Bimbi strappati ai genitori
Famiglia nel bosco, il sindaco di Palmoli offre una casa in paese: ma il caso è già oltre, e approda anche in Ue
La vicenda dei genitori neo-rurali che ha visto l'allontanamento dei loro tre figli, trasferiti in una comunità educativa protetta dove si trova anche la madre, continua a tenere banco: tra il ministro Nordio che esamina le carte arrivate sulla scrivania. E la Lega che presenta un'interrogazione su «una possibile violazione della Carta dei diritti»
Sui destini della famiglia che vive nel bosco, forte anche della sollevazione popolare accreditata in una valanga di raccolta firme che hanno segnalato chiaramente la presa di posizione dell’opinione pubblica, si aggiorna agli ultimi interventi su quello che è diventato un caso “simbolo”. E allora, partiamo proprio dall’ultima iniziativa, rilanciata dal sindaco di Palmoli, Giuseppe Masciulli, che ha lanciato un accorato appello alla famiglia, offrendo un’abitazione gratuita in paese per consentire il ricongiungimento con i figli. «Fatelo per il bene dei bimbi, in questo modo potrete ricongiungervi a loro», ha esortato il primo cittadino, spiegando che l’abitazione comunale sarebbe disponibile in «attesa della ristrutturazione del casolare nel bosco».
Famiglia che vive nel bosco, il caso fa rumore
Come ormai noto, la decisione di allontanare i minori è stata presa dal Tribunale dei Minori de L’Aquila soprattutto in virtù del fatto che la casa dove la famiglia alloggia non sarebbe abitabile, mancando di utenze e servizi igienici adeguati (il bagno interno è stato sostituito da un bagno a secco esterno). Ma c’è di più. il primo cittadino Masciulli ha chiarito che la decisione del Tribunale non è stata improvvisa, ma è il culmine di un processo durato mesi, durante i quali i genitori, Catherine Birmingham e Nathan Trevallion, non avrebbero ottemperato a diverse richieste dei servizi sociali.
E il sindaco di Palmoli offre un’abitazione gratuita in paese
Il Comune aveva già offerto loro un alloggio ammobiliato dopo le prime segnalazioni (nate a settembre in seguito a un’intossicazione da funghi), ma la famiglia l’aveva abbandonato per tornare nel bosco. E, nonostante un percorso condiviso concordato con gli avvocati, genitori e figli non avrebbero partecipato agli incontri psico-educativi e non avrebbero permesso gli accertamenti sanitari.
Ma intanto gli atti sulla vicenda arrivano sulla scrivania di Nordio
Ciò nonostante, il sindaco sottolinea che l’allontanamento è traumatico per i minori e costoso per il Comune, che ne sostiene interamente le spese. Auspica una ricomposizione dei rapporti attraverso la disponibilità della famiglia ad accettare l’alloggio temporaneo, definendo il ri-affidamento dei minori come il «bene supremo» che va oltre modifiche strutturali e norme su abitabilità e codici. Non a caso, infatti, la vicenda ha raggiunto i massimi livelli istituzionali. Al ministero della Giustizia, come si apprende, sono iniziati gli accertamenti per fare luce sul caso. Con il titolare del dicastero di Via Arenula, Carlo Nordio, che è tornato a sostenere «prematura qualsiasi considerazione procedurale», pur ammettendo che «strappare un bambino dalla famiglia è un atto estremamente doloroso, quindi bisognerà approfondire».
L’intervento del governo e il commento di Matteo Salvini sui social
Intanto, la Lega a sua volta in prima linea sul caso, dopo l’intervento di premier e ministro della Giustizia, ha fatto registrare l’ultimo intervento politico sulla vicenda firmato Matteo Salvini, che sui social ha emblematicamente postato commentando la pratica a tutela dei magistrati del Tribunale dei Minori de L’Aquila avanzata al Comitato di Presidenza del Csm: «I giudici tutelano i giudici. E quei tre bambini strappati ai genitori, chi li tutela?».
«I giudici tutelano i giudici. E quei tre bambini strappati ai genitori, chi li tutela?»
Un interrogativo retorico che coglie e rilancia a sua volta l’europarlamentare Susanna Ceccardi, che ha presentato un’interrogazione prioritaria alla Commissione europea, chiedendo di verificare se la decisione della magistratura italiana possa configurare una violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Secondo la Ceccardi, l’allontanamento deve essere l’ultima ratio. Mentre la scelta di uno stile di vita non convenzionale, a contatto con la natura, non dovrebbe essere trattata di per sé come pericolosa.
Chieti, famiglia che vive nel bosco, Ceccardi: «Presentata un’interrogazione Ue, possibile violazione della Carta dei diritti»
Pertanto dichiara: «Ho presentato un’interrogazione prioritaria alla Commissione europea sul caso dei bambini strappati alla famiglia che vive nei boschi in Abruzzo, una vicenda che solleva interrogativi seri sul rispetto dei diritti fondamentali». Quindi aggiunge in calce e conclude (per il momento): «Con questo atto urgente chiedo a Bruxelles di verificare se la decisione della magistratura italiana possa configurare una violazione della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e di monitorare la vicenda – spiega e precisa la Ceccardi –. L’allontanamento dei minori, infatti, deve essere davvero l’ultima ratio e sempre fondato su prove solide e verificabili: qui invece abbiamo una famiglia che ha scelto uno stile di vita semplice e a contatto con la natura, certamente non convenzionale, ma che non dovrebbe essere trattato come pericoloso di per sé»…