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Il triennio horribilis delle sinistre: sogni di spallate e urne tradite. Dietro gli insulti il nulla

Non ne azzeccano una

Il triennio horribilis delle sinistre: sogni di spallate e urne tradite. Dietro gli insulti il nulla

Politica - di Stefania Campitelli - 20 Ottobre 2025 alle 15:24

Non a caso, con una certa dose di malizia e tanto realismo, negli ambienti di centrodestra Elly Schlein alla guida del primo partito di opposizione è considerata un’assicurazione a vita per il governo Meloni. In questi tre anni di sfide urlate contro l’esecutivo ‘sovranista e pericoloso’ le sinistre non ne hanno azzeccata una. Palazzo Chigi spegne le prime tre candeline dall’insediamento (ottobre 2022) suggellando una stagione di stabilità di cui l’Italia era orfana e le opposizioni (Pd, 5Stelle, Avs e centrini vari) portano in dote tre anni di fallimenti, occasioni perdute, sconfitte e divisioni interne. Altro che non li hanno visti arrivare.

Il triennio orribile delle opposizioni tra fallimenti e occasioni perdute

In politica estera sui principali dossier internazionali non solo le opposizioni sono andate in ordine sparso ma lo stesso Pd è si è diviso confermando la profonda spaccatura al suo interno tra massimalisti, fedelissimi della pasdaran Elly, cattolici e riformisti. Un triennio orribile tutto incentrato sull’anti e sulla denuncia di un fantomatico regime: una strategia di cortissimo respiro lontana anni luce dal paese reale. Unico collante della comitiva Schlein, Conte, Fratoianni-Bonelli l’ideologia dell’anti e il sogno della spallata al governo Meloni. In una gara a tratti comica su chi la spara più grossa contro la dittatura alle porte e il rischio di un ritorno al ventennio. Unica consolazione l’alleanza con i giornaloni e i talk show militanti alla faccia della censura di Palazzo Chigi.

Bagarre in Aula, richieste di dimissioni e informative

Bagarre in Parlamento, ultima sulla riforma della giustizia, polemiche quotidiane senza presa sugli elettori, accuse urlate riproposte come un disco rotto. Difese ideologiche di presunti eroi ed eroine vedi Ilaria Salis e la compagna Francesca Albanese. Dal caso Almarsi con l’accusa al governo di complicità con i torturatori al dossier difesa che ha portato il Pd alla débacle. A marzo quando l’Europarlamento ha approvato il piano di riarmo da 800 miliardi, i deputati dem hanno votato in ordine sparso. Per non parlare della ‘coerenza’ disarmante dei 5Stelle, che sul riarmo hanno votato contro dimenticandosi che Conte da presidente del Consiglio aveva rifinanziato le spese militari. Per il resto richieste di dimissioni a giorni alterni, accuse di fuga alla premier, informativa in Aula anche sul meteo, manichini dati alle fiamme fino all’accusa alla premier di essere la cortigiana di Trump.

Nessuna soluzione solo un quotidiano processo al governo

Nessuna soluzione, nessun progetto alternativo da proporre agli elettori ma un processo continuo al governo che invece continua a mietere successi nel consesso internazionale e interno, come dimostrano tutti gli appuntamenti elettorali. Tre anni di stop and go sul campo largo, di esperimenti da laboratorio malriusciti. Smentite una dopo l’altra tutte le Cassandre della prima ora: il presunto isolamento del governo Meloni nello scenario internazionale, il default economico, la paralisi sociale. A niente sono valsi i tentativi quotidiani di delegittimazione di un governo sempre più protagonista sullo scacchiere internazionale nel ruolo di pontiere tra Stati Uniti e Ue. Nemmeno la crociata pro Palestina ha ottenuto i risultati sperati. Le piazze urlanti contro il governo “complice del genocidio di Netanyahu” si sono trasformate in un boomerang. E la tregua targata Trump tra Hamas e Israele ha definitivamente rotto il giocattolo delle occupazioni e della rivolta sociale. Ancora più inutili i tentativi del sindacato di mettere alla sbarra Meloni e ministri. Dietro gli insulti il nulla che avanza.

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di Stefania Campitelli - 20 Ottobre 2025