
La triangolazione
Trump più di due ore al telefono con Putin: «Colloquio produttivo, ci vedremo a Budapest per provare a fermare la guerra»
La conversazione arriva alla vigilia della missione di Zelensky a Washington che, secondo quanto emerso, dovrebbe avere al centro la fornitura di missili Tomahawk all'Ucraina
Donald Trump e Vladimir Putin si incontreranno a Budapest, «una location concordata, per vedere se si riesce a mettere fine a questa guerra ingloriosa tra Russia e Ucraina». A renderlo noto è stato lo stesso presidente americano con un post sul social Truth, al termine di una telefonata con Putin di cui aveva dato notizia oltre due d’ore prima, annunciando che il colloquio sarebbe stato «lungo» e che ne avrebbe riferito al termine. Secondo quanto riferito dal consigliere di Putin, Yuri Ushakov, la telefonata è avvenuta «su nostra iniziativa» e sarebbe stato Trump a proporre Budapest come sede per l’incontro.
La telefonata tra Trump e Putin alla vigilia della missione di Zelensky a Washington
La telefonata è arrivata alla vigilia dell’incontro di Trump con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che domani sarà a Washington. Trump l’ha definita «molto produttiva», riferendo che Putin si è anche congratulato con lui per «il grande risultato ottenuto in Medio Oriente, un qualcosa che, secondo lui, è stata sognato per secoli». «Credo che il successo in Medio Oriente ci aiuterà a mettere fine al conflitto tra Russia e Ucraina», ha aggiunto Trump, manifestando una speranza espressa anche da Zelensky subito dopo l’accordo. Trump, però, in un altro post è anche tornato ad avvertire che «se Hamas continua a uccidere persone a Gaza non avremo altra scelta se non quella di entrare e ucciderli», facendo riferimento ai video circolati delle uccisioni di massa da parte di Hamas a Gaza e affermando che «questo non fa parte dell’accordo».
L’annuncio dell’incontro a Budapest
Trump ha poi riferito che con Putin «abbiamo passato molto tempo a parlare di scambi commerciali tra Russia e Stati Uniti una volta che la guerra sarà finita». «Alla fine della telefonata, abbiamo accordato una riunione dei nostri consiglieri ad alto livello per la prossima settimana», ha aggiunto il presidente Usa, sottolineando che «gli incontri iniziali degli Usa saranno guidati dal Segretario di Stato Marco Rubio, insieme ad altre persone ancora da designare». Poi ci sarà il vertice di Budapest, che ha fatto esultare Viktor Orban: «L’incontro in programma tra i presidenti di Russia e Stati Uniti è una grande notizia per le persone del mondo che amano la pace. Siamo pronti!», ha scritto su X il premier ungherese.
La Casa Bianca: «Il presidente ritiene ancora possibile un incontro tra Putin e Zelensky»
È stata poi la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ad aggiungere che il presidente «ritiene ancora possibile» un faccia a faccia tra Putin e Zelensky, aggiungendo che il presidente russo «si è detto disposto a sedersi al tavolo» e che Trump «intende continuare a spingere per il progresso verso la pace».
La versione del Cremlino
Il consigliere di Putin, Yuri Ushakov, ha fatto sapere che nel corso della telefonata lo “zar” ha avvertito Trump che la fornitura di missili Tomahawk all’Ucraina potrebbe danneggiare le relazioni tra Stati Uniti e Russia e ostacolare il processo di pace. Inoltre Putin, secondo quanto riportato da Ushakov, ha riferito a Trump che le truppe russe detengono «pienamente l’iniziativa strategica» lungo l’intera linea del fronte. «È stato sottolineato, in particolare, che nell’operazione militare speciale le Forze armate russe possiedono completamente l’iniziativa strategica lungo tutta la linea di contatto», ha dichiarato il consigliere di Putin.
Il nodo dei Tomahawk
In mattinata una «fonte autorevole del governo ucraino» citata dall’Afp aveva fatto sapere che il «tema principale» della missione di Zelensky negli Stati Uniti è quello della fornitura di missili Tomahawk, giudicati da molti come potenzialmente determinanti per l’esito della guerra. Trump non ha ufficialmente sciolto la riserva, ma nei giorni scorsi aveva fatto una battuta che aveva lasciato intendere uno spiraglio: «L’Ucraina vuole i Tomahawk? Ne abbiamo tanti…». Secondo la fonte citata dall’Afp, «si tratta di capire quanto i rifornimenti saranno effettivamente possibili».