Garofani e giustizia
Bocchino a PiazzaPulita stende il saputello Carofiglio: “Non abbiamo bisogno di imparare da te”
Ancora una volta aPiazzaPulita Italo Bocchino affonda l’avversario. Questa volta, e non è la prima, il giornalista incrocia i guantoni con Gianrico Carofiglio, ex magistrato e senatore del Pd. Due i temi caldi nel talk show condotto da Formigli nella puntata di giovedì 27 novembre. Il caso del consigliere del Quirinale Garofani e la riforma della giustizia, che fa venire l’orticaria alle toghe militanti.
Scontro Bocchino-Carofiglio a PiazzaPulita su Garofani
Carofiglio inizia con un attacco boomerang al capogruppo di FdI a Montecitori, Galeazzo Bignami. “Il caso del consigliere del Colle e l’attacco al Capo dello Stato da parte di Bignami è come il gioco dello schiaffo del soldato, nessuno è colpevole”. Non è così ribatte Bocchino mettendolo a tacere. “Non c’è stato alcuno attacco al Capo dello Stato, Bignami ha solo chiesto una smentita da parte di Garofani che però non c’è stata, dato che al Corriere ha confermato tutto parlando di una chiacchierata tra amici”. Respinti al mittente anche gli attacchi dell’ex magistrato alla figura di Bignami con la vecchia storia della maschera da nazista a Carnevale. “Ha sbagliato, ha chiesto scusa, sono passati da trent’anni. Vogliamo fare il plotone di esecuzione? Carofiglio ha dato un’interpretazione macchiettistica. Bignami è una persona serissima – ribatte il direttore editoriale del Secolo d’Italia – è una persona di altissimo livello”.
Giustizia, Bocchino: no la paternale no, non abbiamo bisogno di imparare da te
I riflettori si spostano sul referendum sulla giustizia. E qui Carofiglio, non avendo troppi argomenti nel merito, se non che è una riforma sbagliata a cui si opporrà, si aggrappa a una parolina pronunciata da Bocchino per dare lezioni di semantica. “Qui stiamo parlando di una riforma che va a toccare alti funzionari dello Stato come i magistrati…”, dice il giornalista. A quel punto Carofiglio prende la matita rossa: sbagliato. “I funzionari sono nella pubblica amministrazione, non nella magistratura che è il potere giudiziario e non quello esecutivo, dove ci sono i funzionari”. Per Bocchino è troppo. “Per favore non fare la paternale eh, qui non abbiamo bisogno di imparare da te”. Gioco, partita, incontro.