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L’intervista. Wanda Ferro zittisce Tridico: “La mia storia è senza ombre. Con noi la Calabria è decollata”

Il voto delle Regionali

L’intervista. Wanda Ferro zittisce Tridico: “La mia storia è senza ombre. Con noi la Calabria è decollata”

Politica - di Eva De Alessandri - 3 Ottobre 2025 alle 18:48

Wanda Ferro, sottosegretario al Ministero dell’interno e candidata come capolista di Fratelli d’Italia. Qual è la posta in gioco in questo elezioni in Calabria?

“La posta in gioco riguarda sempre il futuro dei cittadini calabresi. Io sono convinta che non ci sia partita e non per mancanza di rispetto verso l’avversario, ma perché i calabresi hanno potuto constatare il cambiamento avvenuto in questi anni la Regione è tornata a essere governata con autorevolezza, capace di proporre soluzioni e di sedere con dignità ai tavoli nazionali e internazionali.
Per troppo tempo la Calabria è stata raccontata solo attraverso stereotipi di arretratezza e criminalità, come una terra senza prospettive. Oggi la percezione sta cambiando, è una regione più efficiente, è più attrattiva anche dal punto di vista turistico, ci sono tante imprese innovative e vengono valorizzate le produzioni di eccellenza. Dopo anni di immobilismo, la Calabria ha rimesso in moto il proprio motore e guarda al futuro con fiducia e ambizione, anche grazie all’impegno che il governo Meloni ha dedicato al Sud”.

Il presidente del Consiglio Meloni ha definito il Sud Italia non più “fanalino di coda” ma la “locomotiva d’Italia”. Cosa è cambiato rispetto al passato?
“Le scelte del governo Meloni segnano l’avvio di una nuova fase per il Mezzogiorno, che oggi cresce più di molte aree del Nord. È finita la stagione dell’assistenzialismo che ha condannato la Calabria alla dipendenza dai sussidi: la nostra scommessa è sul lavoro, sul merito e sulla crescita reale. In due anni il centrodestra ha puntato su misure tangibili: la Zes Unica, grandi opere infrastrutturali, incentivi per l’occupazione stabile. Il bilancio è chiaro: più assunzioni a tempo indeterminato e meno precarietà. Con la Zes Unica sono già arrivati investimenti per oltre 160 milioni e oltre 500 nuovi posti di lavoro. Parallelamente, il Piano Occupazione regionale mette a disposizione strumenti pratici: tirocini, voucher, incentivi per chi assume giovani under 35, sostegno a start-up, digitalizzazione ed economia verde.
Tutto questo è possibile grazie a una vera filiera istituzionale, che unisce incentivi, sgravi, agevolazioni e cofinanziamenti, in una sinergia tra Regione e governo”.

Si è sempre parlato delle grandi potenzialità del Sud Italia in generale e della Calabria in particolare. Secondo lei ci sono le condizioni per vederle finalmente espresse? perchè a fronte di tanti possibili punti di forza le criticità da affrontare restano molte…

“Si sta creando un ecosistema favorevole alle imprese, capace di generare sviluppo e occupazione in settori chiave come agroalimentare, turismo, enogastronomia e innovazione. Certo, c’è ancora molto da fare, soprattutto sul fronte della sanità. Fino a poco tempo fa il sistema sanitario era in deficit cronico, soffocato da commissariamenti, blocco del turn-over, ritardi nella realizzazione di ospedali e strutture territoriali. I governi di centrosinistra hanno lasciato una situazione disastrosa. Il presidente Occhiuto ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità in prima persona: ha rimesso ordine nei conti, assunto nuovo personale, limitato lo scandalo dei gettonisti, sbloccato progetti fermi da decenni, avviato la costruzione di nuovi ospedali e garantito la sicurezza dei cantieri grazie ai protocolli di legalità firmati con il Ministero dell’Interno. Per questo è sconcertante vedere l’ex premier Conte andare oggi negli ospedali calabresi a dire cosa bisogna fare, dopo aver nominato commissari come il generale Cotticelli, che tutti ricordano per le sue assurde dichiarazioni. Nei prossimi anni bisognerà completare il lavoro già avviato: ridurre le liste d’attesa, frenare la migrazione sanitaria, potenziare la prevenzione e la sanità territoriale. L’annuncio della presidente Giorgia Meloni a Lamezia Terme, sull’avvio dell’uscita dal commissariamento, è la conferma che la strada intrapresa è quella giusta”.

