Un chilo di tritolo sotto casa del giornalista di Report Sigfrido Ranucci, due auto in fiamme, solidarietà bipartisan, governo in prima linea con la premier Meloni e il ministro Piantedosi che fa scattare l’allarme sicurezza. Eppure c’è già chi specula. Sono gli immancabili cattivi maestri di provata fede progressista che non esitano, scava scava, ad accusare il governo di alimentare un clima di odio. Una sorta di “mandante occulto”. Tra questi incendiari spiccano Roberto Saviano e Gad Lerner.
Ranucci, Saviano pronto a speculare
“Quello che è accaduto stanotte a Sigfrido Ranucci non riguarda solo lui, ma il clima che stiamo accettando. Quando si decide che un giornalista può diventare un bersaglio, significa che qualcuno vuole stabilire che certi argomenti non si devono toccare. La delegittimazione mira ad attaccare non le idee o il lavoro, ma la persona. E quando si trasforma qualcuno in un bersaglio pubblico, prima o poi qualcuno penserà di poter colpire anche fuori dallo schermo. Continuare a raccontare, oggi, è già un atto di resistenza civile”. Elmetto in testa, lo scrittore di Gomorra non si non rinuncia al suo pulpito quotidiano contro il governo. Saviano ha già deciso. Si sostituisce agli inquirenti e trova la pista: niente criminalità organizzata, il mandante è politico.
Lerner: colpa delle classi dirigenti eversive
Non è da meno Gad Lerner con un commento decisamente sopra le righe. Udite udite, la regia dell’attentato al giornalista di Report è delle “classi dirigenti sovversive”. “L’Italia delle bombe e dell’intimidazione ai giornalisti scomodi: l’abbiamo già conosciuta nel passato, si manifesta vigliaccamente sotto la regia di classi dirigenti sovversive”. Voilà. Anche l’ex giornalista del Fatto e de La 7, un passato giovanile a Lotta Continua e poi nel Pd, ha la verità in tasca e processa l’esecutivo. L’attentato a Ranucci ha per mandante le “classi dirigenti”.
L’Usigrai punta il dito contro La Russa
L’Usigrai segue la scia e punta il dito contro Ignazio La Russa, tra i primi a esprimere solidarietà al giornalista colpitpo. La seconda carica dello Stato sarebbe responsabile della “campagna d’odio” contro Report, dicono i militanti del sindacato annunciando un presidio sotto viale Mazzini.