
Giornata storica
Trump: “È la pace in Medioriente, eccola davanti ai vostri occhi”. Firmati gli accordi a Sharm, Meloni unica donna
Summit for peace, si legge a caratteri cubitali all’ingresso del centro congressi di Sharm el Sheikh che ospita il vertice mondiale per la firma in calce agli accordi del cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Giornata storica, dopo la consegna in mattinata a Tel Aviv dei 20 ostaggi ancora vivi dopo la strage del 7 ottobre. Numeri da record: accreditati 232 giornalisti e corrispondenti di media stranieri, 14 testate statunitensi, 32 europee, 22 asiatiche e 17 di Paesi arabi. Il presidente Usa Donald Trump, deus ex machina dell’accordo di pace, è arrivato intorno alle 17 nella cittadina egiziana a bordo dell’Air Force One da Tel Aviv. Scortato da sei caccia F-16 dell’Aeronautica egiziana, all’atterraggio è stato accolto sulla pista al presidente dell’Egitto Abdel Fattah Al Sisi. Dopo un breve scambio, sono entrati nella vettura presidenziale americana diretti al centro congressi dove si svolge il vertice mondiale alla presenza dei principali attori regionali e leader europei, tra i quali la premier Giorgia Meloni. Unica donna presente, salutata con una calorosa stretta di mano dal presidente Usa davanti ai flash dei fotografia prima della foto di famiglia con gli oltre venti leader internazionali riuniti a Sharm el-Sheikh. “Una governante molto forte, sta facendo un ottimo lavoro”, ha detto Trump rivolgendosi alla premier italiana confermando la sua stima personale e politica.
Trump a Sharm el Sheikh accolto da al-Sisi per il vertice di pace
“Io parlo sempre delle macerie, a Gaza sono macerie alla decima potenza. Ma noi faremo un ottimo lavoro perché in un’altra sala abbiamo alcune delle nazioni più ricche del mondo. Sono tutti i grandi leader. Sono tutti qui nella sala accanto, abbiamo circa 35 Paesi a bordo. Sono venuti tutti coloro che abbiamo invitato e questo è un segno di grande rispetto e vedrete grandi progressi sia in Medio Oriente che in questo Paese”. Così il presidente Usa parlando insieme al presidente egiziano prima del vertice. “Non c’è un altro modo di dirlo, è la pace in Medio Oriente. Non c’è un altro modo di dirlo. Tutti hanno detto che sarebbe stato impossibile, eccolo davanti ai vostri occhi, per questo siete così affascinati”. Poi la storica firma all‘International Conference Center di Sharm el-Sheikh. Il primo ad apporre la firma è stato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. “Questo è il giorno per cui le persone in questa regione e in tutto il mondo hanno lavorato, lottato, sperato e pregato. Con l’accordo storico che abbiamo appena firmato, le preghiere di milioni di persone sono state finalmente esaudite. Insieme, abbiamo realizzato l’impossibile. Finalmente, abbiamo la pace in Medio Oriente. Ci sono voluti tremila anni per arrivare fin qui”.
Firmati gli accordi, insieme abbiamo realizzato l’impossibile
Poi i documenti sono stati sottoscritti dai principali mediatori della trattativa tra Israele e Hamas: il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, padrone di casa; l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad Al Thani e il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan. La firma è stata accolta da un lungo applauso degli oltre venti leader internazionali presenti tra cui la premier italiana Giorgia Meloni. “Dalla città di Sharm el-Sheikh, dove la volontà del popolo incontra la determinazione dei leader mondiali di mettere fine alla guerra a Gaza, portiamo un messaggio all’umanità: basta con la guerra, benvenuta pace”. È il messaggio che il presidente egiziano ha affidato a X nei minuti in cui accoglieva il capo della Casa Bianca, che lo ha definito “un leader potente, che ha fatto un lavoro fantastico: siamo con lui fino alla fine”. L’Egitto ha giocato un ruolo “molto importante” nella mediazione che ha portato all’accordo per la tregua nella Striscia di Gaza. Così Trump parlando ai giornalisti durante il prevertice con il suo omologo egiziano. “Soprattutto per quanto riguarda Hamas, che rispetta l’Egitto e la sua leadership”, ha aggiunto. “Se gli Stati Uniti non avessero bombardato gli impianti nucleari iraniani non credo che avremmo avuto un accordo”, ha detto ancora Trump dicendosi pronto a revocare le sanzioni a Teheran quando saranno pronti a negoziare. “Non possono sopravvivere con le sanzioni”. L’inquilino della Casa Bianca ha anche detto che la seconda fase dei negoziati su Gaza è iniziata. “La fase due, che riguarda il disarmo di Hamas e la futura governance di Gaza è iniziata, per quanto ci riguarda. Come sapete, le fasi sono un po’ confuse tra loro”. Trump ha anche detto “gli piacerebbe” avere Abdel Fattah al Sisi all’interno del consiglio per la pace e per la ricostruzione nella Striscia di Gaza.