Ospite di Inciocchi ad Agorà
Foti ottimista sul Pnrr: “L’erogazione da parte dell’Ue dell’ottava rata dimostra che l’Italia sta raggiungendo gli obiettivi”
Il ministro ricorda che l'Europa liquida solo quando i Paesi raggiungono gli obiettivi prefissati. Sul referendum sulla Giustizia ricorda: centrodestra coerente con quella che consideriamo una battaglia di libertà
Il ministro per gli Affari europei, Pnrr e Politiche di Coesione del governo Meloni, Tommaso Foti, è intervenuto questa alla trasmissione condotta da Roberto Inciocchi “Agorà” su Rai3. Al centro dell’intervista i tanti temi di attualità, a partire proprio dall’erogazione della rata del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che secondo il ministro competente nella materia “è la dimostrazione che l’Italia è in movimento e che il PNRR è in movimento. L’assegnazione delle risorse, infatti, significa poco: se non raggiungi gli obiettivi l’Unione Europea non liquida alcuna rata“.
Raggiunti finora 366 obiettivi
Foti ha spiegato che “l’ottava rata del Pnrr “Che sia il 28 novembre o il 2 di dicembre – quello è un aspetto tecnico che sta affrontando l’Unione Europea – verrà liquidata, che è di 12,3 miliardi. Ad oggi, se noi calcoliamo gli obiettivi raggiunti per ottenere i soldi dell’ottava rata dall’inizio del Pnrr, abbiamo raggiunto 366 obiettivi, ma noi al 30 dicembre dobbiamo presentare un’ulteriore dimostrazione di aver raggiunto 50 obiettivi che daranno luogo a un’altra erogazione di 12,8 miliardi. Rimane poi la decima rata entro il 30 giugno – o 30 agosto perché in realtà la rendicontazione è possibile fino al 30 agosto – che è pari a 159 obiettivi da raggiungere per oltre 28 miliardi di euro per quanto riguarda l’erogazione”.
Ucraina: il piano Trump è alla base della discussione
Tra i temi dell’intervista su RaiTre, immancabilmente c’è anche quello del piano Trump per la fine della guerra in Ucraina. Il ministro Foti, ha sottolineato che a suo parere “nessuno possa negare che il piano di 28 punti del presidente Trump è una base di discussione forte. È evidente che ci sono due parti che devono trovare un accordo e nessuna delle due in questo momento ha interesse a sbilanciarsi troppo, però è la strada sulla quale l’Europa può intervenire per cercare di arrivare a quello che è l’obiettivo generale, una pace giusta e duratura perché questo è lo scopo che deve essere perseguito in relazione anche al futuro dell’Ucraina”.
Tre i temi aperti: confini, dimensione esercito e futura collocazione Ucraina
“Sappiamo perfettamente che rimangono sul campo tre temi: i confini, la dimensione futura dell’esercito ucraino e anche il futuro della collocazione dell’Ucraina, che non a caso, quando è stata invasa, ha chiesto l’adesione all’Unione Europea”. Secondo il ministro, al momento “abbiamo uno scacchiere con i paesi del Balcani occidentali che chiedono di aderire all’Unione Europea, Ucraina e Moldova che chiedono di aderire all’Unione Europea: è evidente che sono passaggi che prevedono anche un adeguamento di quei Paesi a quelli che sono i valori e le normative dell’Unione Europea in termini di stato di diritto. Su questo tema siamo già in una fase di esame con i vari cluster, ovviamente con degli andamenti diversi perché è chiaro che in una zona di guerra raggiungere obiettivi che sono previsti all’interno dell’Unione Europea diventa più difficile rispetto a Paesi che sono in un’area di pace”.
Regionali: fa pensare il calo fortissimo di partecipazione
Immancabile la domanda sulle elezioni regionali che si sono chiuse lunedì. Per Foti “Al di là del 3 a 3, che era un risultato che avevamo abbastanza chiaro sotto il profilo della possibilità della conclusione della partita, penso che il dato oggettivo di questa tornata elettorale che deve far pensare è il calo fortissimo della partecipazione degli elettori, il che significa due cose: in primo luogo che l’election day a un’attrazione diversa da elezioni ‘a spizzichi e bocconi’ ogni mese che, fatalmente, fanno venir meno anche una centralità politica, marginalizzando un po’ il dibattito a quella che è una questione locale, ma che non smuove l’elettorato. La seconda considerazione da fare è che indubbiamente bisogna cercare di dare una prospettiva diversa a questo tipo di elezioni, bisogna cercare di fare in modo tale che l’elettore ritorni ad essere convinto che la sua decisione non è una decisione notarile”.
Giustizia: centrodestra coerente su una battaglia storica
Archiviata la pratica delle consultazioni regionali, l’attenzione sarà da oggi puntata sul tema del referendum sulla giustizia. Per Foti “La separazione delle carriere è una battaglia che il centrodestra ha sempre proposto agli elettori e che ogni volta che il centrodestra ha vinto è stata riproposta: questa volta è stata conclusa. Dall’altra parte si vuol fare un referendum contro Meloni” che “ha attuato una parte anche di quelle che erano le idee dell’attuale opposizione e che oggi nega: faccio riferimento a quanto si leggeva nel programma dell’onorevole Martina come segretario del PD dove c’era la separazione delle carriere e al programma elettorale del PD delle elezioni del 2022 dove era prevista un’altra Corte per giudicare il comportamento dei giudici”, sottolinea. “Il centrodestra è stato coerente: non è una battaglia politica, è una battaglia di libertà. Decidono gli elettori come ritengono più opportuno”, ha concluso l’esponente del governo.