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Tremila euro al mese a una 52enne di Asti: è rimasta invalida dopo il vaccino anti Covid. Condannato il ministero della Salute

L'ultimo caso

Tremila euro al mese a una 52enne di Asti: è rimasta invalida dopo il vaccino anti Covid. Condannato il ministero della Salute

Cronaca - di Penelope Corrado - 15 Ottobre 2025 alle 15:04

Il Tribunale civile di Asti ha riconosciuto con sentenza di primo grado “il nesso di causa” tra il vaccino anti Covid e un grave danno neurologico subito da una donna di 52 anni titolare di una tabaccheria ad Alba (Cuneo), che le impedisce di camminare.

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Il fatto è stato reso noto dagli avvocati Renato Ambrosio, Stefano Bertone, Chiara Ghibaudo e Stefania Gianfreda, dello studio Ambrosio & Commodo di Torino, che l’hanno assistita.

Il ministero della Salute, che in sede amministrativa aveva respinto la domanda d’indennizzo, è stato condannato al riconoscimento del legame. Il Tribunale aveva nominato due consulenti tecnici, Agostino Maiello e Stefano Zacà, che hanno dato ragione alla donna. L‘indennizzo – non si tratta di un risarcimento – è di circa tremila euro al mese, con versamento bimestrale.

La paziente, a quanto si è appreso, è affetta da mielite trasversa dopo la somministrazione del vaccino Comirnaty, prodotto da Pfizer-Biontech. Oggi non può più camminare e aveva iniziato ad accusare i primi sintomi dopo avere ricevuto due dosi del vaccino, ad aprile del 2021. La sua malattia si evidenzia quando il 10 febbraio 2022 viene ricoverata all’ospedale di Orbassano (Torino) per una “sospetta mielite di natura infiammatoria”.

Nella lettera di dimissioni, datata 17 febbraio, il medico scrive: “Non è escludibile un ruolo scatenante vaccinico”. Da lì parte la richiesta di indennizzo, che ha portato al contraddittorio col ministero della Salute e l’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), rappresentati dall’Avvocatura dello Stato.

Ecco gli altri precedenti riconosciuti dal tribunale: da Terni a Pescara

Si tratta dell’ennesimo caso di indennizzo per conseguenze invalidanti da vaccino anti Covid. A marzo, ad esempio, la decisione era arrivata per Anna, 67enne di Terni, resa invalida dopo il vaccino (AstraZeneca). Ad Anna è stato riconosciuto un indennizzo vitalizio sotto forma di assegno bimestrale di importo pari a mille e 980 euro, l’importo previsto dalle tabelle ministeriali.

«Nulla restituirà a mia moglie la libertà di essere autonoma ma almeno hanno riconosciuto che avevamo ragione – ha detto al Messaggero il marito della donna. Sono serviti quattro anni di battaglie fatte di visite mediche, analisi, ben 180 da quel dì, visite medico legali e oggi Anna è ancora sotto pianto terapeutico per il trattamento e la prevenzione delle recidive. Al termine dell’accurata visita alla Cecchignola purtroppo ci hanno dato ragione. Il tenente colonnello ha chiesto scusa a mia moglie a nome dello Stato per quello che ha subito». Ad aprile l’indennizzo era andato a una 60enne di La Spezia, a luglio per una 70enne di Pescara.

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di Penelope Corrado - 15 Ottobre 2025