
Economia
Il Dpfp in aula il 9 ottobre. Fa discutere l’appello di Giorgetti agli imprenditori: “Alzate i salari”
Il Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp) sarà discusso in aula il 9 ottobre. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo del Senato, secondo quanto hanno riferito i partecipanti alla riunione. Nelle stime aggiornate del Documento di programmazione di finanza pubblica la crescita potrebbe essere limata a +0,5%, rispetto al +0,6% indicato nel Dpf di aprile, ed il deficit ribassato al 3%, dal 3,3% previsto in precedenza. A quanto apprende l’Adnkronos, si ragiona intorno a questi livelli ma le stime verranno valutate fino all’ultimo al Mef. Un disavanzo al 3% già quest’anno permetterebbe all’Italia di uscire dalla procedura Ue per deficit eccessivo nella prossima primavera ed avviare la trattativa per le deroghe al vincolo sulla spesa primaria netta per le spese in difesa sicurezza.
In vista della manovra, oggi è intervenuto il ministro delle Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso. “Noi stiamo programmando di realizzare una misura di incentivo orizzontale, come è stata Industria 4.0 e Transizione 5.0 che utilizzi solo risorse nazionali, perché le risorse del Pnrr devono essere impiegate in un tempo congruo”, ha detto rispondendo ai giornalisti alla Camera a margine del question time sul provvedimento a sostegno dell’innovazione che dovrebbe entrare nella Manovra. Utilizzerà, ha precisato, “risorse nazionali, svincolate dai criteri che la Commissione ci ha imposto attraverso il canale RePowerEu, che possono essere utilizzate con più flessibilità”. “E’ in corso un confronto con le imprese, con Confindustria e le altre associazioni, perché sia concordato con chi lo dovrà utilizzare”, ha aggiunto Urso, sarà “uno strumento nazionale, con risorse nazionali, incentivante e duraturo nel tempo, perché le imprese hanno bisogno di poter programmare i loro investimenti”. Intanto, fanno discutere le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti: “L’invito che mi sento di fare è che le parti datoriali private facciano anch’esse la loro parte e riconoscano ai lavoratori aumenti stipendiali”. Confindustria, a quanto pare, non l’ha presa benissimo.