Metti una sera a Susa
Chiave inglese e slogan su «uccidere un fascista»: contro Ramelli l’ignobile show degli “zombie” antifà. Guarda il video
No Tav e centri sociali hanno tirato fuori tutto il peggiore armamentario anni Settanta contro la presentazione del libro di Giuseppe Culicchia sulla storia del 18enne milanese ucciso 50 anni fa da un commando di Avanguardia operaia
C’era il macabro e disumano striscione con la chiave inglese e lo slogan «Fascio morto concime per l’orto», che richiamava al modo in cui è stato ucciso Sergio Ramelli. E c’erano i cori scanditi con mani ai lati della bocca perché si sentissero meglio: da «La nonna partigiana me l’ha insegnato, uccidere un fascista non è reato» a «ci piace di più il fascista a testa in giù», fino all’immarcescibile «fascisti carogne tornate nelle fogne». C’era, insomma, tutto il vecchio armamentario anni Settanta, ieri a Susa, in provincia di Torino, alla manifestazione con cui No Tav e Askatasuna, spalleggiati dall’Anpi, hanno contestato, sperando di farla saltare, la presentazione del libro di Giuseppe Culicchia su Ramelli che ha per titolo proprio quello slogan, Uccidere un fascista, scelto però per sottolineare l’abominio politico, ideologico e culturale che portò all’omicidio del 18enne milanese. La seconda parte del titolo è Sergio Ramelli, una vita spezzata dall’odio.
Gli “zombie” antifà contro la memoria di Sergio Ramelli
A 50 anni di distanza non solo gli antifascisti non riescono a comprendere quel monito, ma lo rifiutano, facendosi vanto di nutrirsi di un odio cieco come zombie privi di coscienza. Le immagini della manifestazione sono state pubblicate da Gioventù nazionale sui propri social. «Ieri a Susa, NoTav, Anpi e Askatasuna volevano impedire la presentazione del libro su Sergio Ramelli scritto da Giuseppe Culicchia. La storia di un ragazzo come noi ucciso a colpi di chiave inglese dai predecessori di chi oggi tenta di impedirne di il ricordo. Contro l’odio dell’estrema sinistra la risposta migliore è stata una sala piena e un muro di giovani determinati a difendere il regolare svolgimento dell’evento. Davanti allo schifo di chi inneggia all’omicidio di un ragazzo di 18 anni, ci troverete sempre in piedi», si legge nel post di accompagnamento.
Il video dell’indegna manifestazione di Susa
«Le intimidazioni dei pochi manifestanti No tav non hanno scoraggiato i cittadini di Susa, che hanno riempito la biblioteca per ascoltare la presentazione di Culicchia su Ramelli, lanciando un messaggio chiaro: la valle non è più ostaggio della violenza antagonista, tantomeno quando vorrebbe censurare la storia dei ragazzi di destra assassinati dal brigatismo rosso», è stato il commento dell’assessore regionale Maurizio Marrone, che è intervenuto alla presentazione.
Porro: «Una cosa indegna»
Quello che è accaduto a Susa è stato raccontato in diretta tv da Nicola Porro a Quarta Repubblica, che ha suo social ha commentato parlando di «una cosa indegna». Al giornalista è andato il ringraziamento dell’eurodeputato e capodelegazione di FdI a Bruxelles, Carlo Fidanza, che ha inoltre sottolineato che «questi vermi non saranno mai degni del sorriso di Sergio». Di «scena inaccettabile» ha parlato poi il deputato Paolo Trancassini, ricordando che si tratta di «una deriva che nulla ha a che fare con il dissenso democratico e che offende la memoria, la civiltà e le regole della convivenza». «La violenza – evocata, giustificata o celebrata – resta violenza. E uno Stato democratico ha il dovere di condannarla sempre, senza ambiguità», ha concluso Trancassini.