Ci risiamo
Report, rientro in grande stile (il solito): per il ritorno tv Ranucci va all’attacco di Beatrice Venezi. Mollicone: è giornalismo militante
Siamo alle solite: "Report" torna in onda e riparte da dove si era interrotto: con una puntata che, all'attacco di governo e scelte istituzionali, rilancia "ad hoc" il caso della Fenice
Report torna alla carica. La quiete è durata il tempo di un comunicato di solidarietà: superato lo choc per l’attentato dinamitardo sotto casa, Sigfrido Ranucci è tornato in sella, e con lui il suo giornalismo “militante”, con il file “nomine culturali” – le principali designazioni nei posti chiave della cultura, da Ales a Cinecittà – messo in scaletta fin dall’anteprima, a dimostrazione che – “passata la festa, gabbato lo santo” – il leitmotiv dell’attacco a governo e istituzioni non accenna a cambiare. Così Report torna in onda riprendendo esattamente da dove (e come) si era interrotto…
Report torna alla carica: e per il rientro in grande stile va all’attacco di Beatrice Venezi
È andato in onda ieri sera su Report un servizio dedicato alle nomine nel mondo della cultura, dai teatri al cinema, passando per gli enti e le società partecipate dal Ministero della Cultura. L’inchiesta, firmata dalla redazione della trasmissione di Sigfrido Ranucci, ha ricostruito il quadro delle recenti designazioni in posti chiave del settore, toccando (a modo suo) temi come il merito, la trasparenza e il rapporto tra politica e istituzioni culturali. E stilando un elenco che sa più di classifica enucleata a insindacabile giudizio di Report su chi avrebbe più titolo (o diritto politico?) a rivestire il ruolo oggi assegnato a Beatrice Venezi.
Report, il caso Venezi alla Fenice. La replica di Mollicone
Una scelta, come noto, che ha scatenato proteste e uno sciopero degli orchestrali, contrari alla decisione del consiglio di amministrazione. Report ha ripercorso le fasi della nomina e le reazioni del mondo musicale (di settore?), collocandola nel più ampio contesto di scelte contestate all’interno del sistema culturale italiano. Ma procediamo con ordine.
La recente puntata di Report, la trasmissione d’inchiesta di Sigfrido Ranucci, ha acceso un nuovo dibattito sul tema delle nomine culturali in Italia, focalizzando l’attenzione in particolare sulla designazione di Beatrice Venezi a direttrice musicale del Teatro La Fenice di Venezia. Il servizio parte di un’inchiesta più ampia sulle figure chiave della cultura, analizzando con la speculazione e la precisione tipica di un entomologo la scelta che ha già innescato una protesta culminata nello sciopero degli orchestrali. Il tutto, naturalmente, sollevando dubbi su merito, trasparenza e l’influenza della politica nelle istituzioni culturali.
Report ha ripercorso le fasi della nomina della maestra Venezi, non risparmiando un’analisi critica che, agli occhi di non pochi, è apparsa come una “classifica” non richiesta (e vista da un osservatorio “esclusivo”) sull’opportunità di tale scelta. Le argomentazioni utilizzate avrebbero cercato di delegittimare il curriculum della direttrice e le motivazioni alla base della sua designazione. Strumentalizzando le proteste degli orchestrali. E presentando un quadro riassuntivo “ad hoc” per discutere (ancora) della vexata quaestio.
Ferma reazione di Federico Mollicone
Immediate sono arrivate le critiche al format e al suo modus operandi. Tra le voci più decise, quella del presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (FdI), che ha bollato il servizio come frutto di un «giornalismo militante», anziché d’inchiesta. Di più. Secondo Mollicone, la puntata di Report di ieri sarebbe stata l’ennesimo “minestrone” che ha mescolato fatti legali e legittimi, incluse le nomine fiduciarie, presentandoli in modo fuorviante al solo scopo di confermare tesi preconcette.
L’esponente di Fratelli d’Italia ha denunciato in particolare il taglio di parte della sua intervista in cui spiegava la legittimità delle nomine e invitava il giornalista ad approfondire come anche ministri passati (come Franceschini o Bondi) avessero fatto nomine analoghe in modo altrettanto legittimo. Ma, a suo dire, il giornalista non era interessato alle risposte. Bensi concentrato unicamente ad affermare la propria tesi.
«Quello di “Report” è giornalismo militante»
«Quello di Report non è giornalismo d’inchiesta, ma giornalismo militante che ha provocato infiniti danni, anche economici, alla Rai. La puntata di ieri è stata l’ennesimo “minestrone” di fatti in gran parte legali e legittimi, mescolati con nomine fiduciarie – comunque legittime – presentato in modo fuorviante. Questo tipo di giornalismo è interessato solo a confermare le proprie tesi, non a cercare la verità oggettiva», ha tuonato il presidente della commissione Cultura della Camera, Federico Mollicone (FdI), commentando all’Adnkronos la trasmissione di Rai3 Report’, all’indomani della puntata in cui è stato intervistato sulla nomina di Beatrice Venezi alla Fenice.
Difesa del merito e accusa di pretestuosità
E nel dettaglio. Secondo Mollicone, «nella puntata è stata tagliata la parte in cui, oltre a spiegare che le nomine sono nel pieno rispetto della legge, invitavo il giornalista a venire a Montecitorio per approfondire come nelle legislature precedenti, i ministri passati (come Franceschini, Bonisoli, Bondi) effettuavano nomine analoghe in modo altrettanto legittimo». Pertanto, il giudizio di fondo, per Mollicone, è che «il giornalista non fosse interessato alle risposte, ma solo ad affermare la tesi preconcetta contenuta nelle sue domande».
Report, Venezi-Mollicone-Ranucci: il caso Matheuz si ritorce contro Ranucci?
Non solo. Interpellato sull’intera vicenda, l’esponente di FdI difende dalla A alla Z la nomina di Beatrice Venezi, sostenendo una «disparità di trattamento rispetto a casi passati» (tanto più che la redazione di Report è andata a riperticare nomi e nomine di ieri come se avessero più titolo e valore di quella attuale), utilizzando proprio lo stesso metro di paragone utilizzato dal programma (e finanche gli stessi esempi e nomi). Citando, per esempio, il caso di Diego Matheuz, nominato alla Fenice da Claudio Abbado «con soli tre anni di esperienza», mentre Beatrice Venezi «vanta un’esperienza enormemente superiore, con 160 concerti sinfonici e 40 opere dirette. Fa bene a querelare tutti quelli che continuano a diffamarla».
Così, alla fine della fiera (mediatica) lo sciopero dell’orchestra per il presidente della commissione Cultura è in ultima analisi «pretestuoso» e motivato da «ragioni politiche», non dai diritti dei lavoratori. E ricorda: «Questo governo, con il sottosegretario Mazzi, ha sbloccato il contratto delle fondazioni lirico-sinfoniche, fermo da anni». E in ultima analisi, quello di Report, ribadisce, «è un giornalismo militante che serve solo ad attaccare il governo. Gli esponenti di governo. E tutti coloro che hanno l’ardire di manifestare una simpatia per questo governo».
“Report”, Mollicone su Venezi (e non solo): «Serve un intervento della Rai»
Sollecitando in calce: su questo «chiediamo l’intervento della Rai». Concludendo: «Pur avendo espresso solidarietà a Sigfrido Ranucci – e siamo stati tra i primi a farlo – questo non ci impedisce di criticare duramente il format e il modus operandi del programma» che, di fatto, «vuole impedire al governo di centrodestra di governare e di nominare, secondo la legge, persone che riteniamo meritevoli».