
Vive in clandestinità
Nobel per la pace a Maria Machado: la “lady di ferro” venezuelana anticomunista che aveva ringraziato Meloni
Maria Corina Machado, leader dell’opposizione venezuelana e perseguitata dal regime comunista di Nicolas Maduro, ha ricevuto il premio Nobel per la pace, con una decisione presa nelle scorse settimane che ha di fatto tagliato fuori Donald Trump. Uno dei membri del comitato, Jorgen Watne Frydnes, ha spiegato che la donna è “una paladina della pace coraggiosa e impegnata”. Si tratta dunque di una persona che “tiene accesa la fiamma della democrazia tra crescente oscurità”. Machado viene considerata come la “Lady di ferro” del Venezuela, oltre ad essere l’incarnazione di “resilienza, tenacia e patriottismo”, come ha scritto il segretario di Stato americano Marco Rubio su Time magazine.
Poi ha aggiunto: “Non è scoraggiata da formidabili sfide, Maria Corina non si è mai tirata indietro dalla sua missione che è quella di combattere per un Venezuela libero, onesto, e democratico. Anche il suo “principio guida” è rimasto lo stesso: “Lasciare ai suoi figli, Ana Corina, Ricardo, Henrique, e ai figli del Venezuela un Paese libero da tirannia”, ispirata dalla frase “hasta el final” (fino alla fine ndr). “La sua leadership di principio è un faro di speranza, che rende la nostra regione e il mondo un posto migliore”.
Premio nobel per la pace a Maria Corina Machado: la “Lady di ferro” venezuelana e anticomunista
Secondo Jorge Watne Frydnes, Maria Corina Machado ha ricevuto il Nobel per la pace anche “per il suo instancabile lavoro a favore dei diritti democratici del popolo venezuelano e per la sua lotta per ottenere una transizione giusta e pacifica dalla dittatura alla democrazia”. La rappresentante politica è “uno degli esempi più straordinari di coraggio civile in America Latina nei tempi recenti”. Peraltro, la donna è una “figura chiave, unificatrice in un’opposizione politica che una volta era profondamente divisa, un’opposizione che ha trovato terreno comune nella richiesta di elezioni libere e di un governo rappresentativo”. Insomma, Machado soddisfa tutti e tre i criteri di Alfred Nobel, ma non si sa se potrà ritirare il premio a novembre per ragioni legate alla “sicurezza”. Nell’ultimo anno è stata costretta a vivere in clandestinità nel suo Paese, incoraggiando milioni di persone.
Aveva ringraziato Giorgia Meloni per il sostegno ai venezuelani
Nel settembre 2024, in un post su X, Maria Corina Machado aveva ringraziato la premier Giorgia Meloni per “il suo enorme appoggio al popolo venezuelano. Ci uniscono legami profondi e so che possiamo contare su di voi per affermare la nostra sovranità popolare”. L’oppositrice di Maduro aveva ricordato che “la voce di Meloni all’Onu è la dimostrazione che le maggiori potenze mondiali comprendono la priorità per il mondo democratico di una rapida e pacifica risoluzione del conflitto in Venezuela”. Anche il capo di delegazione di FdI al Parlamento Ue, Carlo Fidanza, si è congratulato con la rappresentante venezuelana: “Emozione e orgoglio infiniti per l’amica Maria Corina Machado, leader dell’opposizione democratica al regime comunista venezuelano, che è appena stata insignita del premio Nobel per la pace”.
Successivamente, Fidanza ha ricordato che “lo scorso anno ho avuto l’onore di promuovere la sua candidatura al premio Sakharov, che ha vinto insieme al legittimo Presidente Edmundo Gonzalez Urrutia; oggi arriva un ulteriore riconoscimento, il più importante, dopo anni di impegno a servizio della propria terra e della propria gente”. Sulla questione è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha spiegato: “achado è una donna coraggiosa, che si è battuta per la libertà e la democrazia nel suo Paese, quindi credo sia giusto averle concesso il Nobel”.
Il profilo di Maria Corina Machado
La vincitrice del Nobel è nata a Caracas nel 1967 si è laureata in ingegneria industriale all’Universidad Católica Andrés Bello, per poi specializzarsi in finanza all’Instituto de Estudios Superiores de la Administración. Ha cominciato a dedicarsi alla politica nel 2002, quando ha fondato l’ong Súmate per il monitoraggio delle elezioni e dei diritti umani. Nel 2017 Machado ha fondato la piattaforma “Soy Venezuela”, insieme ad Antonio Ledezma e Diego Arria. Si tratta di un’alleanza a cui hanno aderito molti settori della società impegnati per riportare il Paese alla democrazia. Già dal 2014 le è stato impedito di lasciare il Paese e nel 2015 non ha potuto partecipare alle elezioni, a causa delle proibizioni governative. Anche nel 2024, non è riuscita a partecipare alle presidenziali, sebbene avesse vinto le primarie del partito con il 90% delle preferenze. Poi ha sostenuto il candidato Edmundo Gonzalez Urrutia, anche lui costretto all’esilio.