Tutte le novità
Separazione delle carriere, Csm, Alta corte disciplinare: cosa prevede la riforma della Giustizia punto per punto
Separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, riforma del Csm con la creazione di due diversi organi di autogoverno e istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Sono i pilastri della riforma costituzionale della Giustizia che ha incassato oggi il via libera definitivo a Palazzo Madama con 112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni. La parola passerà poi agli elettori con un referendum che dovrebbe tenersi nella primavera del prossimo anno e il centrodestra pronto ad attivarsi perché la consultazione venga chiesta subito dalla maggioranza parlamentare anticipando i tempi.
Cosa prevede la riforma della Giustizia
La separazione delle carriere
Il ddl “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare” modifica alcuni articoli della Costituzione e prevede distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, istituendo due diversi organi di autogoverno: “Il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente” presieduti dal presidente della Repubblica.
I due Csm
Secondo la riforma sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di Cassazione.
Il sorteggio
Gli altri componenti sono estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e di avvocati con almeno quindici anni di esercizio, che il parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, e, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti. Ciascun Consiglio elegge il proprio vicepresidente tra i componenti designati mediante sorteggio dall’elenco compilato dal parlamento in seduta comune.
L’Alta corte disciplinare
I componenti designati mediante sorteggio durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva. I componenti non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali né far parte del parlamento o di un consiglio regionale. Altra novità è poi la creazione di “un’Alta Corte disciplinare” alla quale è attribuita la giurisdizione disciplinare verso i magistrati ordinari, giudicanti e requirenti.
L’Alta Corte è composta da quindici giudici: tre dei quali nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio e tre estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso dei medesimi requisiti, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione e sei magistrati giudicanti e tre requirenti, estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie con specifici requisiti. La riforma prevede la possibilità di impugnare le sentenze dell’Alta Corte davanti allo stesso organismo, che giudica in composizione differente rispetto al giudizio di prima istanza.