
Sinistra italiana spiazzata
Madrid e Stoccolma seguono la rotta di Meloni: la Flotilla deve rientrare. Il premier svedese: Greta, torna a casa
“Siamo in una fase nella quale tutti quanti dovrebbero capire che esercitare la responsabilità, attendere mentre c’è un negoziato di pace, è forse la cosa più utile che si può fare per alleviare le sofferenze del popolo palestinese, ma forse le sofferenze del popolo palestinese non erano una priorità”: le parole della premier Giorgia Meloni dal summit Ue di Copenhagen, arrivano mentre anche Spagna e Svezia sposano la stessa linea sulla Global Sumud Flotilla. Nessun sostegno e richiesta di ritorno immediato a casa.
Sulla rotta del governo Meloni, anche il premier spagnolo Sanchez il primo ministro svedese Kristersson hanno infatti invitato le navi della Flotilla a tornare a casa. Una decisione che smonta la narrazione della sinistra italiana, che aveva attaccato la decisione del governo.
Un mercoledì iniziato malissimo per la sinistra nostrana: di prima mattina è stato per primo il governo socialista spagnolo a chiedere alla flottiglia in navigazione verso Gaza di non entrare nella zona di esclusione delimitata da Israele per non “mettere in grave rischio la propria sicurezza”: è quanto si legge in un comunicato della Moncloa.
“La missione della flottiglia è encomiabile e legittima, ma la vita degli equipaggi deve venire prima di tutto”, si legge nella nota. Madrid ha inoltre reso noto che la nave di salvataggio marittimo invita nella zona si trova nel raggio operativo per poter operare se necessario, ma che l’unità non entrerà nella zona di esclusione.
Il premier svedese imita Meloni e molla Greta: lascia la Flotilla torna a casa
Poco dopo, da Stoccolma, è arrivato il colpo del definitivo kappaò per i ‘missionari’ del campo largo. Il premier svedese Ulf Kristersson arrivando al vertice di Copenaghen ha intimato all’attivista, e sua concittadina, Greta Thunberg di “tornare a casa”. L’ambientalista prestata alla lotta pro-Pal, infatti, aveva lanciato un appello al governo sul quotidiano svedese Expressen, pubblicato mercoledì primo ottobre: “Proteggete i diritti dei vostri cittadini e garantite un passaggio sicuro agli aiuti umanitari fino a Gaza”. Ma il primo ministro svedese ha riposto in modo categorico. “Il governo ha detto con una chiarezza che non può essere mal interpretata: sconsigliamo tutti i viaggi per Gaza nei prossimi 10 anni e ho sentito che l’Italia dice la stessa cosa”. “Tornate a casa”, ha concluso.
Anche Sanchez ha mollato la flottiglia spagnola
Dalla Global Sumud Flotilla sono arrivare critiche al governo spagnolo che avrebbe “rinunciato a offrire loro la protezione necessaria” per raggiungere Gaza con il supporto della fregata Furor, chiedendo ai suoi attivisti di non superare la zona di esclusione di 120 miglia nautiche (193 chilometri) istituita da Israele in acque internazionali. “Con azioni e omissioni, il governo spagnolo si rende complice di qualsiasi cosa possa accadere”, ha dichiarato l’organizzazione in una nota dopo che Madrid ha comunicato che “la nave non potra’ entrare nella zona di esclusione istituita dall’esercito israeliano, poiche’ cio’ metterebbe a rischio l’integrita’ fisica del suo equipaggio e della flottiglia stessa”.
Secondo le autorità spagnole, la Furor della Marina Militare, salpata da Cartagena (Murcia) venerdi’, “si trova (attualmente) in un raggio operativo per effettuare operazioni di soccorso, se necessario”. Allo stesso tempo, la Spagna ha “fortemente” raccomandato alla flottiglia di “non entrare nella zona di esclusione nelle attuali circostanze, perche’ farlo metterebbe a serio rischio la propria sicurezza”. Per la flottiglia, questa richiesta significa “accettare come normale la minaccia di un attacco a un’azione pacifica e umanitaria” e “approvare l’impunita’ di Israele e mettere a tacere la denuncia del genocidio”.