
Un altro disastro
La nuova Piazza Augusto Imperatore targata Gualtieri: abbattuti 67 cipressi, spazio allo “sfondo” per social…
Gli alberi erano un pezzo di verde pubblico e un richiamo culturale al bosco sacro descritto da Strabone. Dovrebbero essere sostituiti con cipressi a crescita lenta, ma i romani per ora hanno visto solo piante a decesso rapido. FdI annuncia battaglia
«Fra i monumenti più ragguardevoli [di Roma, ndr] si distingue il cosiddetto Mausoleo: un grande tumulo di terra innalzato presso il fiume Tevere sopra un’eccelsa base circolare di marmo bianco, tutto ombreggiato da alberi sempreverdi fino alla sommità […]. Dietro si estende un vasto bosco sacro, che offre mirabili passeggiate. Al centro del Campo si trova il recinto di marmo bianco costruito intorno al luogo del crematorio di Augusto, circondato da una balaustra di ferro e popolato, all’interno, da alti pioppi». Così Strabone, nella sua Geografia descriveva, più di 2000 anni fa, il Mausoleo di Augusto. Un luogo di riposo, con un bosco sacro, dove rifugiarsi, passeggiare, godersi l’ombra e il fresco. Chissà se oggi sarebbe stato anche lui un fervido sostenitore delle politiche green del sindaco Roberto Gualtieri e della sua giunta: sarebbe bello poterlo incontrare e spiegargli che chi si professa ambientalista è la stessa persona che distrugge e violenta aree sacre per l’identità Romana, quindi italiana, quindi europea. Nel nome dell’ambiente, sia chiaro.
La nuova Piazza Augusto Imperatore: via gli alberi, spazio agli sfondi per social
I social in questi giorni si stanno riempendo con foto e video di quanto sta avvenendo in Piazza Augusto Imperatore, recentemente restituita alla comunità cittadina a scapito del verde urbano. Non bastava, evidentemente, l’arido cemento e la tremenda isola di calore partorita dai luminari della giunta Raggi prima e Gualtieri poi proprio là, nella piazza, facendosi beffe di decenni di architettura del paesaggio e ignorando completamente la necessità di copertura verde con funzione ecologica, comunitaria e culturale. D’altronde, perché ricostruire un luogo di aggregazione con verde e alberature anziché fare un palco per i Tiktoker?
Abbattuti 67 cipressi: dell’antico bosco sacro non resta neanche l’idea
Sono – per ora – 67 i cipressi abbattuti, piantati sul finire degli anni ‘30 del secolo scorso durante i restauri portati avanti dal Fascismo (forse per questo erano abbattibili?). Il progetto, avviato nel 2020 dal sindaco Raggi, prevede la creazione di una passerella anulare lì dove c’era il bosco sacro e la ripiantumazione di altri cipressi a crescita lenta, sperando che non muoiano come tutti gli altri piantati nel corso di questa amministrazione: i romani, per ora, hanno visto solo alberi a decesso rapido. Per una passerella turistica e instagrammabile, quindi, Roma deve dire addio ad un altro dei suoi simboli verdi e sacri.
FdI dà battaglia: Gualtieri spieghi
Il consigliere di Fratelli d’Italia e componente in Commissione Ambiente, Stefano Erbaggi, ha annunciato di voler richiedere immediati chiarimenti sul progetto e sul perché siano stati abbattuti tutti questi alberi, visto che è improbabile che fossero tutti malati, che non davano pregiudizio al Mausoleo e che, anzi, conferivano un valore aggiunto. Il tandem Pd-M5S, dunque, colpisce ancora la Capitale e lo fa nella maniera più violenta e brutale possibile. Oramai sono all’ordine del giorno cementificazione, morìa di vegetazione, assenza di manutenzione del territorio, ciclabili che aumentano i tempi di percorrenza di auto e mezzi pubblici, Ztl esclusiva della Roma bene e radical. A Roma, è celebre la pasquinata «quello che non fecero i barbari, lo fecero i Barberini». E quello che non fecero i Barberini, lo sta facendo Gualtieri.