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omicidio Palermo

L'uccisione di Paolo Taormina

Omicidio di Palermo, dubbi sulla confessione del killer, gli inquirenti cercano la verità

La versione del presunto assassino, Gaetano Maranzano, non convince del tutto gli investigatori che stanno cercando altri riscontri

Cronaca - di Paolo Cortese - 13 Ottobre 2025 alle 14:06

Prima notte in carcere a Palermo per Gaetano Maranzano, il 28enne fermato per l’omicidio del gestore del pub “O scruscio” Paolo Taormina di 21 anni. Maranzano ha confessato il delitto, ma il movente è ancora poco chiaro. Sul corpo della vittima nelle prossime ore sarà eseguita l’autopsia che, unitamente alle indagini balistiche sull’arma trovata in casa dell’indagato, sarà utile per chiarire con esattezza cosa è accaduto. Intanto nella serata di domenica c’è stata una fiaccolata molto partecipata in segno di solidarietà alla famiglia della vittima.

I dubbi sulla confessione del killer

Inizialmente si è parlato di un pestaggio interrotto dalla vittima, accorsa in difesa di un ragazzo, circostanza poi smentita. Poi si è fatta strada la teoria del tentativo di Paolo di sedare una rissa. Maranzano, secondo indiscrezioni, avrebbe ammesso l’omicidio dando la sua versione. Avrebbe detto di aver litigato mesi prima con la vittima che aveva fatto commenti sgraditi sulla sua donna. I due si sono rivisti sabato sera, Paolo gli avrebbe chiesto di intervenire per una lite scoppiata tra gli amici dello stesso Maranzano e un altro gruppo. Sarebbe nata una discussione, l’indagato avrebbe preso la pistola, una calibro 9 illegalmente detenuta, e avrebbe sparato al 21enne alla testa.

Chi è Gaetano Maranzano

Maranzano avrebbe precedenti per rissa e spaccio. Proviene da una famiglia nota nel mondo della criminalità nel quartiere Zen. Il padre è in carcere per tentato omicidio. Maranzano ha anche un profilo Tik Tok, dove esibisce collane d’oro con ciondoli a forma di pistola. Un’ora dopo l’omicidio ha pubblicato una foto e come sottofondo musicale ha usato un passaggio dalla fiction “Il capo dei capi”, sul boss mafioso Totò Riina.  Agli inquirenti ha detto di avere un’arma con sé perché “Palermo è una città violenta”.

Paolo Taormina era tornato dagli Usa

Paolo Taormina aveva 21 anni ed era tornato qualche mese fa dagli Stati Uniti dove aveva studiato. Gestiva il pub “O Scruscio” con la sorella Sofia e la mamma. L’attività si trova nel pieno centro città a pochi metri dal teatro Massimo.

La pistola puntata anche contro la sorella di Paolo

“Erano 8-9 persone i ragazzi del branco contro il nostro Paolo. Lui ha tentato di sedare una rissa, gli diceva ‘state calmi, ci stiamo divertendo’, come faceva sempre per smussare le tensioni ogni volta che si verificavano. Lui teneva al suo locale, aveva progetti e voleva che tutti, che i clienti stessero bene”. Lo dice lo zio di Paolo Taormina. Non si conoscevano con Maranzano – aggiunge lo zio – quel ragazzo ha tirato fuori la pistola e ha fatto quello che ha fatto, sparando e poi scappando via… l’ha puntata anche contro la sorella di Paolo”. Avevamo già visto quel ragazzo – racconta Sofia – veniva ogni sabato al locale e colpiva la sua faccia aggressiva. Scrivetelo chi era Paolo, un ragazzo bravissimo che pensava solo a lavorare… e scrivete chi invece era quello, un assassino”.

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