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Famiglia che vive nel bosco, Pro Vita & Famiglia plaude all’intervento di Meloni e Nordio e rilancia la sua petizione che ha già raccolto 38.000 firme: i bambini tornino a casa

Tra choc e rabbia

Famiglia che vive nel bosco, “Pro Vita” plaude a Meloni e Nordio e rilancia la petizione firmata a valanga: i bambini tornino a casa

L'allontanamento dei 3 figli di Nathan e Catherine scatena l'indignazione popolare e motiva l'intervento di premier e Guardasigilli, con "ProVita&Famiglia" che, superate le 38.000 adesioni alla sua istanza, denuncia un "precedente pericoloso" per la libertà educativa. E su La7 torna parlare il papà dei piccoli portati via da casa...

Cronaca - di Filomena Auer - 24 Novembre 2025 alle 13:34

Il caso della “famiglia dei boschi”, papà Nathan Trevallion e mamma Catherine Birmingham, che con i due gemelli di 6 anni e una bambina di 8, si sono ritagliati il loro spazio vitale e la loro vita off grid nel casale dei boschi di Palmoli, a Chieti, ha scosso profondamente l’opinione pubblica, catalizzando sulla vicenda una profonda e radicatissima indignazione sui social media. E non smette di fare rumore. L’allontanamento coatto dei piccoli da parte del Tribunale dei Minorenni dell’Aquila, motivato da una scelta di vita e un’educazione ritenute “non convenzionali” e outdoor ha provocato una ferma reazione popolare, con migliaia di cittadini che si sono scagliati contro la decisione del magistrato, esprimendo rabbia per quella che viene percepita come una grave violazione della libertà educativa.

Famiglia che vive nel bosco, insurrezione popolare e politica

Come noto, i piccoli sono in una casa famiglia con la madre che può fare loro visita: il tribunale de L’Aquila ha sospeso a madre e padre la podestà genitoriale, e loro, attraverso il legale che li difende e rappresenta, si preparano a presentare ricorso in una vicenda che divide l’opinione pubblica. E intanto, con il caso sotto i riflettori dei media, registra nella giornata di oggi le parole del padre dei 3 figli che, come riporta Il Tempo, intervistato a L’aria che tira, ha ribadito quanto già denunciato nei giorni scorsi: «Non stanno sereni là, non sono tanto felici perché stanno rinchiusi e non sono abituati. Loro sono abituati a essere liberi, ad arrampicarsi sugli alberi e a correre per le campagne, montando a cavallo, giocando con l’asino… Tutto un altro tipo di quotidianità».

E anche il grido d’allarme di “Pro Vita &Famiglia”

Non solo. Perché in questo contesto di forte tensione, sono arrivati – e con nettezza – gli interventi risolutivi delle istituzioni. Sui quali, in queste ore si registra il plauso condiviso a profusione per l’azione del governo: il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, su sollecitazione della premier Giorgia Meloni, ha richiesto formalmente alla Procura Generale dell’Aquila una relazione ufficiale per fare piena luce sulla vicenda. Un passo accolto con favore, tra gli altri, anche da Pro Vita & Famiglia onlus, che con una petizione popolare che ha superato le 38.000 firme, chiede fermamente l’immediato ritorno dei bambini alla loro casa e all’abbraccio di entrambe i genitori.

Il portavoce dell’associazione: «Precedente pericoloso per ogni scelta educativa non standard»

Attualmente, infatti, i piccoli si trovano in una casa famiglia con la madre, ma sono descritti come turbati e desiderosi di tornare alla loro intimità domestica e realtà naturalistica della vita nel bosco. E a riguardo, entrando nel merito di risvolti giudiziari, familiari, e umani, l’associazione Pro Vita & Famiglia, per voce del portavoce Jacopo Coghe, ha sottolineato come l’allontanamento sia ingiustificato in assenza di danni certificati per i bambini, paventando un «precedente pericoloso» per ogni scelta educativa “non standard”, e chiedendo con forza il ricongiungimento del nucleo familiare.

Famiglia che vive nel bosco, “Pro vita”: «Dal tribunale una violazione della libertà educativa»

«Ribadiamo che i figli non sono dello Stato e le famiglie non possono essere spaccate solo perché “colpevoli” di scegliere un modo di vita diverso e un’educazione non convenzionale, soprattutto quando non ci sono conseguenze dannose certificate per i bambini – ha spiegato Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus –. Il Tribunale dei Minorenni dell’Aquila sta quindi portando avanti una violazione della libertà educativa, tra l’altro aprendo un precedente pericoloso: oggi tocca a chi vive nella natura, domani potrebbe toccare a chi sceglie percorsi scolastici non statali o vive secondo i propri valori morali e religiosi spesso ritenuti controcorrente o – per l’appunto ndr – “non standard”». Concludendo in calce: «Ci auguriamo quindi l’immediato ritorno a casa dei bambini e della loro mamma che è insieme a loro in una casa famiglia – chiosa Coghe – ma che, secondo le indiscrezioni della stampa, non avrebbe neanche il diritto di dormire con i figli»…

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di Filomena Auer - 24 Novembre 2025