ma l’accesso a quella confessione non fu ottenuto con correttezza: Bashir manipolò, mentì e costruì un clima artificiale di minaccia.

La Bbc scoprì tutto nell’aprile 1996. Venne a sapere delle falsificazioni, e del fatto che Bashir aveva mentito ripetutamente –vizio del mainstream, che in Italia non sorprende, considerando la disinformazione diffusa su Giovanni Falcone e Paolo Borsellino utilizzata per attaccare il governo Meloni sulla riforma della giustizia-. Eppure, tornando Oltremanica, Diana non fu informata. La scelta fu una sola: proteggere l’istituzione, non la persona.

Il fratello di Diana, il conte Spencer, continua a denunciare quell’insabbiamento come una colpa imperdonabile. E la storia stessa, col senno di poi, sembra dargli ragione: se i dirigenti dell’epoca avessero parlato, la vita di Diana avrebbe potuto seguire un corso diverso.

Questa omissione resta uno degli scandali più cupi nella storia dei media occidentali. Non solo per la portata umana, ma perché rappresenta l’origine di tutti gli errori successivi.

Quattro direttori generali, zero responsabilità

La parte più inquietante dell’intera vicenda non è l’inganno in sé, ma ciò che accadde dopo. O meglio: ciò che non accadde. Lo scandalo avrebbe dovuto travolgere quattro diversi direttori generali. Nessuno di loro pagò.

John Birt, direttore generale tra il 1992 e il 2000, sarebbe stato costretto alle dimissioni se nel 1996 la verità fosse emersa. La Bbc scelse invece di nascondere tutto. Una sua lettera a un deputato, nella quale minimizzava l’impatto dei documenti falsificati, è oggi smentita dai fatti.

Tony Hall, allora capo delle news, condusse un’indagine interna definita più tardi “disastrosamente inefficace”. Se lo scandalo fosse esploso allora, la sua carriera sarebbe finita sul colpo.

Mark Thompson, alla guida dal 2004 al 2012, non agì quando il conte Spencer gli segnalò formalmente le menzogne di Bashir nel 2005. Fonti interne confermano che la lettera fu letta e discussa, ma liquidata come lo sfogo di un “piantagrane”. Un errore storico.

Tim Davie, ultimo nella catena, ignorò anch’egli la richiesta di approfondire. Le discrepanze tra le sue dichiarazioni pubbliche e i documenti disponibili sono tuttora materia di discussione.

Quattro direttori generali, un unico filo rosso: nessun conto pagato. Due siedono oggi nella Camera dei Lord. Uno guida conglomerati mediatici negli Stati Uniti. Un altro è tornato alla vita pubblica dopo una breve pausa. Il caso Diana rimane così una ferita aperta, aggravata da un vuoto totale di responsabilità.

Il nuovo sisma: il “Trumpgate” come sintomo, non causa

Le dimissioni di Tim Davie e Deborah Turness dopo la manipolazione di un discorso di Donald Trump hanno riportato la Bbc sotto i riflettori globali. Ma questo nuovo scandalo, per quanto clamoroso, non è che il riflesso tardivo di un sistema che non ha mai risanato la sua frattura originaria.

Il tycoon accusa la Bbc di aver montato in modo fuorviante un suo intervento del 6 gennaio 2021, dichiarando al Telegraph di essere pronto a chiedere un risarcimento tra “$1bn e $5bn”: «Hanno cambiato le parole che uscivano dalla mia bocca», ha affermato. «Il popolo del Regno Unito è molto arrabbiato».

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di Alice Carrazza - 15 Novembre 2025