Dobbiamo ridere?
Conte complottista è tutto da ridere: “Meloni alta nei consensi perché ha una mostruosa concentrazione di tv e giornali”
Giuseppe Conte gigioneggia sul sondaggio del Domani che lo vede insieme alla premier tra i leader più preferiti dai giovani (“Ringrazio per la fiducia”). Anche se i dati vanno letti tutti: Giorgia Meloni, che si attesta al 33% tra gli under 25 (poco sotto il leader M5S), poi stravince tra gli over 25: per la premier il gradimento è del 40%, per il numero uno pentastellato scende al 26. Tuttavia si sente in vena di spararle grosse e sempre sul Domani rilascia un”intervista “temeraria”, sempre a proposito del gradimento dei leader, argomento che solletica la sua vanità politica.
Conte delirante: Meloni vince perché ha in mano i media
Per l’ex premier, Giorgia Meloni resta alta nei consensi “perché la destra ha in mano direttamente e indirettamente una mostruosa concentrazione di tv e giornali”. Non credevamo ai nostri occhi leggendo le sue parole. Eppure Conte ha avuto la faccia tosta di affermare una tesi surreale. Una sparata bella e buona. “Tengono alta la propaganda e scaricano ogni colpa sull’opposizione, mentre stanno campando di rendita grazie ai 209 miliardi del Pnrr. Ma dopo tre anni e quattro manovre di bilancio si iniziano a vedere i danni della loro incapacità”, prosegue. La tesi del complotto mediatico contro l’opposizione è comica e patetica. Basta avere l’onestà intellettuale di riandare ai momenti salienti della legislatura da tre anni a questa parte: anche un ragazzino mediamente brillante delle scuole medie si renderebbe conto di quanto il governo di centrodestra sia stato messo sotto attacco: fin da subito le richieste di dimissioni dei vari ministri è stata quotidiana. Le critiche feroci di ogni tipo alla premier – famiglia, figlia, viaggi- su ogni tema sono archiviate nelle emeroteche se qualcuno volesse fare un ripasso. Altro che propaganda.
La teoria del complotto fa ridere gli italiani
Persino nella fantomatica TeleMeloni il governo e i suoi principali protagonisti sono stati messi al centro di innumerevoli inchieste, come Report insegna. Ma anche “Il Cavallo e la Torre”, condotto da Marco Damilano non scherza quando c’è da fare critiche. Il pluralismo impera in tutti talk del servizio pubblico. Dove veda Conte la “mostruosa concentrazione di tv e giornali” che innalzerebbero il consenso della premier può dircelo solo lui. E che Conte non brilli per lucidità lo si vede anche quando affronta il tema sicurezza: emergenza che solo ora, fuori tempo massimo, l’opposizione sta sventolando come fosse una sua bandiera. Conte ha tenuto a precisare come il M5S non copi nessuno; e “soprattutto non soffiamo sulle paure”. Eppure basta andarsi a rivedere la furia delle sue dichiarazioni contro i decreti sicurezza del governo e allora tali parole risulteranno in tutta la loro incoerenza. Che oggi lui e la sinistra riscoprano l’emergenza sicurezza ha un solo effetto: quanto gli italiani si sentano presi in giro da chi cambia idea ad ogni piè sospinto. Non abbocca nessuno…