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Mogol, tu chiamale se vuoi, espulsioni: “I migranti non possono essere accolti tutti, buona l’idea dell’Albania. Ho votato a destra”

Le confessioni

Mogol, tu chiamale se vuoi, espulsioni: “I migranti non possono essere accolti tutti, buona l’idea dell’Albania. Ho votato a destra”

Cultura - di Leo Malaspina - 13 Ottobre 2025 alle 09:59

A un anno dal suo novantesimo compleanno, Giulio Rapetti, in arte Mogol, pubblica per Salani la sua autobiografia Senza paura e affida i suoi ricordi a una lunga intervista sul Corriere della Sera nella quale parla della sua carriera, dell’amicizia con Lucio Battisti e della sua visione politica. 

L’autore delle più belle canzoni di Battisti parla di fede, solidarietà, migranti e del suo ideale “da socialista”, che nell’ultima tornata lo ha però spinto a votare a destra.

Mogol: “Sono un socialista, ma ho votato a destra”

Mogol non si nasconde dietro etichette: «Io sono un socialista. L’ultima volta, però, ho votato a destra», dice nell’intervista. Rivendica le sue amicizie politiche: «Sono grande amico di Gasparri e Tajani. Sono persone buone, con criterio, fanno la carità. Mi piacciono». Spiega così anche la sua presenza, a settembre, sul palco della festa di Fratelli d’Italia: «Ci sono andato per amicizia, non per convenienza». Il poeta si definisce “moderato”, come suo padre: «Cerco di riflettere, non voglio essere vittima di nessuna reazione».

Migranti: “Aiutare chi ha bisogno, ma non tutti”

Sul tema dei migranti, Mogol assume posizioni nette: «Certo che bisogna aiutare chi ha bisogno, ma non possiamo accogliere tutto il mondo».
E a chi critica l’accordo Italia-Albania sui centri per il rimpatrio risponde: «Non ci vedo niente di male. Sono luoghi in cui persone che altrimenti morirebbero, mangiano e lavorano. L’Albania ci guadagna e l’Italia fa del bene».

Battisti, apolitico e geniale

Mogol coglie l’occasione per chiarire le voci sul presunto orientamento politico di Lucio Battisti: «Lucio non credo abbia mai votato. Non gli interessava la politica. Durante una cena con Craxi, mentre parlava di aneddoti di palazzo, Battisti si girò verso la moglie e disse: “Ahò, ma è mejo de Dallas!”». E aggiunge: «Lo accusarono di essere neofascista, ma poco dopo la polizia trovò la sua discografia nel covo delle Brigate Rosse. Questo spiega quanto c’entrasse con la politica».

“La mia canzone sui femminicidi farà riflettere gli uomini”

Tra i nuovi progetti, Mogol annuncia una canzone contro la violenza sulle donne, interpretata da Giusy Ferreri: «È una vittima che racconta la sua storia. È così potente che aiuterà a cambiare gli uomini: quando sentiranno i pensieri di una donna uccisa, rifletteranno davvero».
Il brano è nelle mani di Gianmarco Mazzi, sottosegretario alla Cultura e amico di lunga data del poeta.

Tra fede, disciplina e gratitudine

A quasi novant’anni Mogol insegna ancora al CET, va a cavallo, fa acquagym e prega ogni giorno. Crede nella prevenzione e nella forza del pensiero: «La mente è sovrana nel determinare le malattie». Non chiede mai nulla, dice: «Prego solo per ringraziare». E conclude con la serenità di chi si sente in pace: «Ho avuto più di quanto ho dato. Il mio mestiere è vivere la vita

 

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di Leo Malaspina - 13 Ottobre 2025