Guerra ai pedofili
Stop ai colossi del porno online, dal 12 novembre scatta la misura prevista dal Decreto Caivano: servirà la verifica dell’età
Agcom pubblica la lista dei primi portali (tra cui PornHub, YouPorn e OnlyFans) che dal 12 novembre saranno inaccessibili senza verifica anagrafica rigorosa. Sistema a "doppio anonimato" per garantire la privacy. Le riserve del Codacons: "Misura giusta, ma il divieto è aggirabile con le Vpn e non basta"
Agcom serra le porte dei siti porno ai minori. L’Italia fa sul serio nella battaglia per la tutela dei minori nel digitale. Dal prossimo 12 novembre, l’accesso a 48 siti web con contenuti per adulti, tra cui colossi come PornHub, YouPorn e OnlyFans, sarà ufficialmente bloccato per chiunque non superi una rigorosa verifica della maggiore età. La misura, prevista dal Decreto Caivano, ha trovato attuazione nella delibera 96/25/CONS dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom), che ha reso pubblica la lista dei primi portali coinvolti, che rientrano nelle restrizioni per l’accesso, da parte di soggetti minorenni, a contenuti di carattere pornografico.
Agcom, dal 12 novembre stop accesso a 48 siti per adulti. Scatta obbligo verifica maggiore età
La delibera Agcom sancisce un passaggio cruciale: addio alla semplice autocertificazione. I gestori dovranno implementare un sistema di verifica digitale affidato a soggetti terzi certificati, in grado di garantire un controllo effettivo dell’età (18 anni o superiore).
Un sistema a “doppio anonimato” per la sicurezza
Il cuore della normativa risiede nella tutela della privacy degli utenti, grazie all’introduzione del cosiddetto “doppio anonimato”. Il meccanismo è studiato per separare le informazioni: il soggetto che verifica l’età non saprà quale sito l’utente intende visitare. Mentre la piattaforma non riceverà alcun dato personale sull’utente stesso. L’accesso sarà permesso tramite l’uso di credenziali già esistenti come Spid o Cie, garantendo la massima riservatezza e conformità con gli standard europei.
Agcom, stop ai siti porno, la misura prevista dal Decreto Caivano
La misura, che si applica anche ai portali con sede all’estero ma raggiungibili dall’Italia, concede ai gestori sei mesi di tempo per adeguarsi. L’Agcom ha già preannunciato controlli periodici e sanzioni graduali, che nei casi più gravi potranno portare all’oscuramento temporaneo o permanente dei siti non conformi. Nonostante la misura sia stata accolta positivamente come un “passaggio giusto” e un segnale di fermezza da parte delle istituzioni, il Codacons ha espresso riserve sulla sua efficacia totale, definendola una “goccia nel mare”.
Agcom, Codacons: «Bene la tutela ai minori su stop siti porno, ma il divieto è raggirabile»
L’associazione dei consumatori ha sottolineato che il problema della diffusione di materiale a sfondo sessuale tra gli adolescenti – fenomeno che coinvolge circa l’88% dei maschi italiani. E il 40% delle femmine, secondo il Cnr – non si limita ai 48 portali individuati. La diffusione avviene ormai in modo massivo anche tramite social network e app di messaggistica come Telegram. Piattaforme a cui i minori accedono senza restrizioni.
Soprattutto, il Codacons evidenzia i limiti tecnici del blocco: il divieto vale per gli accessi dall’Italia, ma può essere facilmente aggirato tramite una Vpn (Virtual Private Network) che consente di connettersi a un server remoto con un indirizzo Ip estero, bypassando la restrizione nazionale. «Va infine considerato che bloccare 48 portali su un bacino sterminato di siti porno esistenti non impedirà certo ai minori di fruire di tali materiali», conclude il Codacons.
In sintesi, la decisione dell’Agcom e l’attuazione del Decreto Caivano rappresentano un passo fondamentale nella protezione dei minori, ma aprono la strada alla necessità di interventi normativi ancora più vasti e tecnologicamente aggiornati per fronteggiare la pervasività del fenomeno.