Il progetto
A tutto Ponte. Arrivano le fragili motivazioni del no della Corte dei Conti, il governo rilancia: “Ripartiamo”
Le tanto attese motivazioni della Corte dei Conti per il “no” al Ponte sullo Stretto sono arrivate. E mostrano tutta la loro fragilità, che porta il governo Meloni a rilanciare: “Chiariremo i rilievi e andremo avanti”, in sintesi. Ma cosa dice oggi la magistratura contabile, dopo lo stop di ottobre?
Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti spiega il no
Violazione di due direttive europee, tra cui quella relativa alla conservazione di habitat naturali, e mancanza del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti sul piano tariffario, sono i principali motivi alla base della decisione della Corte dei Conti che ha negato il visto e la conseguente registrazione alla delibera del Cipess (di agosto). La magistratura contabile, esaminando la delibera del Cipess che dava l’ok al progetto del Ponte sullo Stretto, ha rilevato una “violazione della direttiva 92/43/Ce del 21 maggio 1992 relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali”, a causa, si legge, “della carenza di istruttoria e di motivazione della c.d. delibera Iropi”.
Secondo la Corte, “in via generale, l’iter procedurale osservato” non risulta “coerente con il riparto di competenze e la doverosa distinzione tra attività di indirizzo politico e attività amministrativa”. C’è poi una seconda direttiva europea che, secondo la Corte, non è stata rispettata: “La direttiva 2014/24/Ue”, la cosiddetta direttiva sugli Appalti, in particolare l’articolo 72 in particolare, in considerazione “delle modificazioni sostanziali, oggettive e soggettive, intervenute nell’originario rapporto contrattuale”. Infine, manca “l’acquisizione del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti in relazione al piano tariffario posto a fondamento del piano economico e finanziario”.
La reazione di Palazzo Chigi
“Le motivazioni della deliberazione della Corte dei conti sul Ponte sullo Stretto saranno oggetto di attento approfondimento da parte del governo, in particolare delle amministrazioni coinvolte, che da subito sono state impegnate a verificare gli aspetti ancora dubbi”, scrive in una nota palazzo Chigi. “Il governo – si legge ancora – è convinto che si tratti di profili con un ampio margine di chiarimento davanti alla stessa Corte, in un confronto che intende essere costruttivo e teso a garantire all’Italia un’infrastruttura strategica attesa da decenni”.