I dati Istat
I salari aumentano, ma Schlein non sa leggere i numeri. Bignami: “Figuraccia. Il crollo c’è stato con i governi del Pd”
I numeri diffusi dall'istituto di statistica confermano un’inversione di tendenza significativa: con il Governo Meloni i salari crescono più dell’inflazione e il potere d’acquisto degli italiani torna a rafforzarsi. Ma Schlein li legge al contrario e parla di crollo
Di nuovo i numeri, Elly…Si dà il caso che l’Istat affermi che “nel terzo trimestre 2025, la crescita tendenziale delle retribuzioni ha rallentato rispetto al trimestre precedente, pur mantenendosi al di sopra dell’inflazione”. Osserva sempre l’Istat che “l’indice delle retribuzioni orarie, a settembre, rimane invariato su agosto e aumenta del 2,6% su settembre 2024. L’aumento sull’ anno è stato più marcato (3,3%) per i lavoratori della P.a. rispetto a quello dei dipendenti dell’industria (2,3%) e dei servizi privati (2,4%). I settori con gli aumenti tendenziali più elevati sono: ministeri (+7,2%), militari-difesa (+6,9%) e attività dei vigili de fuoco (+6,8%). L’Istat racconta una storia tendenzialmente positiva, Schlein la legge al contrario e afferma che i salari sono calati del 9%. Anche oggi i calcoli numerici “tradiscono” la segretaria dem che con i numeri – non è la prima volta non va d’accordo.
“Nuova figuraccia per la segretaria dem: i dati Istat parlano chiaro. Il vero crollo dei salari è avvenuto proprio sotto i governi sostenuti dal Pd. Il calo di 9 punti percentuali cui fa riferimento Schlein è avvenuto nel biennio 2021-2022, quando Pd e Cinquestelle governavano. È allora che l’inflazione è aumentata di quasi 10 punti percentuali a fronte di un incremento inferiore al 2 per cento dei salari contrattuali, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e lasciando gli italiani più poveri. Con il Governo Meloni, invece, la musica è cambiata”. I conti li fa il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Galeazzo Bignami.
“Da ottobre 2023 – specifica – i salari reali crescono più dell’inflazione. E nei primi nove mesi del 2025 le retribuzioni contrattuali sono salite del 3,3 per cento rispetto all’anno precedente, dopo il +3,1 per cento del 2024. Numeri che certificano un’inversione di tendenza netta: l’Italia torna a respirare e gli stipendi recuperano terreno. In sintesi: con il Pd al governo gli italiani si impoveriscono, con Meloni tornano a guadagnare. Forse perché oggi i soldi non vengono più buttati in bonus a pioggia e spese inutili, ma investiti in misure concrete, crescita e lavoro vero”.
Un altro appunto, un altro aspetto che la segretaria dem omette di osservare. “Schlein smemorata, con il governo Meloni ci sono più rinnovi di contratti”, fa notare il senatore di Fratelli d’Italia, Francesco Zaffini, presidente della Commissione Lavoro. “Come segnalato dall’Istat, e rilanciato da Schlein, oggi 5,6 milioni di lavoratori – circa il 43% del totale – attendono il rinnovo del contratto. Peccato che la segretaria dem dimentichi di dire che nel 2021 la percentuale di lavoratori in attesa di rinnovo era del 62,5% e nel 2022 del 52,7%. Anche qui, quindi, la tendenza è chiara: con questo governo la situazione è migliorata. E continueremo a lavorare per accelerare i rinnovi, anche grazie alle misure incentivanti previste dalla legge di bilancio”.
“Dopo anni di stagnazione, il lavoro viene finalmente valorizzato e retribuito in modo più equo, con aumenti del 3,1% nel 2024 e del 3,3% nel 2025. È un segnale concreto di fiducia: le famiglie recuperano potere d’acquisto e l’economia cresce perché investe sulle persone e sulla qualità dell’occupazione. Proseguiremo su questa strada per rafforzare i risultati e rendere il lavoro sempre più sicuro, stabile e ben retribuito”. Lo scrive in una nota Walter Rizzetto di Fdl, presidente della commissione Lavoro della Camera.