CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Meno tasse, spunta il numero magico: “manovra” da 210 e lode. Taglio Irpef da record per 14 milioni di italiani

Chi sono i beneficiari

Meno tasse, spunta il numero magico: “manovra” da 210 e lode. Taglio Irpef da record per 14 milioni di italiani

Economia - di Lucio Meo - 22 Ottobre 2025 alle 17:19

Il numeretto magico è uscito fuori e fa ben sperare, sembra congruo, nobile, un numero da laurea con il massimo dei voti: 210 euro, una manovra da 210 e lode, potremmo dire. Il taglio dell’aliquota Irpef dal 35% al 33% per lo scaglione dei redditi che va da 28mila a 50mila euro è un “intervento che coinvolge circa 13,6 milioni di contribuenti”, si legge nella relazione tecnica della manovra.

“In base alle elaborazioni effettuate con il modello di microsimulazione Irpef – spiega il documento – si stima una variazione di gettito Irpef di competenza annua pari a circa -2.962,5 milioni di euro e di -2,5 e -1,0 milioni di euro, rispettivamente, di addizionale regionale e comunale. Si stima, inoltre, una variazione di Tfr di circa -31,7 milioni di euro”.  Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, fornisce ulteriori dettagli: ”Il taglio favorirà 13,6 milioni di contribuenti, di cui 8,2 milioni con reddito prevalente da lavoro dipendente, con un beneficio ulteriore pari in media a circa 210 euro”, dice nel corso del “question time” illustrando la norma che prevede la riduzione di 2 punti percentuali dell’aliquota relativa allo scaglione di reddito che va da 28mila a 50mila euro, portandola a regime dal 35% al 33%.

La manovra col taglio dell’Irpef per i redditi medi

Il titolare del dicastero sottolinea che la norma ”proseguirà nella riduzione del prelievo fiscale sulle famiglie estendendo i benefici, finora mirati alla platea dei redditi medio-bassi, ai contribuenti con redditi medi”. Un bel viatico, per il passaggio parlamentare della legge di bilancio, che inizia il suo iter dopo la bollinatura della Ragioneria. Ma non basta.

“Sono previsti ulteriori benefici per i lavoratori dipendenti attraverso un’imposta sostitutiva del 5%, in luogo della tassazione ordinaria, da applicare sugli incrementi di reddito derivanti dai rinnovi contrattuali siglati nel 2025 e nel 2026. La norma favorirà circa 3,3 milioni di lavoratori con un beneficio pari in media a circa 150 euro. Infine, per il 2026 è stata potenziata la norma che prevede un’imposta sostitutiva sui premi di produttività”, aggiunge Giorgetti. ”L’importo massimo assoggettabile alla sostitutiva è stato elevato da tremila a cinquemila euro, e l’aliquota, che già nel biennio precedente era stata ridotta dal 10% al 5%, è stata ulteriormente ridotta all’1%. La disposizione riguarda una platea che nel 2023 è stata di circa 2,2 milioni di lavoratori dipendenti del settore privato che beneficiavano in media di una riduzione del carico fiscale di circa 478 euro pro capite. La misura prevista per il 2026 porterà un ulteriore beneficio per circa 60 euro in media”, conclude Giorgetti.

La soddisfazione dei commercialisti italiani

I professionisti italiani che si occupano di fiscalità sembrano molto soddisfatti. “La riduzione della pressione fiscale nei confronti dei contribuenti del ceto medio era un obiettivo rimasto inattuato con il primo modulo della riforma dell’Irpef che aveva, giustamente, dato priorità al taglio delle aliquote per i ceti più deboli. La manovra di quest’anno ha il pregio di alleviare il peso dell’Irpef anche nei confronti del ceto medio, riducendo dal 35% al 33% l’aliquota del secondo scaglione dell’Irpef tra 28 e 50mila euro e prevedendo la sterilizzazione del taglio dell’Irpef sopra i 200mila euro. È una misura che abbiamo condiviso e che va nella giusta direzione della riduzione della pressione fiscale generale, ancora troppo alta nel nostro Paese”, commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti Elbano de Nuccio nel corso del congresso nazionale della categoria.

