
I fuori dal mondo
Hillary Clinton elogia Trump per l’accordo su Gaza. Solo la sinistra italiana nega l’evidenza (e si copre di ridicolo)
Da Fratoianni a Landini il Piano Usa continua a essere commentato con tanti "sì, però": il sospetto è che sentano la necessità di minimizzare per poter continuare a chiamare la piazza contro il governo e non dover ammettere che Meloni aveva ragione fin dall'inizio
L’ex segretaria di Stato Hillary Clinton si è complimentata pubblicamente con Donald Trump per il cessate il fuoco raggiunto a Gaza, frutto della sua opera di mediazione. In una intervista a Cbs, Clinton, arcinemica di Trump dai tempi della durissima e fallimentare campagna per le presidenziali del 2016, ha detto di voler «davvero elogiare il presidente Trump e la sua Amministrazione, così come i leader arabi della regione» per aver definito un quadro per portare a termine il compito. I negoziatori americani, ha aggiunto, «sono riusciti ad approfittare di una apertura che si è presentata e sono stati in grado di avere successo».
Anche Hillary Clinton elogia Trump per l’accordo su Gaza
La dichiarazione di Hillary Clinton ha l’effetto di far apparire ancora più ridicoli i distinguo e i tentativi di minimizzare che continuano a caratterizzare certa parte della sinistra italiana. «Pensiamo che quel piano per come è scritto non sia sufficiente a garantire la pace. Perché la pace in quei luoghi martoriati ha bisogno innanzitutto dei palestinesi e del loro protagonismo. La pace ha bisogno di uno Stato palestinese, ha bisogno della fine dell’occupazione israeliana in Cisgiordania e ha bisogno di scelte coraggiose per trasformarsi da tregua in pace», ha ripetuto oggi a margine dei lavori della direzione nazionale di Sinistra Italiana a Terni, Nicola Fratoianni, “concedendo” almeno che «tutto quello che può fermare, sospendere e interrompere lo sterminio dei palestinesi, tutto quello che dà ossigeno alla popolazione stremata di Gaza, è benvenuto e va accolto con gioia».
Solo la sinistra italiana continua a tenere al linea del “sì, però”
Anche Maurizio Landini continua ad attestarsi sulla linea minimizzatrice del “sì, però”: «Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è una buona notizia perché ferma il massacro, consente lo scambio di ostaggi e prigionieri e ridà acqua e cure alle persone, ma non basta: ora serve costruire una vera pace», ha detto, preparandosi a partecipare alla Marcia Perugia-Assisi, tornando a usare il pretesto della pace per chiamare la piazza anti-governo di quella che si dice certo sarà «una grande manifestazione a Roma il 25 ottobre, aperta a tutti, per dire con forza no al riarmo e sì a un modello di società fondato sul lavoro e sulla persona, non sul profitto e sulla guerra».
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Il dubbio, o se si vuole il sospetto, è che la sinistra abbia così tante difficoltà ad ammettere “senza se e senza ma” la speranza che si è aperta con il Piano Trump perché significherebbe ammettere che la premier Giorgia Meloni ha sempre avuto ragione nel sostenere convintamente l’azione diplomatica del presidente Usa e, anche, dover smobilitare le piazze.