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Multa a Report, il Garante striglia Ranucci: insinuazioni gravissime, l’autorità non agisce su input politici

L'audio rubato

Multa a Report, il Garante striglia Ranucci: insinuazioni gravissime, l’autorità non agisce su input politici

Il presidente dell'Authority non ha apprezzato le parole del giornalista che ha detto "qualcuno sta armando il Garante per punire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni"

Politica - di Alessandra Parisi - 24 Ottobre 2025 alle 17:44

La sanzione di 150mila euro comminata dal Garante della Privacy alla Rai per la diffusione da parte di Report dell’audio privato tra Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini sulla vicenda Boccia non chiude la partita. Il presidente dell’Authority non ha gradito l’affondo di Sigfrido Ranucci in videocollegamento con il Parlamento europeo dopo l’attentato incendiario subìto. Davanti alla stampa il giornalista è andato giù pesante dicendo testualmente “Qualcuno sta armando  il Garante per punire Report e dare un segnale esemplare ad altre trasmissioni”. Parole pesantissime che insinuano che l’Autorità per la privacy agisca su input politico.

Scontro Garante-Ranucci, Stanzione: parole gravissime

“Illazioni gravissime”, le ha definite il presidente dell’Authority Pasquale Stanzione che va all’attacco del giornalista di Rai 3. “Le parole pronunciate da Ranucci rischiano di essere percepite come un tentativo di indebito condizionamento dell’attività decisoria del Garante. Chiamato a pronunciarsi su due reclami avanzati nei confronti della trasmissione da lui diretta”. Stanzione respinge le dichiarazioni “come totalmente destituite di fondamento e gravemente lesive della propria immagine” e fa sapere che adotterà ogni iniziativa utile alla tutela della propria dignità istituzionale.

L’autorità per la privacy: affermazioni ledono gravemente l’immagine

Sono parole di “una gravità senza precedenti” perché insinuano che il Garante, autorità indipendente prevista dalla normativa europea, il cui vertice è eletto da entrambi i Rami del Parlamento, “operi sulla base di direttive ricevute da terzi, peraltro secondo un indirizzo politico di maggioranza”. L’attività del Garante, in oltre 28 anni, si è sempre svolta – prosegue il presidente dell’Authority – nell’esclusivo rispetto della legge, delle funzioni e dei compiti di tutela affidati all’Autorità, con la garanzia costante della massima trasparenza del proprio operato”.

FdI: parole strambe, il Garante non agisce in nome del governo

Anche Fratelli commenta l’attacco al Garante del conduttore di Report.
“A Sigfrido Ranucci non è piaciuta la recente decisione del Garante per la protezione dei dati personali di sanzionare la Rai per aver mandato in onda, nel corso della sua trasmissione, la telefonata tra l’allora ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, e sua moglie. Una decisione che, invece, sembra dettata da buon senso e soprattutto nel pieno rispetto delle norme in materia di privacy”. Così il senatore di FdI, Costanzo Della Porta, che giudica “molto bizzarra” la tesi di Ranucci. “In altre circostanze – ricorda – il Garante ha preso decisioni non sempre condivisibili. Come, ad esempio, per il caso dell’inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale che riprese segretamente, e con telecamere nascoste, contesti privati di minorenni. Allora la Privacy ritenne di non intervenire e di non dire nulla. Al pari di Ranucci che rimase in silenzio. Adesso, invece, accusa il Garante di ‘agire come un’emanazione del governo’. Ma dimentica che gli attuali componenti della Privacy sono stati eletti nel 2020, sotto l’allora governo Pd-M5S, dal precedente Parlamento. Nel quale Fratelli d’Italia contava solo il 4 per cento degli eletti. Per questo, risultato molto bizzarra la tesi di Ranucci secondo la quale l’Autorità Garante della Privacy agirebbe per favorire il governo Meloni a trazione Fratelli d’Italia”.

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di Alessandra Parisi - 24 Ottobre 2025