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Alessandra Todde

Un caos targato M5S

Sardegna, la Consulta “salva” Alessandra Todde. Lei esulta, ma la partita non è chiusa: la parola passa alla Corte d’Appello

Per la Corte il collegio elettorale non aveva la competenza per dichiarare la decadenza, ma le «gravi fattispecie contestate alla Presidente eletta» restano. Il campo largo esulta. FdI suggerisce prudenza: «Dovrebbero aspettare il giudizio civile. E c'è anche il pasticcio politico...»

Politica - di Natalia Delfino - 15 Ottobre 2025 alle 13:30

La Consulta salva Alessandra Todde: stop alla decadenza. L’esponente M5S resta dunque alla guida della Regione Sardegna, nonostante la stessa Corte costituzionale abbia riconosciuto l’esistenza di «pur gravi fattispecie contestate alla Presidente eletta». Non si tratta dell’unico elemento di debolezza che resta pendente: la partita potrebbe non essere chiusa del tutto, perché il 21 novembre i giudici della Corte di Appello di Cagliari dovranno esprimersi sulla sentenza del tribunale civile cittadino, che l’ha già dichiarata decaduta. La Corte costituzionale ha avvertito che «rimane impregiudicata la questione relativa alla possibilità di riqualificazione dei fatti, che è rimessa al giudice civile, competente per il giudizio di opposizione all’ordinanza-ingiunzione». E non a caso il centrodestra, oltre a sottolineare il «pasticcio politico» di questa vicenda, invita il centrosinistra esultante a una maggiore prudenza alla luce del procedimento civile sul caso.

La Consulta “salva” Alessandra Todde

La Regione aveva presentato due ricorsi alla Corte Costituzionale e oggi sono arrivate le sentenze, la più importante è quella che va contro le decisioni del Collegio elettorale che aveva chiesto la decadenza di Todde. Un provvedimento che avrebbe portato allo scioglimento dell’assemblea e nuove elezioni.

Secondo la Corte, «non spettava allo Stato e, per esso, al Collegio regionale di garanzia elettorale istituito presso la Corte d’Appello di Cagliari di affermare, nella motivazione della ordinanza-ingiunzione del 20 dicembre 2024, che “si impone la decadenza dalla carica del candidato eletto” e, per l’effetto, di disporre “la trasmissione della presente ordinanza/ingiunzione al Presidente del Consiglio Regionale per quanto di Sua competenza in ordine all’adozione del provvedimento di decadenza di Todde Alessandra dalla carica di Presidente della Regione Sardegna».

Ma anche la Corte parla di «gravi fattispecie contestate alla Presidente eletta»

Nella sentenza, però, la Corte non ha negato le gravi irregolarità riscontrate dal Collegio di garanzia del Tribunale, tra le quali, «la mancata nomina di un “mandatario elettorale”, avente il compito di raccogliere i fondi della campagna elettorale, e la produzione una dichiarazione sulle spese sostenute, con relativo rendiconto, caratterizzata da diverse non conformità rispetto alle previsioni di legge». Quello che la Consulta ha fatto è stato prendere atto che queste mancanze «non sono riconducibili» alle circostanze che «in modo esplicito» rappresentano motivo di ineleggibilità e, quindi, di decadenza. Per questo, «nell’imporre la decadenza al Consiglio regionale, sulla base dei fatti così accertati, il Collegio di garanzia elettorale ha esorbitato dai propri poteri».

Todde fa la vittima e glissa sulle irregolarità della sua campagna

La sentenza della Consulta è stata ovviamente accolta con grande esultanza da parte del centrosinistra, a partire da quel M5S che fa del rispetto rigoroso delle regole un vessillo solo quando gli conviene. La stessa Todde, nel commentare la sentenza, ha completamente glissato sulla questione di merito, concentrandosi sul tema dell’attribuzione delle competenze e presentandosi come vittima di un tentativo di «affossare il lavoro della giunta» e di «mettere in discussione la legittimità di un governo democraticamente eletto», come se il fatto di aver mancato nell’osservare ciò che la legge richiede per le democratiche elezioni fosse un dettaglio da niente. «Alessandra continua a lavorare così, con passione e determinazione, che le donne e gli uomini di Sardegna sanno distinguere!», ha scritto sui social Giuseppe Conte. «Ancora una volta il diritto e la giustizia si affermano sulle speculazioni politiche del centrodestra e sul suo garantismo a corrente alternata», hanno poi sostenuto i capigruppo pentastellati di Camera e Senato,  Stefano Patuanelli e Riccardo Ricciardi.

FdI: «Nel campo largo bravi a festeggiare, meno a leggere le sentenze»

«Nel campo largo – ha commentato il capogruppo di FdI in Regione, Paolo Truzzu – sono molto bravi a festeggiare, dovrebbero invece imparare a leggere bene le sentenze. Perché le due sentenze della Corte Costituzionale dichiarano, innanzitutto, i due ricorsi inammissibili, passaggio che abbiamo sempre sostenuto, perché non c’era il tanto per il conflitto di attribuzioni». Inoltre, i giudici «riconoscono gli errori che ha fatto la presidente Todde e danno un giudizio sulla decadenza rinviando tutto al Tribunale civile. Quindi direi che sarà il caso di aspettare le decisioni della Corte d’appello di Cagliari». C’è poi il dato politico: «Questa legislatura non è ancora iniziata. Ora che sono più sereni, sarebbe il caso che incominciassero a lavorare, perché l’unica legge degna di nota che ha approvato questo Consiglio in 18 mesi è quella sul comparto unico, pure incompleta. Questo la dice tutta».

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di Natalia Delfino - 15 Ottobre 2025