Cosa risponde al candidato presidente del centrosinistra, Tridico, che ha detto che per il suo ruolo al Viminale si potrebbe configurare un conflitto di interessi?

“Nel lanciare questa accusa, Tridico ha ritenuto doveroso premettere che sono una persona perbene. Aggiungo che se c’è una cosa che credo tutti mi riconoscano, è la mia ferma fermezza nel separare il ruolo politico da quelli istituzionali: può chiedere conferma ai tanti sindaci e amministratori di centrosinistra con cui ho costanti rapporti dal Viminale. Chi aspira a governare la Regione, dovrebbe conoscerne non solo la geografia, ma anche le storie di chi ha avuto ruoli di responsabilità e amministrato questa terra per tanti anni con correttezza e senza ombre”.

Sono ore di chiusura della campagna elettorale. Cosa le lascia questa esperienze e cose le hanno detto i calabresi? che clima ha trovato?

“Dai calabresi ho avuto tanto sostegno e incoraggiamento, nonostante non rappresento il nuovo che avanza, o forse proprio per questo. Credo di avere amministrato per tanti anni con serietà e impegno, cercando di dare risposte e migliorare la vita della comunità. Considero sempre un motivo di orgoglio, ma soprattutto una grande responsabilità, quello di rappresentare i cittadini che ti affidano i propri sogni e le proprie speranze. Una fiducia che va onorata e non deve essere mai tradita, e questo è un punto fermo della mia vita. Purtroppo il clima è molto polarizzato, e devo registrare tante manifestazioni di odio soprattutto sui social, che colpiscono in particolare i rappresentanti del centrodestra. C’è chi è arrivato ad augurare un cancro a me e a Giorgia Meloni. Ho deciso di denunciare, perché l’ho trovata una cosa orrenda soprattutto nei confronti dei tanti che ogni giorno lottano contro la malattia”.

E’ questo in tema che ormai riguarda più livelli della politica…

“Purtroppo credo che l’odiatore sui social sia soltanto l’ultimo anello di una catena della quale ha grandi responsabilità la politica. Se il dibattito pubblico si svuota di contenuti, se si preferisce la provocazione alla proposta, se si continua a negare legittimità all’avversario e alle sue opinioni, se in Parlamento si usa l’insulto come strumento di visibilità per ottenere un video da 30 secondi da pubblicare sui social, allora la politica abdica al suo ruolo e rischia di alimentare la barbarie. Quando si smette di cercare soluzioni e si comincia a cercare consensi “a buon mercato”, parlando alla pancia degli utenti più esasperati, ispirandone o addirittura innescandone l’odio e chiamandoli alle armi, sono tutte le istituzioni ad uscire sconfitte. Ed è quello che sta avvenendo con il dibattito sulla tragedia di Gaza, quando il governo che più di tutti sta facendo per dare sostegno concreto alla popolazione palestinese e che sostiene con convinzione i piani di pace, viene accusato di avere le mani sporche di sangue e di essere complice di genocidio”.

On. Ferro, pensa che il tema della Flottila e degli scioperi inciderà, se inciderà, positivamente o negativamente su queste elezioni regionali?

“Sono consapevole che nella gran parte della popolazione c’è una forte e sincera indignazione per la tragedia che si sta consumando a Gaza, un dramma immenso e ingiusto, che però una sinistra a corto di altri argomenti sta cercando di strumentalizzare in ogni modo contro il governo, fischiettando persino davanti alle parole del presidente Mattarella. Ma io sono sicura che la gran parte della popolazione sa distinguere tra chi affronta i temi con serietà, responsabilità e concretezza, ai tavoli in cui realmente si decide il futuro della Palestina, consapevole di avere una responsabilità verso la Nazione, e chi invece cerca di raggranellare consenso attraverso gli slogan vuoti, accodandosi alle frange più estreme e a chi vuole solo portare caos e violenza nelle piazze, e non certo benefici alla popolazione palestinese”.

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di Eva De Alessandri - 3 Ottobre 2025