
Ci mancava solo questa...
Il danno, la beffa: la finestra del furto al Louvre diventa location turistica e set pubblicitario del montacarichi più “smart” d’Europa
Il clamoroso saccheggio dei gioielli di Napoleone nel museo più famoso di Francia (e nel mondo) è diventato involontaria pubblicità virale per l'azienda tedesca di montacarichi che ha trasformato la scena del crimine in un geniale spot di instant marketing
Che tragedia per l’arte! Che umiliazione per la sicurezza francese! Ma che capolavoro di instant marketing! Sì, perché la finestra usata dai ladri autori del clamoroso furto al Louvre dei gioielli di Napoleone come via d’accesso a sale e teche è diventa un’attrazione turistica. E, soprattutto, lo spunto (e il set) per una pubblicità.
Furto al Louvre, finestra e montacarichi diventano attrazione turistica e pubblicitaria
Così, mentre il mondo si interroga sulla sorte di inestimabili gioielli appartenuti a Napoleone Bonaparte – svaniti nel nulla insieme a una banda di ladri evidentemente muniti di cronometro e abilità circensi – l’area del furto al Museo del Louvre è già passata dallo status di “scena del crimine internazionale” a quello di “attrazione turistica dal potenziale pubblicitario inesauribile”. E tutto grazie a una finestra e a un montacarichi tedesco.
Il furto, una rapina degna di un film anni Sessanta, e messa a segno in soli sette minuti, si è concluso con i malviventi che fuggivano attraverso una finestra (la cui manutenzione, va detto, era evidentemente meno curata delle misure anti-terrorismo). Ma la vera beffa, quella che entra di diritto nella galleria delle opere d’arte contemporanea, è arrivata dalla Germania.
l’azienda tedesca di montacarichi traduce il dramma in pubblicità (e con successo)
La Böcker Maschinenwerke GmbH, azienda produttrice del montacarichi casualmente parcheggiato nei pressi della fatidica finestra, ha saputo trasformare in oro (o almeno in milioni di click) la polvere del Louvre. Poche ore dopo il clamore, infatti, sull’account Instagram dell’azienda è comparsa l’immagine promozionale definitiva: il loro montacarichi arancione, circondato da auto della polizia parigina in stato di shock. La didascalia? Sobria e geniale: “Quando bisogna andare in fretta”.
L’azienda ha rilanciato lo scatto realizzato da Dimitar Dilkoff per l’agenzia Afp. In un attimo, il contenuto social è diventato virale, raccogliendo migliaia di commenti e condivisioni. Il colpo di genio del social media manager è diventato immediatamente virale, raccogliendo plausi per la sua spregiudicatezza. È la quintessenza del cinismo moderno: una lezione fulminante su come trasformare un danno da 88 milioni di euro in una campagna di branding a costo zero. Chi ha bisogno di influencer o testimonial quando i ladri più audaci d’Europa scelgono, involontariamente, il tuo prodotto per il colpo e la fuga?
Le reazioni indignate per lo spot imputato di essere diventato “un meme ben riuscito”
Certo, in Francia non sono mancati i puristi e gli indignati che hanno gridato al “cattivo gusto”, trovando l’operazione un insulto a un museo umiliato. Ma in un mondo dove l’attenzione vale più dell’oro (o dei gioielli di Napoleone), l’azienda Böcker ha semplicemente dimostrato di aver capito che i veri gioielli, oggi, non sono quelli chiusi in teche blindate, ma quelli racchiusi in un meme ben riuscito. Ora, l’unica domanda è: la Böcker sponsorizzerà anche la prossima finestra da cui i ladri faranno la loro entrata? E i gioielli? Beh, quelli potrebbe essere dettagli. O diventarlo quando la cronaca non trova risposta e il marketing prevale…