
Regionali
Non c’è campo (largo): il centrosinistra perde anche in Calabria. Brusco risveglio per Elly e Conte
È una realtà molto diversa dai proclami della campagna elettorale, quella con cui il centrosinistra deve fare i conti, dopo due elezioni regionali perse a distanza di una settimana.
Un brusco risveglio per Schlein e Conte, che hanno proposto come candidati presidenti di Marche e Calabria esponenti di primo piano per Pd e M5s, Matteo Ricci e Pasquale Tridico, nella convinzione dichiarata che la conquista di almeno uno di questi territori avrebbe rappresentato la sconfitta di Giorgia Meloni, dopo tre anni di governo nazionale e l’inizio della rimonta per le politiche del 2027.
Tra Marche e Calabria la partita finisce 2 a 0 per il centrodestra
Roboanti promesse di tasse da abolire e selfie mandati direttamente alla Flotilla però non sono serviti a centrare l’obiettivo: la partita è finita 2 a 0 per il centrodestra, con i due governatori uscenti, Francesco Acquaroli e Roberto Occhiuto, confermati con numeri schiaccianti e una leaderiship, quella del presidente del Consiglio Meloni, suffragata dalle urne e avvalorata dai sondaggi.
Regionali, la sfida non è finita: si riparte dalla Toscana
Certo la sfida non è finita perché altre importanti regioni andranno al voto nelle prossime settimane, a partire dalla Toscana. Nessun ribaltone, però, sarà possibile visto che, Veneto a parte, i governatori uscenti sono del centrosinistra, che al massimo potrebbe riconfermarli. Ed è questo uno scenario tutto da verificare, soprattutto se i temi della campagna elettorale resteranno quelli messi in campo in queste settimane, che nulla hanno a che fare con questioni che riguardano le competenze regionali e la vita dei cittadini. Tuttavia un pareggio risuonerebbe come una sconfitta per il campo largo, che alla sua prima uscita ufficiale rivendicata da entrambe le parti può riconsolarsi pensando che a misurarsi non è stata “una alleanza ma un progetto”, come spiegato da Giuseppe Conte alla festa del Fatto quotidiano. Una frase “criptica” che oggi, anche di fronte a due risultati schiaccianti, potrà consentire a Pd e M5s di buttare la palla in tribuna e provare a rimandare a data da destinarsi un’autocritica post-voto.