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Nobel in faccia alle sinistre: Fratoianni e Bonelli non trovano pace dopo il premio alla Machado, muti Elly e M5s

Rossi di vergogna

Nobel in faccia alle sinistre: Fratoianni e Bonelli non trovano pace dopo il premio alla Machado, muti Elly e M5s

Politica - di Carlo Marini - 11 Ottobre 2025 alle 15:25

Speravano di esultare per il mancato premio Nobel per la pace a Donald Trump, ma anche stavolta i sinistri restano spiazzati e finiscono per masticare amaro. Non potevano immaginare che il prestigioso riconoscimento venisse assegnato a un’esponente anticomunista che combatte in prima fila per i diritti e per la democrazia come Maria Corina Machado.

La leader dell’opposizione venezuelana, che per anni ha osteggiato prima Chavez poi Maduro, ha scagliato metaforicamente il Nobel in faccia ai sinistri di tutto il mondo dedicando il premio proprio al presidente Trump.

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C’è chi tace, come i big del Pd (Elly dove sei?) che hanno con il Venezuela e le dittature latinoamericana un particolare feeling rosso. Muti anche quelli del M5s che con il regime venezuelano vantano relazioni pericolose. E il silenzio sul Nobel alla leader dell’opposizione non fa che aumentare i sospetti sulla passione dei pentastellati per il regime Maduro.

Ma c’è pure chi non si vergogna e lo dice esplicitamente come Bonelli e Fratoianni. Per la coppia di Avs e Verdi, Machado è “una scelta che risponde all’egemonia politica che la destra conservatrice e i suoi adepti nel mondo stanno cercando di rendere predominante”. Nel mirino, ci sono le posizioni di Machado, una politica di centrodestra, con idee liberiste e conservatrici, fondatrice del partito politico liberale Vente Venezuela, definita anche la “dama de hierro”, la Thatcher venezuelana.

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Ancora più indigesto il fatto che, poco dopo aver appreso la notizia del Nobel, Machado si sia rivolta al presidente americano Donald Trump con un messaggio su X: “Siamo alle soglie della vittoria e oggi più che mai contiamo sul presidente Trump, sul popolo degli Stati Uniti, sul popolo dell’America Latina e sulle nazioni democratiche del mondo come nostri principali alleati per raggiungere la libertà e la democrazia”.

A livello internazionale, anche i leader di sinistra sono rimasti silenti. Un esempio? In Spagna il premier Sanchez tace mentre gettano la maschera solo gli esponenti di Podemos, allineati ai lamenti di Bonelli e Fratoianni, contro il Nobel per la pace alla politica venezuelana.

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«Lo considero un riconoscimento ai venezuelani nel momento più importante della nostra vita repubblicana»: così Maria Corina Machado commentando il conferimento del Premio Nobel per la pace in un’intervista pubblicata da Repubblica. «Io sono solo una tra milioni, mi sembra un po’ ingiusto che tutto si concentri su una sola figura quando abbiamo prigionieri politici, nove milioni di esiliati, migliaia di assassinati, più di 20.000 esecuzioni extragiudiziali da quando Chávez è salito al potere. Questo è un Paese che ha dato fino alla vita stessa per la libertà», aggiunge. «La libertà va conquistata e di fronte a una tirannia di questo tipo occorre forza morale, spirituale e fisica. Siamo di fronte alla possibilità reale che il Venezuela si liberi davvero e avanzi verso una transizione che sarà ordinata, perché il 90% della popolazione vuole la stessa cosa», conclude Machado. E i sinistri zitti.

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