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Processo di Aqaba, Italia per la prima volta protagonista: focus sull’Africa per la lotta al terrorismo

Strategie e dialogo

Processo di Aqaba, Italia per la prima volta protagonista: focus sull’Africa per la lotta al terrorismo

Il dialogo aperto dalla premier Meloni con il Re di Giordania porta a Roma il confronto sulle migliori pratiche nella lotta all'estremismo. Il decennale del forum sotto l'egida italiana

Politica - di Eva De Alessandri - 15 Ottobre 2025 alle 19:10

Il peso di un governo a livello internazionale non deriva né dal numero di eventi a cui prende parte, né dal rapporto rapporto più o meno positivo tra presidenti e Capi di Stato. La centralità di un Esecutivo si misura dalla capacità che ha di incidere e portare avanti una visione in sede di confronto e di creare rapporti nuovi dialogando con tutti.

Il ruolo centrale dell’Italia

Per questa ragione il processo di Aqaba, in corso a Roma, non è una riunione come tante altre ma costituisce un evento rilevante. Per la prima volta dalla sua istituzione, datata 2015, l’Italia ospita una riunione del forum di confronto promosso da Re Abdullah II di Giordania con l’obiettivo di migliorare gli sforzi e scambiare le migliori pratiche nella lotta al terrorismo e all’estremismo, basandosi su tre direttrici di azione: prevenzione, coordinamento e individuazione e superamento delle lacune esistenti.
Fino ad ora non era mai accaduto che l’Italia acquisisse un ruolo cosi centrale in questo appuntamento. Questo avviene oggi, in occasione del decennale del forum, dopo un lavoro triennale portato avanti dal governo Meloni, mirato a dialogare con nuovi interlocutori in un’ottica di pari a pari basata sul rispetto reciproco: con il Medio Oriente, con i Paesi del Golfo, con le autorità del Nord Africa.

Il processo di Aqaba: 33 riunioni dal 2015

Dal 2015 si sono tenute 33 riunioni del Processo di Aqaba, a livello di Capi di Stato, ministeriale ed esperti, dedicate alle situazioni in specifiche regioni. Gli incontri di Roma si stanno concentrando sull’Africa Occidentale, area di grande rilevanza strategica, attraversata da molteplici sfide, che interessano il Continente africano ma che producono i loro effetti anche in altre aree del mondo, a partire dall’Europa. È una regione colpita da forte instabilità politica e istituzionale, cambi di regime verificatesi negli ultimi anni, funestata dall’azione di organizzazioni criminali transnazionali e di gruppi estremisti.

Secondo il Global Terrorism Index, oltre la metà delle vittime del terrorismo a livello globale si è registrata in Africa Occidentale. Quindici dei venti attacchi più letali hanno avuto luogo in questa regione, alla quale appartengono quattro delle dieci Nazioni più colpite: Burkina Faso, Mali, Niger e Nigeria. Particolarmente forte nell’area il nesso crimine-terrorismo, che contribuisce – insieme ad altre cause, come la povertà o la malnutrizione – ad alimentare il traffico di esseri umani, di droga e di armi e la migrazione forzata. Al centro della riunione di Roma ci saranno anche le strategie messe in campo a livello internazionale per affrontare le cause profonde dell’instabilità. In questo quadro rientra anche l’approccio del Piano Mattei, la strategia nazionale italiana per l’Africa, fondata sulla creazione di partenariati egualitari per lo sviluppo delle Nazioni africane.

I partecipanti

Oltre alla premier Meloni e a Re Abdullah II di Giordania, partecipano ai lavori cinque Capi di Stato e di Governo: il Presidente del Ciad, Mahamat Idriss Déby Itno, il Presidente della Repubblica Federale di Nigeria, Bola Ahmed Tinubu, il Presidente del Paraguay, Santiago Peña Palacios, il Presidente della Repubblica di Sierra Leone, Julius Maada Bio, il presidente del Consiglio della Repubblica del Togo, Faure Gnassingbé; il Presidente della Camera alta e seconda carica dello Stato dell’Algeria, Azouz Nasri; i rappresentanti dei Governi di Costa d’Avorio, Kazakhstan, Mauritania, Senegal e Uzbekistan. Presenti, inoltre, inviati speciali ed esperti di settore.

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di Eva De Alessandri - 15 Ottobre 2025