Stallo sugli affitti brevi, tutto rimandato al Parlamento

Modifiche, in manovra, sulla fiscalità degli affitti brevi. KL’incremento dell’aliquota resta, nella grande maggioranza dei casi: chi transita da un intermediario, come Airbnb, dovrà comunque pagare il 26 per cento. Tutto ruota attorno al sistema attualmente in vigore, che prevede un’aliquota base del 26% per i redditi da affitto breve e, poi, la possibilità di optare per l’aliquota del 21%, in sede di dichiarazione dei redditi, per un solo immobile. Quindi, chi affitta due case ha il 21% per la prima e il 26% per la seconda. Ma una soluzione definitiva arriverà solo in sede di dibattito parlamentare. “Fratelli d’Italia ha sempre fatto scelte improntate alla chiarezza ed orientate a regolamentare ma non limitare gli affitti brevi. E questo in una logica di tutela della prima casa e più in generale della proprietà privata. D’altra parte questo governo e questa maggioranza in tre anni hanno dimostrato grande attenzione e sensibilità su questo tema. Sulle ipotesi fiscali di cui si parla in questi giorni, e che per quanto ci riguarda attengono soltanto dalle seconde case in poi, attendiamo l’arrivo della manovra in Parlamento, luogo che riteniamo più idoneo a trovare una soluzione”, spiega il deputato di Fratelli d’Italia, Gianluca Caramanna, responsabile del Dipartimento turismo.

L’importante contributo da banche e assicurazioni

Un gettito di 4,11 miliardi nel 2026 (a patto che le banche ‘liberino’ i cuscinetti di capitale accumulati a riserva gli scorsi anni), un importo quasi identico nel 2027 che scende poi a 1,8 miliardi l’anno successivo per un totale di 10 miliardi rispetto agli 11 previsti dal Dpb. Questi gli effetti sui conti dello Stato delle diverse misure su banche e assicurazioni contenute nel testo della manovra bollinato dalla Ragioneria che ha visto qualche ritocco limitatamente alle misure su svalutazioni perdite per i crediti e limiti alla deducibilità degli interessi passivi. Dalle tabelle della relazione tecnica emergono infatti come il prossimo anno arriveranno 1.153 dall’aumento delle aliquote Irap, 1.188 dallo slittamento delle Dta, 126 milioni dalla norma sulle perdite per i crediti e nulla dalla limitazione della deducibilità degli interessi passivi. Nel caso in cui le banche volessero attingere ai 6 miliardi di riserve di capitale sfruttando l’aliquota ridotta al 27,5% arriveranno altri 1,65 miliardi di euro. Nel 2027 l’Irap assicurerà 1.339 miliardi di euro, le Dta 2.143 miliardi, dalle norme sui crediti giungeranno 111,7 milioni e da quelle sugli interessi 519 milioni di euro. Infine nel 2028 l’Irap apporterà 1.335 miliardi, i crediti 70 milioni e gli interessi 389,3 milioni mentre sarà esaurito l’effetto delle Dta che dovranno essere restituite a partire dal 2029.

La rottamazione Quinquies

Il gettito atteso dalla Rottamazione-Quinquies, che prevede il pagamento in forma dilazionata in un numero massimo di 54 rate bimestrali di pari ammontare, sarà pari a 9 miliardi di euro nel periodo 2026-2036. Secondo le tabelle contenute all’interno della relazione tecnica alla manovra, infatti, il gettito previsto per il prossimo anno si attesterà a 500,06 milioni di euro, per poi passare a 1.000,11 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2034. Nel 2035 è prevista una cifra pari a 500,06 milioni di euro, mentre sarà pari a zero il gettito nel 2036. Complessivamente, quindi, la previsione del governo è pari a 9.001 miliardi di euro.

Resta il turn-over al 100% per le forze di polizia

Buone notizie anche sul fronte della sicurezza. “Abbiamo appreso in queste ore che nel testo della legge di bilancio 2026 in fase di bollinatura è stato ripristinato il turn-over al 100% per le Forze di Polizia. Un correttivo importante che elimina la previsione iniziale del 75% e che recepisce le criticità che avevamo pubblicamente denunciato. Se fosse rimasta quella soglia, infatti, dal prossimo anno avremmo perso altri 1300 agenti, in aggiunta alle oltre 10mila unità già mancanti nella sola Polizia di Stato. Il governo ha dunque tenuto conto del nostro allarme, evitando un ulteriore colpo alla sicurezza del Paese. Siamo certi che il ministro Piantedosi riuscirà a sistemare anche tutte le altre questioni che gli abbiamo sottoposto”,  dichiara in una nota Domenico Pianese, segretario del sindacato di Polizia Coisp.

 

Non ci sono commenti, inizia una discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Lucio Meo - 22 Ottobre 2025