Il libro
“Il cammino del libertario” di Javier Milei: una sfida alla narrazione dominante argentina attraverso la meritocrazia
“Afuera!” è il grido di battaglia. C’è qualcosa di profondamente autentico e rivoluzionario in “Il cammino del libertario”, l’autobiografia di Javier Milei pubblicata in Italia da Rubbettino Editore e già bestseller in patria. Non è solo la storia di un uomo, ma la cronaca di un’epoca che ha avuto il coraggio di mettere in discussione il dogma della dipendenza dallo Stato e dell’economia interventista. È il racconto di un economista che, contro ogni previsione, è diventato presidente dell’Argentina nel 2023 non per appartenenza a un partito, ma per la forza delle sue idee. E la recente vittoria alle elezioni di medio termine ne rafforza il peso politico.
Milei si racconta con un linguaggio diretto, a tratti ruvido, come chi non ha nulla da perdere e tutto da dire. Dalla giovinezza segnata dallo studio appassionato dell’economia alla carriera come analista e divulgatore, fino all’ingresso in politica nel 2021, quando — outsider totale, senza apparati né finanziatori — fonda il movimento La Libertad avanza. È da lì che nasce un fenomeno inedito: un candidato antisistema che parla al cuore e alla testa di un popolo stanco della crisi permanente, dell’inflazione e della corruzione.
“Il cammino del libertario” di Javier Milei: cosa vuol dire essere un libertario?
Nel libro non si limita a descrivere le tappe della sua ascesa: spiega cosa significa essere un libertario in un Paese dove lo Stato è sempre stato percepito come padre e padrone. L’autore rivendica la sua fede nella Scuola austriaca di economia, da Ludwig von Mises a Friedrich von Hayek passando per Milton Friedman, che pone la libertà individuale e la responsabilità personale al centro di ogni ordine sociale. È una visione che rifiuta l’idea di un potere pubblico onnipresente e inefficiente, sostituendola con una fiducia radicale nell’iniziativa privata, nella concorrenza, nella meritocrazia. Nell’individuo.
Il diario di un leader: le difficoltà, le delusioni e la forza interiore
“Il cammino del libertario” è anche un diario. Racconta il lato umano di un leader spesso percepito come impulsivo: le difficoltà, le delusioni, la forza interiore di chi crede nella propria missione. Attraverso materiali originali e testimonianze dei suoi primi collaboratori, emerge un ritratto complesso: un uomo che non ha mai smesso di credere nella possibilità del cambiamento, un idealista travestito da iconoclasta. La sua vittoria alle elezioni del 2023, con la maggioranza assoluta dei voti, non è solo un successo politico, ma l’inizio di quella che Milei definisce una rivoluzione culturale. Una rivoluzione che parte dalle idee e dal linguaggio, che vuole restituire dignità a parole come libertà, responsabilità, merito. In un mondo dominato da conformismi e paure, ha avuto il coraggio di sfidare la narrazione dominante, di rompere con la retorica della dipendenza e proporre una visione diversa, radicale e coerente.
C’è aria di cambiamento reale in Argentina, nonostante la transizione difficile
Oggi l’Argentina vive un momento di transizione difficile, ma per la prima volta da decenni respira un’aria di cambiamento reale. La figura di Milei divide e affascina, ma nessuno può negare che abbia ridato speranza a un Paese abituato a vivere di promesse non mantenute. Il suo libro, più che un’autobiografia, è un manifesto. Un invito a pensare con la propria testa, a credere che la libertà, anche quella economica, non sia un privilegio per pochi, ma un diritto universale.
“Il cammino del libertario” è la testimonianza di un uomo che, partendo da solo contro tutti, è riuscito a trasformare un sogno personale in una rivoluzione politica che oggi il mondo intero osserva con attenzione. In fondo, la sua storia dimostra che il vero potere non nasce dal consenso o dal compromesso, ma dal coraggio di restare fedeli alle proprie idee. E Javier Milei, piaccia o meno, questo coraggio ce l’ha avuto fino in fondo. Tutto questo, nel mondo di oggi, è già di per sé un atto rivoluzionario.