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Meloni illustra la manovra

Cosa contiene la finanziaria

Il governo vara la manovra. Meloni: «Rispondiamo ai bisogni concreti di famiglie, imprese, lavoratori» (video)

La premier illustra il testo approvato dal Cdm: giù le tasse, spinta su contratti, sostegno alle imprese che investono e assumono. E sulla sanità cita Nietzsche: «Io amo colui che mantiene più di ciò che promette»

Politica - di Sveva Ferri - 17 Ottobre 2025 alle 14:57

Famiglia e natalità, riduzione delle tasse, sostegno alle imprese, sanità. Sono le «grandi priorità» su cui si concentra la manovra e che sono state illustrate da Giorgia Meloni dopo il Consiglio dei ministri che l’ha varata. Al fianco della premier c’erano il ministro Giancarlo Giorgetti e i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini. Un segnale che ha ribadito anche plasticamente che «abbiamo lavorato con serenità, buonsenso, compattezza e guardando al risultato». Meloni li ha ringraziati, insieme ai leader della maggioranza, così come ha ringraziato i ministeri per i tagli, che rappresentano il grosso delle coperture, e le banche e le assicurazioni, che hanno dato «un contributo importante». «Ci sono state lunghe interlocuzioni. Parliamo di grandi portatori di interessi, ma tutti ci rendiamo conto delle priorità e abbiamo trovato una disponibilità che non era scontata», ha spiegato la premier.

Quattro pilastri per una manovra da 18,7 miliardi

La manovra vale 18,7 miliardi, è «più leggera delle precedenti», ma il motivo è che «va letta» nel loro solco. Come le finanziarie già varate «risponde ai bisogni e ai problemi concreti delle famiglie, delle imprese e dei lavoratori di questa nazione» e tiene conto anche della situazione che resta «complessa». «Nel 2026 – ha ricordato la premier – le casse dello Stato verseranno 40 miliardi per il superbonus, più del doppio della legge che stiamo varando». «Considero la manovra molto seria, equilibrata», ha sottolineato Meloni, illustrando poi alcune delle misure più qualificanti.

Il sostegno alle famiglie

Innanzitutto il sostegno alla famiglia, cui vanno circa 1,6 miliardi in più. Ci sono poi il bonus per le mamme lavoratrici, che passa da 40 a 60 euro, e l’esclusione della prima casa dall’Isee con il limite del valore catastale. C’è il tema centrale del taglio delle tasse al ceto medio che, sostenendo il potere d’acquisto, incrocia famiglia e lavoro e rappresenta un ulteriore tassello che si aggiunge alle misure già intraprese a sostegno dei lavoratori, dal taglio del cuneo contributivo al sostegno agli autonomi.

Il taglio delle tasse

«Tagliamo dal 35% al 33% l’aliquota per i redditi tra 28 e 50mila euro, è una misura che costa circa 2,8 miliardi di euro», ha spiegato la premier, aggiungendo che «stanziamo 1 miliardo 900 milioni di euro sui salari» con il taglio dal 5% all’1% delle tasse sui premi di produttività e l’innalzamento della soglia dei premi soggetti ad aliquota da 3 a 5mila euro, oltre che con la detassazione delle componenti dei turni notturni e festivi. Inoltre, c’è un fondo per il rinnovo dei contratti di lavoro.

I contratti e la questione salariale

Si tratta di misure che continuano a guardare anche al lavoro povero, oltre che al ceto medio. «Abbiamo cercato di mettere un altro tassello concentrandoci sull’aumento dei contratti, oltre che sul tema del salario accessorio», ha spiegato Meloni, chiarendo che «sappiamo che in Italia c’è un problema legato ai salari, ma non si risolve da un giorno all’altro». Il governo ha scelto di affrontarlo stimolando i nuovi contratti, andando in questo modo anche incontro alle indicazioni delle parti sociali, e prevedendo una aliquota al 5% sulla parte di incremento valida retroattivamente anche per il 2025. «Nei dieci anni precedenti al nostro governo, il potere d’acquisto dei salari italiani diminuiva di oltre il 2% mentre nel resto d’Europa cresceva del 2,5%. La buona notizia – ha rivendicato Meloni – è che adesso questa tendenza si è invertita».

Il sostegno alle imprese: spinta su investimenti e assunzioni

Capitolo imprese, alle quali vanno circa 8 miliardi di investimenti, «ma stiamo valutando la possibilità di una revisione nel medio termine della politica di coesione per aumentare sensibilmente le risorse». La voce di spesa più consistente su questo fronte riguarda il superammortamento: vale 4 miliardi e consente di dedurre fino al 30% in più della spesa sostenuta per l’acquisto di nuovi beni strumentali. Un meccanismo che vale anche per le nuove assunzioni, per le quali è prevista una superdeduzione «che sale fino al 130% per alcuni soggetti più fragili». C’è poi la proroga della sterilizzazione di sugar tax e plastic tax per tutto il 2026.

Sulla sanità Meloni cita Nietzsche: «Io amo colui che mantiene più di ciò che promette»

Infine, l’ultimo grande pilastro: la sanità. La premier ha introdotto l’argomento citando Nietzsche: «Io amo colui che mantiene più di ciò che promette». «Con la Legge di bilancio lo scorso anno abbiamo previsto stanziamenti ulteriori che portavano nel 2026 il fondo sanitario a 140,6 miliardi. Però abbiamo fatto di più prevedendo in aggiunta a quanto previsto per il 2026, che era già un aumento di 5 miliardi, ulteriori 2,4 miliardi di aumento sul Fondo Sanitario Nazionale, che quindi dal 2025 al 2026 aumenta di 7,4 miliardi di euro», ha spiegato Meloni, sottolineando che «seguendo questa tendenza a fine legislatura, se riusciremo a mantenere i nostri impegni, le risorse aggiuntive sulla sanità rispetto a quando ci siamo insediati saranno di circa 30 miliardi di euro». «Che cosa vogliamo fare con queste risorse? Chiaramente rafforzare in generale il comparto sanitario, in particolare assumere circa 6.300 infermieri e ulteriori 1.000 medici e aumentare le buste paga degli infermieri, nel 2026 un aumento stimato di 1.630 euro l’anno, dei medici, il cui aumento dovrebbe essere intorno ai circa 3.000 euro, e del personale sanitario». Ora la parola passa al parlamento.

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di Sveva Ferri - 17 Ottobre 2025