Caccia all'oro e ai mandanti
Furto al Louvre, in custodia una presunta complice del colpo, ma la banda si sfilaccia: rilasciato uno dei primi sospettati fermati
Il clamoroso colpo da 88 milioni di euro si arricchisce di nuovi capitoli: con gli ultimi fermi, la polizia parigina stringe il cerchio, ma il bottino resta introvabile. E tra arresti confermati e rilasci sorprendenti, l'ombra della criminalità organizzata si allunga...
Il caso del “furto del secolo” al Museo del Louvre, avvenuto lo scorso 19 ottobre con la sparizione dei gioielli della Corona per un valore stimato in 88 milioni di euro, sta vivendo ore cruciali. L’iniziale sconcerto per l’audacia di un colpo durato meno di otto minuti. E per quella rocambolesca fuga a bordo di scooter (con tanto di parte del bottino perso per strada), sta lasciando spazio all’azione serrata degli inquirenti. I quali, passo dopo passo, stanno smantellando il presunto commando.
Furto al Louvre: rilasciato senza accuse uno dei sospettati
Eppure, agli atti c’è che uno dei sospettati arrestati per il furto di gioielli del Louvre è stato rilasciato senza accuse. Con tanto di dichiarazioni all’Afp dei suoi avvocati, Sofia Bougrine e Noemie Gorin. In totale, allora, sette sospettati sono stati fermati per la rapina. E diversi di loro sono comparsi questa mattina davanti ai magistrati in un tribunale di Parigi. Cinque dei sospettati erano stati arrestati all’inizio di questa settimana. E tra loro c’era, appunto, l’uomo che è stato poi rilasciato.
Le indagini tradizionali e la scia del Dna…
Nonostante tutto si continua a parlare di svolta. Una svolta che si sarebbe già concretizzata con i primi arresti, resi possibili grazie a tracce biologiche lasciate sulla scena del crimine e sullo scooter utilizzato per la fuga. Due uomini, un fattorino algerino e un ex tassista francese, entrambi con precedenti per furti e già noti alla polizia, erano stati fermati e avevano parzialmente ammesso il loro coinvolgimento, fornendo le prime indicazioni sulla dinamica del colpo “grosso” al Museo. L’attenzione degli inquirenti, però, si è subito focalizzata sull’ipotesi di un gruppo più ampio. Con il sospetto di una rapina su commissione…
A questi due fermi, poi, se ne sono aggiunti rapidamente altri cinque, compreso quello di uno degli uomini ritenuti essenziali per l’introduzione della banda, forse colui che ha manovrato il “famoso” montacarichi utilizzato per accedere alla Galleria d’Apollo. In totale, si contano sette persone arrestate e poste in custodia cautelare in diverse operazioni svolte nella regione parigina.
Furto al Louvre: 38enne accusata di complicità in furto organizzato
Tra loro, una donna di 38 anni arrestata questa settimana insieme ad altre quattro persone per il furto di gioielli al Louvre è stata accusata di complicità in furto organizzato e associazione a delinquere finalizzata a commettere un crimine. Oggi la donna è comparsa davanti a un magistrato. La trentottenne si è abbandonata alle lacrime quando è comparsa in un tribunale di Parigi, dicendo di temere per «i suoi figli» e per se stessa. Ma il magistrato ha addotto al «rischio di collusione» e «turbamento dell’ordine pubblico» la necessità di detenzione della sospettata.
Il pesante sospetto su una “donna complice” della banda
L’ultima notizia di rilievo, allora, è l’arresto di questa 38enne residente a Le Courneuve (piccolo comune al nord di Parigi), formalmente incriminata come complice nel colpo. La sua comparsa davanti al giudice è un elemento significativo. La presenza di una complice donna, infatti, suggerirebbe che l’organizzazione non era solo composta da meri esecutori, ma che il supporto logistico e la rete di copertura potrebbero essere più vasti e complessi di quanto ipotizzato inizialmente.
Questo arresto, dunque, rafforza la convinzione che dietro il furto (su commissione?) ci sia una criminalità organizzata specializzata, capace di coordinare l’azione sul campo con il necessario supporto esterno.
Non solo. Adrien Sorrentino, avvocato della donna messa in custodia cautelare, ha affermato che la sua cliente nega «con veemenza» le accuse mosse contro di lei. «È devastata», ha detto il legale alla stampa. «Questo è un colpo spettacolare, e la decisione che è appena stata presa è spettacolare: una giovane donna è appena stata messa in detenzione nonostante sia presunta innocente», ha aggiunto il difensore.
In totale allora, due delle cinque persone arrestate questa settimana sono state accusate oggi. Mentre le altre tre sono state rilasciate senza accuse, hanno dichiarato all’Afp fonti della polizia e fonti vicine al caso. Un’altra persona sotto indagine è stata anch’essa posta in custodia cautelare in attesa di un’udienza rinviata a martedì, ha dichiarato una delle fonti. Sofia Bougrine, avvocata di uno di loro, ha parlato di arresti indiscriminati: «In questi casi di criminalità grave, constatiamo che le ondate di arresti assomigliano più alla pesca a strascico», ha detto.
Furto al Louvre, i 7 fermi e il mistero del bottino invendibile (e introvabile)
Insomma, nonostante il cerchio si stia stringendo sui responsabili, la verità sembra ampliarsi e allontanarsi al tempo stesso. E con il vero enigma che resta al centro della scena: l’assenza dei gioielli. Il bottino, di valore non solo economico ma soprattutto storico-patrimoniale inestimabile (pezzi della collezione napoleonica, tra cui corone e diademi, eccezion fatta per la tiara dell’Imperatrice Eugenia danneggiata e subito recuperata), è universalmente considerato “invendibile” sul mercato legale. Ma anche su quello “nero” tradizionale.
La Procura di Parigi, mantenendo un rigoroso riserbo, ha più volte lanciato un appello per la restituzione spontanea dei beni. Mettendo in guardia i potenziali ricettatori. L’ipotesi che i gioielli vengano smembrati per vendere le singole pietre preziose tagliate è al momento, dunque, il timore principale degli esperti.
E tutto sembra contribuire a far sì che il caso del Louvre, con i suoi colpi di scena. E la caccia all’uomo conclusa in pochi giorni, si confermi un thriller moderno. Un mistero per cui ora gli investigatori puntano a svelare il vero obiettivo del furto: chi è il mandante? E perché rischiare tanto per un tesoro che, una volta rubato, sembra destinato a svanire nel nulla?