
Domani il voto sull'immunità
L’intervista. Caso Ilaria Salis, Fidanza lancia l’appello: “I gruppi di centrodestra rimangano compatti”
Il capodelegazione di FdI-Ecr al Parlamento europeo parla del voto atteso per il 7 ottobre, quando si deciderà definitivamente sulla revoca dell’immunità dell'europarlamentare di Left. Smentisce ogni accanimento: "E' accusata di reati gravissimi. Il voto a scrutinio segreto su richiesta dei socialisti potrebbe favorirla"
Carlo Fidanza, domani il Parlamento europeo si esprimerà definitivamente sulla revoca dell’immunità di Ilaria Salis. Che aria tira?
Domani voteremo le immunità di cinque colleghi. Soltanto il voto su Salis sarà a scrutinio segreto su richiesta del gruppo socialista e spinta del Pd. Vogliono evidentemente favorire i franchi tiratori e salvare Salis, come avvenuto in Commissione. Ci auguriamo che tutti i gruppi di centrodestra rimangano compatti e votino affinché Salis vada a processo in Ungheria.
La sinistra denuncia un accanimento da parte di Orban contro Salis.
Nessun accanimento, come ha ben evidenziato il relatore popolare spagnolo Vazquez Lazara, non certo sospettabile di simpatie per Orban. Con buona pace di quelli che si preoccupano dell’indipendenza della magistratura soltanto in Ungheria ma si oppongono alle riforme in Italia, la magistratura a Budapest è autonoma almeno quanto lo è in Italia. E aggiungo che l’immunità è sempre – dico sempre – stata revocata in tutti i casi in cui i reati contestati sono stati compiuti fuori dal mandato parlamentare. È evidentemente il caso della Salis e non si capisce perché a lei debba essere garantita l’impunità.
Come legge questa vicenda alla luce delle violenze di questi giorni da parte degli antagonisti in Italia?
Salis è accusata di reati gravissimi, cioè di aver partecipato a violente aggressioni da parte dei militanti antifascisti della cosiddetta “Banda del martello”, che hanno rischiato di uccidere a colpi di martello in testa tre inermi cittadini ungheresi. Al netto delle responsabilità individuali di Salis che dovranno essere accertate nel processo, non c’è mai stata da parte sua una sola parola di dissociazione da queste violenze. Chi come Pd e M5S si adopera per la salvaguardia della Salis senza dissociarsi da quei fatti finisce per coprire la violenza politica. È la stessa inquietante deriva che la sinistra istituzionale e la CGIL stanno assecondando anche in Italia, non riuscendo ad arginare le frange estreme e violente che inneggiano all’odio o attaccano la polizia. Un clima preoccupante che è nostro dovere denunciare sperando che si fermino.