"L'Italia chiamò"
La Russa a Elly: “Non si parla male dell’Italia all’estero dicendo bugie”
È un fiume in piena Ignazio La Russa che dai microfoni de l’Italia chiamò, la radio dei gruppi parlamentari di FdI, affronta i temi più caldi dell’agenda politica e gli scenari internazionali. Poi non si sottrae al gioco ‘chi butti giù dalla torre” con l’ironia che non manca al presidente del Senato.”In Medio Oriente – dice – c’è un importante spiraglio di pace. Una bella prospettiva concreta anche se non del tutto realizzata. perché chi rema contro una pace duratura c’è e si vede. A partire da Hamas che questa volta non può addossare a Israele le colpe dei morti palestinesi, perché li ammazza lui. C’è ancora un clima che bisogna controllare bene”.
La Russa: chi voleva trasformare la battaglia pro Pal in un Vietnam è rimasto deluso
Chi voleva trasformare la battaglia pro Pal in un lungo Vietnam – ha detto ancora La Russa – è rimasto deluso. “Al Senato c’è stato un parlamentare che ha votato contro il suo gruppo, che si asteneva sul piano Trump, perché forse il giocattolo veniva meno. Ma era un giocattolo pericoloso per la vita di bambini, donne, uomini e non si può che gioire di questo percorso di pace”.
A Elly Schlein: non si parla male dell’Italia all’estero dicendo bugie
Inflessibile con chi delegittima l’Italia all’estero dicendo bugie, a partire da Elly Schlein che si è distinta per un comizio contro la premier Meloni davanti al Pse. “Soprattutto se sei responsabile di rivestire un ruolo di prima opposizione. Non c’è bisogno di ricordare che i panni sporchi si lavano in famiglia”. Poi chiarisce: “Non è che non si possa parlare male all’estero di quello che succede in Italia. Ma non si possono dire bugie sapendo che sono bugie. Se qualcuno mi viene a dire che in Italia c’è un pericolo per la democrazia, per la libertà di stampa, lo capiscono tutti che sa che non è vero, quindi dirlo all’estero sì che non si può”.
Penso di essere il presidente di tutti nell’esercizio delle mie funzioni
Il discorso scivola sulla neutralità della seconda carica dello Stato. “Io penso di essere, e credo di riuscirci, presidente di tutti nell’esercizio delle mie funzioni”, dice La Russa. Poi c’è il ruolo politico. “Qua, nella radio dei gruppi, sono componente del gruppo a cui appartengo. Questo se lo dimenticano sempre. Il presidente della Repubblica non appartiene a nessun gruppo, il presidente della Camera per regolamento appartiene ed è iscritto a un gruppo parlamentare”.
L’importante è distinguere il ruolo di presidente da quando vai a Luna Park
“Poi c’è sempre un aplomb che bisognerebbe avere. A volte non ce l’ho, me ne rendo conto. Ma quello appartiene al carattere, l’importante è dividere nettamente il ruolo di presidente da quando vai al luna park”. Sul fronte lavoro La Russa confessa di avere a cuore una riforma, un sogno. “Mi piacerebbe di più superare i principi della lotta di classe”.
Tra Renzi e Bonelli sceglie il leader verde, un vantaggio per la destra
Poi un pizzico di goliardia partecipando al gioco radiofonico “Chi preferisci tra…”. Tra Matteo Renzi e Angelo Bonelli, La Russa non ha dubbi, preferisce il secondo. “Ogni volta che parla è un vantaggio per la destra”, scherza. E tra Bonelli e Carlo Calenda?. “Sempre Bonelli, ma per il solito motivo. Calenda è più vicino culturalmente a noi, ma se sta con noi è meglio, se sta contro di noi…”. Poi entra in campo Elly Schlein. Tra la segretaria dem e Giuseppe Conte? “Prevale il senso di cavalleria, quindi mi tengo Schlein”. Tra Malan, capogruppo di FdI al Senato e Galeazzo Bignami, capogruppo alla Camera, nessuno dubbio. “Bignami. È figlio di Marcello, uno dei miei migliori amici. Però il parlamentare preferito di La Russa è Grazia Di Maggio che lo intervista.